Nelle ultime ore, l’isola di Lampedusa è stata teatro di nuovi sbarchi di migranti, tra cui una vicenda particolarmente toccante: una bambina di 11 anni, unica sopravvissuta a un naufragio, è giunta sulle coste italiane.

Durante la notte, cinque imbarcazioni sono state soccorse nel Canale di Sicilia, portando a terra 365 persone di diverse nazionalità, tra cui egiziani, eritrei, pakistani, siriani, sudanesi e somali. Le operazioni di salvataggio sono state condotte dalla Guardia Costiera, dalla Guardia di Finanza e da Frontex.

La storia più drammatica riguarda una bambina originaria della Sierra Leone, soccorsa dagli operatori del veliero Trotamar III della ONG CompassCollective in Motion. Secondo il suo racconto, tre giorni fa era partita da Sfax, in Tunisia, insieme ad altre 44 persone su una barca in metallo. Durante la traversata, una tempesta con onde alte 3-4 metri ha causato il naufragio dell’imbarcazione. La bambina è riuscita a sopravvivere aggrappandosi a una camera d’aria e indossando un giubbotto di salvataggio, fino al suo salvataggio da parte della ONG.

Questa vicenda si inserisce in un contesto di continui arrivi a Lampedusa, che spesso mettono a dura prova le capacità di accoglienza dell’isola e sollevano interrogativi sulle politiche migratorie e sulle condizioni di sicurezza delle traversate nel Mediterraneo. La storia della piccola sopravvissuta richiama alla memoria le numerose tragedie avvenute in queste acque e sottolinea l’urgenza di soluzioni efficaci per prevenire ulteriori perdite di vite umane.