La “Joint Christian Declaration on ‘Diversity of Gender and Sexuality’” è un documento cristiano-ecumenico della Norvegia che riafferma una visione tradizionale cristiana su temi fondamentali quali genere, sessualità, matrimonio e diritti dei bambini. Basata su tre principi – Bibbia, biologia e diritti dei bambini – la dichiarazione offre una risposta chiara e conservatrice alla crescente fluidità dei concetti di genere e sessualità nella società moderna. Da una prospettiva cattolica, questo documento suscita una riflessione profonda: come armonizzare una visione tradizionale con le esigenze pastorali di una società in evoluzione, mantenendo salda la fedeltà alla dottrina cristiana ma anche aperta al dialogo e all’accoglienza.
Una visione biblica e tradizionale
La dichiarazione sottolinea l’autorità della Bibbia come fondamento per comprendere il significato del matrimonio e dell’identità umana. Richiamandosi a passaggi biblici come Genesi 1,26-28 e Matteo 19,4-6, afferma che il matrimonio, istituito da Dio, è l’unione tra un uomo e una donna. Questa visione è coerente con l’insegnamento cattolico, che riconosce nel matrimonio un sacramento e un’immagine dell’amore di Cristo per la Chiesa.
Tuttavia, nell’epoca contemporanea, il concetto di genere e di sessualità ha assunto connotazioni diverse. Per la Chiesa cattolica, l’insegnamento sulla complementarità di uomo e donna rimane immutato, ma è altrettanto vero che Papa Francesco ha invitato la comunità ecclesiale a non giudicare e a rispondere con misericordia a tutte le persone, indipendentemente dalla loro identità di genere o orientamento sessuale. Da questa prospettiva, una visione cattolica si sforza di mantenere un equilibrio tra la fedeltà alla dottrina e l’amore per ogni persona, vedendola come creata a immagine di Dio.
Biologia e genere: una questione complessa
La dichiarazione afferma che l’identità di genere è determinata biologicamente alla nascita e rifiuta l’idea di un genere fluido come “ideologia”. Sebbene la Chiesa cattolica riconosca la biologia come importante nel determinare il sesso, è consapevole che le esperienze di genere possono essere complesse. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che tutti sono chiamati alla castità e a vivere in conformità con la propria vocazione, ma allo stesso tempo Papa Francesco ha più volte sottolineato l’importanza di ascoltare e comprendere le persone che si trovano a vivere situazioni di confusione o sofferenza legate all’identità di genere.
La Chiesa, quindi, si impegna a promuovere una pastorale che eviti sia il rifiuto sia l’approvazione indiscriminata, favorendo piuttosto l’accompagnamento e il discernimento. Pur affermando che la creazione di Dio è buona e che l’uomo e la donna sono complementari, la Chiesa invita alla prudenza nel giudicare esperienze individuali complesse che possono non essere comprese solo in termini di biologia.
Diritti dei bambini: una prospettiva centrata sulla famiglia
Un punto su cui la dichiarazione ecumenica e la visione cattolica convergono è la centralità della famiglia e il diritto dei bambini a crescere in un ambiente stabile e amorevole. La dichiarazione sostiene che ogni bambino ha diritto di conoscere e di essere cresciuto dai propri genitori biologici, e critica pratiche come la fecondazione assistita e la surrogazione. La Chiesa cattolica condivide queste preoccupazioni, sostenendo che il bambino ha il diritto di essere concepito in un atto d’amore coniugale e di conoscere i propri genitori.
Tuttavia, l’approccio cattolico comprende anche un invito alla misericordia e all’accoglienza per le famiglie che, per varie ragioni, si sono formate in modo non tradizionale. Sebbene l’ideale sia una famiglia basata sul matrimonio tra un uomo e una donna, la Chiesa riconosce l’importanza di sostenere tutte le famiglie e di offrire un accompagnamento pastorale alle famiglie che si trovano in situazioni diverse, affinché i bambini possano crescere in un ambiente sereno e amorevole.
Libertà religiosa e pressioni sociali
La dichiarazione afferma che le pressioni politiche e sociali a favore di una “teoria queer” e della diversità di genere minacciano la libertà religiosa e di coscienza. La Chiesa cattolica difende con fermezza il diritto alla libertà religiosa, considerandola essenziale per la dignità della persona umana. Tuttavia, difendere la libertà religiosa non significa promuovere una chiusura verso chi ha esperienze di vita diverse; significa piuttosto rivendicare il diritto di esprimere la fede in modo coerente con la dottrina e di promuovere un dialogo rispettoso.
La Chiesa cattolica ha più volte espresso la necessità di rispettare ogni persona, ma allo stesso tempo chiede di non essere costretta ad adottare ideologie che contraddicono la propria visione antropologica. Un dialogo sereno e rispettoso è quindi fondamentale per trovare un equilibrio tra il diritto alla libertà religiosa e il rispetto delle diverse esperienze di genere e sessualità.
Una via cattolica di inclusione e verità
La “Joint Christian Declaration on ‘Diversity of Gender and Sexuality’” rappresenta una posizione forte e tradizionale su questioni di genere, sessualità e famiglia.
La visione cattolica, quindi, deve mirare a una sintesi tra verità e carità, riconoscendo la bellezza del piano di Dio per la famiglia e per l’identità umana, ma anche accogliendo le persone con un cuore misericordioso, ascoltando e accompagnando chiunque, senza esclusioni. Questo equilibrio tra fedeltà alla dottrina e apertura all’incontro e alla comprensione rappresenta la sfida della Chiesa cattolica in un mondo in continuo cambiamento.
mi sembra un documento interessante che tirne conto delle esigenze di oggi ripsettando la morale cristiana.