L’uscita del nuovo adattamento live-action di Netflix di “Avatar: The Last Airbender” offre un’opportunità per riflettere su cosa abbia reso la serie originale, trasmessa su Nickelodeon dal 2005 al 2008, così straordinaria. La rivista dei gesuiti “America”, in un articolo firmato da Reed Proctor e Bill McCormick, S.J., risponde a questa domanda sottolineando l’importanza della comunità.
La visione della rivista “America“
La recensione di America evidenzia come la prima stagione della nuova serie di Netflix presenti molti punti di forza, pur ammettendo che ci sono margini di miglioramento nelle stagioni future. Tuttavia, Proctor e McCormick identificano un problema principale trascurato da altri critici: il trattamento dell’amicizia. La serie originale non era centrata solo sull’Avatar, ma sulla cerchia di amici in missione, che si sostenevano reciprocamente per crescere sia come individui che come comunità. La nuova versione, invece, sembra mancare di questa dimensione comunitaria, che aveva reso l’originale così coinvolgente e di grande interesse per i cattolici.
La comunità nell’originale “Avatar”
“Avatar: The Last Airbender” è ambientato in un mondo basato sull’armonia tra i quattro elementi – acqua, terra, fuoco e aria – e tra le quattro nazioni associate a questi elementi. Aang, il protagonista, scopre di essere l’Avatar, destinato a mantenere l’ordine tra le nazioni e a fermare la conquista del mondo da parte della Nazione del Fuoco. La serie originale si sviluppa mostrando come Aang, insieme ai suoi amici, impara a padroneggiare gli elementi e a trovare il coraggio di compiere la sua missione. La vera protagonista della storia diventa così la comunità di amici, il “Team Avatar”, piuttosto che l’eroe solitario.
Il contrasto con l’adattamento di Netflix
La nuova serie di Netflix, secondo Proctor e McCormick, sembra trattare la comunità come un mezzo per sostenere Aang nella sua missione solista, anziché esplorare la comunità come un luogo in cui ogni membro trova la propria identità. Questo è evidente nel modo in cui le interazioni formative di Aang con i suoi amici sono state ridotte, con personaggi chiave come Katara privati del loro ruolo di insegnanti e mentori. La serie originale, al contrario, ha esplorato l’importanza della comunità attraverso lo sviluppo dei personaggi nel corso delle tre stagioni, rendendo la loro crescita e interazione più organica e significativa.
“Avatar” e il messaggio cattolico
L’analisi di “America” suggerisce che “Avatar: The Last Airbender” offre una visione della comunità che risuona profondamente con i cattolici. La serie originale rappresenta amicizia, comunità e amore in modo che ricorda la parrocchia intorno all’altare e lo Spirito Santo che abita tra noi. Come molta arte cattolica, “Avatar” cerca di esplorare esperienze umane fondamentali, incluse quelle dolorose e strazianti, attraverso storie che mirano al cuore della fede cattolica: la riconciliazione e la comunione.
Il nuovo adattamento di Netflix, sebbene non riesca a raggiungere gli alti standard stabiliti dalla serie originale, ha comunque il merito di rinnovare l’interesse per “Avatar: The Last Airbender”. Proctor e McCormick concludono che, nonostante le sue carenze, la serie Netflix potrebbe migliorare nelle future stagioni e ha fatto il grande servizio di reintrodurre la storia a nuove generazioni.
“Avatar: The Last Airbender” rimane un esempio potente di come la comunità possa aiutare gli individui a trovare se stessi e a raggiungere il loro pieno potenziale, offrendo una narrazione che risuona non solo con i cattolici, ma con chiunque cerchi storie di amicizia, crescita e redenzione.