Il disegno di legge proposto dal governo Modi 3.0 per emendare il Waqf Act ha suscitato un acceso dibattito in India. L’opposizione, guidata dal Congresso, ha duramente criticato la proposta, definendola “draconiana” e un “attacco alla libertà di religione”.

Il ministro degli Affari delle Minoranze e Parlamentari, Kiren Rijiju, ha cercato di presentare il disegno di legge, ma è stato interrotto dal senatore del Congresso KC Venugopal, che ha definito il disegno di legge incostituzionale e ha richiesto il suo ritiro per preservare il sistema federale del paese. Venugopal ha sottolineato che permettere ai non musulmani di diventare membri del Waqf Board rappresenta una violazione della libertà religiosa garantita dalla Costituzione.

Akhilesh Yadav, leader del Samajwadi Party, ha espresso preoccupazione per la possibile riduzione dei diritti del presidente della Lok Sabha. Il ministro dell’Interno, Amit Shah, ha risposto affermando che i diritti del presidente della Lok Sabha valgono per tutta la Camera, non solo per l’opposizione.

Diversi altri membri dell’opposizione, tra cui Mohibbullah (SP), Sudip Bandopadhyay (TMC), Kanimozhi (DMK) e Supriya Sule (NCP), hanno espresso forte disappunto, sottolineando che il disegno di legge viola articoli fondamentali della Costituzione, come l’Articolo 14 (uguaglianza davanti alla legge), l’Articolo 25 (libertà di coscienza e di professare, praticare e propagare la religione) e l’Articolo 26 (libertà di gestire affari religiosi).

Kanimozhi ha accusato il governo di andare contro la Costituzione e di prendere di mira specificamente la minoranza musulmana. Anche Asaduddin Owaisi (AIMIM) ha criticato il disegno di legge, definendolo discriminatorio e arbitrario, e ha affermato che esso divide la nazione piuttosto che unirla.

Il disegno di legge mira a introdurre cambiamenti significativi nel Waqf Act del 1995, compresa la rappresentanza delle donne musulmane e dei non musulmani nei Waqf Board, e il rinominarlo in “Unified Waqf Management, Empowerment, Efficiency and Development Act”.

La polemica intorno a questo disegno di legge evidenzia ancora una volta le tensioni politiche e religiose in India, sollevando questioni fondamentali sulla libertà religiosa e l’inclusività. L’opposizione chiede un esame più approfondito e una maggiore consultazione prima di procedere, per evitare ulteriori divisioni all’interno del paese.