Il debito pubblico italiano ha raggiunto un nuovo massimo storico, superando per la prima volta la soglia dei 3.000 miliardi di euro. Secondo i dati pubblicati dalla Banca d’Italia, a novembre 2024 il debito delle amministrazioni pubbliche è salito a 3.005,2 miliardi di euro, rispetto ai 2.981,3 miliardi registrati nel mese precedente. 

Questo incremento porta il rapporto debito/PIL dell’Italia al 138%, consolidando la posizione del Paese come il secondo più indebitato dell’Eurozona, dopo la Grecia. Il governo prevede che questo rapporto rimarrà stabile fino al 2026, ma eventuali rallentamenti nella crescita economica potrebbero peggiorare ulteriormente la situazione. 

L’aumento del debito pubblico comporta anche un incremento dei costi per il suo servizio. Nel 2023, questi costi hanno rappresentato il 6,8% della spesa pubblica totale, una percentuale significativa che potrebbe crescere ulteriormente se i mercati finanziari dovessero diventare più riluttanti ad acquistare titoli di Stato italiani. 

Per affrontare questa sfida, il governo italiano ha delineato un piano per ridurre il deficit pubblico al di sotto del 3% del PIL entro il 2026, in conformità con i parametri dell’Unione Europea. Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo dipenderà in larga misura dalla capacità del Paese di stimolare una crescita economica sostenuta e di implementare riforme strutturali efficaci. 

La situazione attuale solleva preoccupazioni significative riguardo alla sostenibilità del debito pubblico italiano e alla sua capacità di rispettare gli impegni fiscali a lungo termine. Sarà fondamentale monitorare attentamente l’evoluzione di questi indicatori economici e valutare l’efficacia delle politiche adottate per contenere l’indebitamento e promuovere la crescita.