ANALISI: Dopo la storica visita di Papa Francesco in Calabria, di cui ricorre quest’anno il decimo anniversario, la Chiesa cattolica ha intensificato i suoi sforzi per combattere la criminalità organizzata e, in particolare, la ‘ndrangheta, una delle organizzazioni criminali più potenti e temute del mondo. Questo impegno ha visto un coinvolgimento crescente del Papa, dei vescovi, dei sacerdoti e delle comunità religiose, che hanno alzato la voce contro l’illegalità e la corruzione, promuovendo al contempo una cultura della legalità e della giustizia.
La ferma posizione di Papa Francesco
Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha espresso una posizione chiara e intransigente contro la criminalità organizzata. Nel 2014, durante una visita a Cassano all’Ionio, in Calabria, ha scomunicato i membri della ’ndrangheta, dichiarando che “quelli che nella loro vita seguono questa strada del male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio, sono scomunicati”. Questo gesto ha segnato un punto di svolta, inviando un forte messaggio a livello globale.
La denuncia dei vescovi calabresi
I vescovi della Calabria hanno seguito l’esempio del Papa, pronunciandosi apertamente contro la ’ndrangheta. Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, è stato uno dei più attivi nel denunciare le connessioni tra la criminalità organizzata e alcuni settori della società locale. Ha lavorato per creare una rete di supporto per le vittime della ’ndrangheta e per promuovere programmi educativi rivolti ai giovani.
Le omelie contro la mafia
Molti sacerdoti nelle aree colpite dalla criminalità organizzata hanno usato le loro omelie per parlare apertamente contro la mafia. Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, un’associazione che combatte le mafie e promuove la giustizia sociale, è diventato un simbolo della lotta ecclesiastica contro la criminalità. Libera organizza ogni anno la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, coinvolgendo parrocchie e comunità religiose in tutta Italia.
Iniziative educative e sociali
La Chiesa cattolica ha promosso numerose iniziative educative e sociali per contrastare l’influenza della criminalità organizzata. Progetti come “E!State Liberi!”, campi di volontariato organizzati da Libera, coinvolgono giovani da tutta Italia e dall’estero in attività di sensibilizzazione e impegno civile sui beni confiscati alle mafie. Queste esperienze offrono ai giovani l’opportunità di conoscere da vicino le problematiche legate alla criminalità organizzata e di contribuire attivamente alla costruzione di una società più giusta.
Collaborazione con le forze dell’ordine
La Chiesa ha anche collaborato strettamente con le forze dell’ordine e le istituzioni per contrastare la ’ndrangheta. In molte diocesi, i sacerdoti lavorano a stretto contatto con polizia e magistratura, fornendo supporto spirituale e morale a chi è impegnato in prima linea nella lotta alla criminalità.
Testimonianze di coraggio
Numerosi sacerdoti e religiosi hanno pagato un alto prezzo per il loro impegno contro la criminalità organizzata. Don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993, è stato beatificato nel 2013 come martire della Chiesa. La sua vita e il suo sacrificio continuano a essere un esempio di coraggio e dedizione per molti.
A Casal di Principe (CE) possiamo anche aggiungere Don Beppe Diana ucciso dalla Camorra in sacrestia il giorno del suo compleanno mentre si apprestava a celebrare la S. Messa.
Promozione della legalità
La promozione della legalità è diventata una delle priorità della Chiesa cattolica in Italia. Attraverso campagne di sensibilizzazione, incontri pubblici e attività pastorali, la Chiesa ha cercato di diffondere una cultura della legalità, incoraggiando i cittadini a denunciare le attività criminali e a rifiutare qualsiasi forma di complicità con la ’ndrangheta.
Supporto alle vittime
La Chiesa offre supporto concreto alle vittime della criminalità organizzata, fornendo assistenza psicologica, legale e spirituale. Parrocchie e centri di ascolto sono diventati punti di riferimento per chi cerca aiuto e protezione, contribuendo a creare una rete di solidarietà contro la violenza mafiosa.
Dialogo interreligioso
La lotta alla criminalità organizzata ha coinvolto anche il dialogo interreligioso. La Chiesa cattolica ha collaborato con altre confessioni religiose per promuovere un fronte comune contro le mafie, sottolineando l’importanza dei valori etici e morali condivisi.
Un impegno continuo
La lotta della Chiesa cattolica contro la criminalità organizzata è un impegno continuo che richiede coraggio, determinazione e fede. Nonostante le difficoltà e i pericoli, la Chiesa continua a essere una voce forte e chiara contro l’illegalità, promuovendo la giustizia e la dignità umana.
I dieci anni di lotta della Chiesa cattolica contro le mafie rappresentano un esempio di come la fede e la moralità possano essere strumenti potenti nella battaglia contro il male.
Anche la Pontificia Accademia Mariana Internazionale è scesa in campo da qualche anno per promuovere convegni e iniziative in collaborazione con giuristi e giudici per “Liberare Maria dalle Mafie”.
Questo impegno non solo contribuisce a contrastare la criminalità, ma rafforza anche i valori della comunità, offrendo speranza e sostegno a chi è colpito dalla violenza mafiosa.