La Chiesa Cattolica in Cina segna un momento storico con la soppressione della Diocesi di Fenyang e l’istituzione della nuova Diocesi di Lüliang. La decisione, annunciata il 28 ottobre 2024 da Papa Francesco, si inserisce nel quadro dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, siglato nel 2018 e rinnovato nel tempo, con l’obiettivo di promuovere una maggiore collaborazione tra le autorità ecclesiastiche e governative.

Una riorganizzazione strategica

La nuova Diocesi di Lüliang, suffraganea dell’Arcidiocesi di Taiyuan, copre un territorio di 21.000 km² nella provincia dello Shanxi, comprendendo una popolazione complessiva di oltre 3,3 milioni di persone, di cui circa 20.000 cattolici. La sede episcopale è stata stabilita nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Fenyang, ora parte del capoluogo di Lüliang.

Questa riorganizzazione territoriale è significativa. Essa mira a garantire una più efficace cura pastorale per i cattolici locali, con un territorio ridisegnato per riflettere le realtà amministrative civili della regione. Tale decisione contribuisce inoltre a rendere più incisiva la presenza della Chiesa Cattolica in una zona storicamente complessa.

L’ordinazione del primo vescovo

Il 20 gennaio 2025, nella cattedrale della nuova Diocesi, è stato consacrato il primo vescovo di Lüliang, monsignor Antonio Ji Weizhong, la cui nomina da parte del Papa è avvenuta lo scorso ottobre. Originario della contea di Wenshui, Ji Weizhong, nato nel 1973, ha una lunga esperienza pastorale e accademica: dopo l’ordinazione presbiterale nel 2001, ha ricoperto ruoli di responsabilità come vicario generale e responsabile del Centro Pastorale Diocesano di Fenyang. I suoi studi in Germania e Cina, uniti alla profonda conoscenza della realtà locale, lo rendono una figura adatta a guidare questa nuova fase della Chiesa nello Shanxi.

Un passo nel quadro dell’Accordo tra Cina e Santa Sede

Questa decisione pastorale si colloca nel contesto dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Cina, che regola le modalità di nomina dei vescovi. L’Accordo rappresenta un delicato equilibrio tra l’autorità pontificia e le richieste del governo cinese, volto a sanare le divisioni interne alla Chiesa Cattolica cinese e a promuovere l’unità. La nomina di Ji Weizhong, approvata da entrambe le parti, è un segnale positivo di collaborazione, sebbene non manchino critiche da parte di coloro che ritengono il compromesso troppo sbilanciato.

La Chiesa in Cina: sfide e opportunità

La Chiesa Cattolica in Cina affronta numerose sfide, tra cui una limitata libertà religiosa e la necessità di operare in un contesto politicamente e culturalmente complesso. Tuttavia, la consacrazione del primo vescovo di Lüliang è un esempio di come la Chiesa stia cercando di crescere nonostante le difficoltà.

Il clero locale, composto da 51 sacerdoti e 26 suore, avrà il compito di sostenere la comunità cattolica, lavorando per creare spazi di dialogo e testimonianza della fede, in un contesto che spesso vede i cattolici come una minoranza invisibile.

L’istituzione della Diocesi di Lüliang e la consacrazione di mons. Ji Weizhong segnano un passo importante nelle relazioni tra la Cina e la Santa Sede. È un segnale di speranza per una Chiesa che cerca di essere presente nella vita del popolo cinese, rispondendo alle sue necessità spirituali e materiali. Resta tuttavia aperto il dibattito su quanto l’Accordo tra Santa Sede e Cina possa effettivamente garantire un futuro di libertà religiosa e di crescita per i cattolici cinesi.