Dal 2014, anno dell’occupazione della Crimea e di parte del Donbass, la Russia ha sistematicamente militarizzato i bambini ucraini come parte di una campagna che si è intensificata dall’invasione su larga scala del 2022. Questa politica mira a plasmare la lealtà ideologica verso la Russia nella giovane generazione e a preparare i giovani a una possibile partecipazione a compiti militari. Sembra che il Cremlino stia investendo notevolmente in questo sforzo. Il budget destinato ai programmi di armamento dei bambini è aumentato di dieci volte, passando da 4 miliardi di rubli russi a quasi 50 miliardi di rubli russi. Questo dimostra la portata e la gravità delle intenzioni dietro questa politica.

La militarizzazione coinvolge i bambini sin dalla tenera età. Libri di testo e programmi scolastici propagandistici, volti a creare lealtà verso la Russia, vengono attivamente introdotti in asili, scuole e campi estivi. Ad esempio, nell’ambito dell’organizzazione Yunarmiya (Giovani Armata), un’organizzazione giovanile paramilitare, ai bambini viene insegnato come assemblare armi da fuoco, i fondamenti delle tattiche militari e altre competenze per prepararli a una possibile partecipazione a operazioni militari. La “Yunarmiya”, fondata nel 2016 su iniziativa del Ministero della Difesa russo, si presenta come un movimento per l’educazione patriottica dei giovani, ma in realtà è uno strumento per preparare i bambini al servizio militare e rafforzare la loro lealtà al regime russo. Nell’ambito dei progetti di Yunarmiya, i bambini vengono addestrati in competenze militari, partecipano a parate nazionali e sono sottoposti a addestramento tattico. L’organizzazione è attiva anche nei territori occupati dell’Ucraina, dove attira decine di migliaia di bambini ucraini. Un altro esempio sono i corsi militari nazionali “Tempo degli Eroi Giovani”, dove gli adolescenti provenienti dai territori occupati dell’Ucraina partecipano attivamente a programmi intensivi volti a militarizzarli e a fare il lavaggio del cervello ideologico. Il corso dura 21 giorni e comprende aree di addestramento quali: ingegneria, addestramento tattico, comunicazioni, basi della sicurezza nazionale russa, addestramento con munizioni reali, pilotaggio di droni, medicina da campo e sport militari. Questi programmi creano le condizioni per formare la lealtà verso la Russia e una mentalità militaristica nelle menti dei bambini più piccoli e degli adolescenti, il che è particolarmente preoccupante dato la loro giovane età e vulnerabilità. I bambini ucraini che vivono nei territori occupati sono costretti a partecipare a tali corsi, che fanno parte di una strategia più ampia di russificazione e militarizzazione. Il processo mira a cancellare la loro identità nazionale e a instillare un’ideologia che giustifica l’aggressione russa.

Nel 2023-2024, più di 7.000 bambini ucraini sono stati trasferiti forzatamente nei campi russi per quella che viene chiamata “riabilitazione”! Insegnanti e propagandisti russi iniziano a influenzare i bambini ucraini fin dalla tenera età, a partire dai 4-5 anni, modellando una visione del mondo distorta e sopprimendo la loro identità nazionale. Questo indottrinamento ideologico viene osservato negli asili, nelle scuole e attraverso programmi extrascolastici. Nell’ambito di queste attività, ai bambini viene inculcata l’idea che il loro dovere sia servire la Russia e morire per essa. Grandi risorse finanziarie sono destinate a tali programmi “patriottici”, in particolare in Crimea. Il processo coinvolge anche la Chiesa, dove si tengono cerimonie religiose volte a rafforzare l’ideologia militare sotto il controllo delle autorità di occupazione, inclusa la benedizione delle armi utilizzate nella guerra contro l’Ucraina. Queste cerimonie si svolgono davanti ai bambini, rafforzando la percezione della guerra come un “dovere sacro”.

Le organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite e la Corte Penale Internazionale, hanno condannato le azioni della Russia, definendole crimini di guerra. Nel marzo 2023, la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin e la commissaria per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova per il loro ruolo nella deportazione illegale e nella militarizzazione dei bambini ucraini. Secondo l’accusa, queste azioni sono classificate come crimini di guerra, poiché comportano la rimozione forzata di bambini dai territori occupati in Ucraina alla Russia, l’indottrinamento ideologico sistematico e il loro sfruttamento come strumenti di propaganda e potenziali partecipanti ad azioni militari.

La comunità internazionale ha una responsabilità morale e legale di sostenere l’Ucraina nella liberazione dei territori occupati per garantire la sicurezza e il futuro dei bambini ucraini. Nel contesto dell’aggressione russa in corso, è fondamentale che l’Ucraina riceva forniture regolari di sistemi di difesa aerea, armi moderne e assistenza finanziaria. Queste misure non solo proteggeranno i civili, ma accelereranno anche il processo di liberazione delle aree in cui i bambini sono soggetti a pressioni ideologiche.

Senza questo sostegno, migliaia di bambini rischiano di perdere la loro identità e il diritto a un’infanzia sicura, poiché l’occupazione non limita solo la loro libertà fisica, ma causa anche traumi psicologici profondi, distruggendo la loro visione del mondo e le loro basi morali. Pertanto, l’assistenza internazionale attiva non dovrebbe includere solo il sostegno militare e finanziario, ma anche programmi a lungo termine per la riabilitazione e il reinserimento sociale dei bambini che ritornano dalle zone occupate. I bambini ucraini meritano il diritto di crescere in pace, non sotto l’ombra della guerra e dell’occupazione. È quindi di fondamentale importanza che i leader mondiali continuino a esercitare pressione sull’aggressore russo, ampliando le sanzioni e le pressioni diplomatiche, aumentando nel contempo il sostegno all’Ucraina in tutte le condizioni necessarie.