Negli ultimi giorni, Roma è stata teatro di un’importante operazione antidroga, mirata a colpire le attività di spaccio gestite dai clan Casamonica e Spada. L’operazione, avvenuta il 7 ottobre 2024, ha portato all’arresto di sette persone e al sequestro di ingenti quantitativi di stupefacenti. L’azione si è concentrata nella zona di Torre Angela, alla periferia della capitale, un’area dove i clan hanno storicamente avuto un forte controllo del territorio e delle piazze di spaccio .
Le indagini, condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno rivelato una rete complessa e ben organizzata di distribuzione della droga, che includeva tecniche sofisticate per evitare i controlli delle forze dell’ordine. Un esempio di queste tecniche è l’uso di calamite per nascondere dosi di cocaina e hashish in contenitori attaccati a strutture metalliche, come cassonetti e pali, in modo da poterle recuperare facilmente per la vendita al dettaglio. Questo modus operandi è stato particolarmente diffuso nelle periferie romane, tra cui il Quarticciolo e il Tiburtino, zone chiave per lo spaccio al dettaglio .
Come arriva la droga a Roma
La droga arriva nella capitale attraverso una filiera ben strutturata, che coinvolge organizzazioni criminali nazionali e internazionali. La cocaina, l’eroina e l’hashish vengono spesso importati da Sud America e Nord Africa, passando per i porti italiani e utilizzando rotte secondarie per eludere i controlli doganali. Una volta raggiunta Roma, le sostanze vengono smistate in diversi quartieri, controllati da clan locali che gestiscono le piazze di spaccio. Alcuni gruppi, come quello dei Casamonica, utilizzano la loro influenza sul territorio per monopolizzare lo spaccio in specifiche aree, mentre altre bande, spesso composte da cittadini stranieri, operano in modo più diffuso, talvolta entrando in conflitto per il controllo del mercato .
Modalità di spaccio
Lo spaccio avviene prevalentemente attraverso punti fissi come locali pubblici, ma anche in modo più discreto con “staffette” mobili per la distribuzione. Le bande fanno uso di vedette per monitorare i movimenti delle forze dell’ordine e segnalare eventuali controlli. Un’altra tecnica documentata consiste nell’occultare le dosi sotto muretti o in anfratti nascosti, recuperandole solo al momento della consegna al cliente. Questi stratagemmi, uniti a un’organizzazione gerarchica tra spacciatori, vedette e fornitori, rendono difficile lo smantellamento di queste reti .
L’operazione a Roma è solo l’ultima di una serie di blitz antidroga che testimoniano il continuo sforzo delle autorità per contrastare il traffico di stupefacenti nella capitale, ma dimostrano anche come il fenomeno sia radicato e in continua evoluzione.