Le forze internazionali hanno recentemente completato un’operazione segreta per liberare Fawzia Amin Sido, una giovane yazida rapita dall’ISIS quando aveva solo 11 anni. Dopo essere stata costretta a vivere in schiavitù per un decennio, subendo abusi e maltrattamenti, Fawzia è stata finalmente liberata grazie a un’operazione congiunta tra Israele, Stati Uniti e Giordania.
I curdi sono stati a lungo sostenitori della causa palestinese, poiché entrambi i popoli hanno sofferto sotto l’oppressione e cercano la libertà e il diritto all’autodeterminazione. Tuttavia, oggi ci siamo trovati di fronte a una tragica realtà: una delle nostre ragazze yazide è stata rapita e tenuta prigioniera da un militante palestinese affiliato all’ISIS. Ovviamente, questo non significa che ogni palestinese sia un membro dell’ISIS, ma ci spinge come popolo curdo a riconsiderare alcuni dettagli della nostra storia e chiediamo al mondo libero di farlo insieme a noi.
Giovedì scorso, il Ministero degli Affari Esteri israeliano ha annunciato che l’esercito israeliano ha “salvato una giovane yazida dal campo di Gaza”. La ragazza, rapita dall’ISIS in Iraq un decennio fa, è riuscita a mettersi in contatto con un funzionario internazionale per chiedere il suo rilascio. Da lì, quel funzionario ha contattato le autorità israeliane, avviando l’operazione di salvataggio.
In realtà, la ragazza era stata venduta anni fa a un attivista di Hamas a Gaza, dove è stata tenuta prigioniera. Un mese fa, è stato riferito al Coordinatore delle attività del governo israeliano che la giovane donna desiderava fuggire. Grazie alla collaborazione con le autorità americane e giordane, è stata finalmente liberata.
Steve Maman, un uomo d’affari canadese ebreo che ha dedicato la sua vita a salvare migliaia di yazidi dalle mani dell’ISIS, ha dichiarato: “È stata la missione di salvataggio più difficile in cui sono stato coinvolto. Questa ragazza ha ora una possibilità di ricostruire la sua vita. Aveva solo 11 anni quando l’hanno presa, nessun bambino sceglie di essere un ostaggio dell’ISIS o di Hamas. Questo è ciò che farei per chiunque altro, indipendentemente dalla religione.”
Tuttavia, in Iraq non è stato fatto alcun riferimento al ruolo di Israele nel salvataggio. Il Ministero degli Esteri iracheno ha dichiarato che “la ragazza yazida Fawzia Amin Sido è stata liberata grazie agli sforzi congiunti delle forze di sicurezza irachene, del Ministero degli Esteri e del Servizio Nazionale di Intelligence, con un alto livello di coordinamento con le ambasciate degli Stati Uniti a Baghdad e ad Amman, e con le autorità giordane, dopo più di quattro mesi di lavoro.”
Dettagli della storia:
Nell’agosto 2014, durante un feroce attacco dell’ISIS contro la comunità yazida nella regione di Sinjar, in Iraq, Fawzia venne rapita. All’epoca aveva 11 anni e, come migliaia di altre donne yazide, fu venduta come schiava sessuale. Fu costretta a sposare un combattente palestinese affiliato all’ISIS. Durante la prigionia, che durò circa dieci anni, Fawzia subì continui abusi fisici e psicologici e diede alla luce due bambini.
Dopo la morte del suo marito-captor in un raid aereo israeliano nel 2023, Fawzia riuscì a fuggire dalla famiglia di lui, cercando rifugio in un nascondiglio sicuro a Gaza. Tuttavia, il conflitto nella regione e le difficoltà burocratiche rendevano estremamente difficile la sua fuga da Gaza.
L’operazione di salvataggio:
Attraverso un’operazione congiunta e complessa, che coinvolse l’esercito israeliano, l’ambasciata americana e le autorità giordane, Fawzia fu evacuata segretamente da Gaza tramite il valico di Kerem Shalom. Dopo essere uscita dalla Striscia di Gaza, fu trasportata in Giordania e infine riportata in Iraq. Il successo di questa operazione fu il risultato di mesi di coordinazione internazionale, che permise a Fawzia di riunirsi con la sua famiglia.
Il ritorno in Iraq e la riunione con la famiglia:
In ottobre 2024, Fawzia tornò finalmente a casa, riabbracciando la sua famiglia a Sinjar, in Iraq, dopo dieci anni di separazione. Le immagini di questo toccante momento furono condivise da Steve Maman, un attivista canadese che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli yazidi. La riunione tra Fawzia e la sua famiglia rappresenta un momento simbolico e commovente, dopo anni di dolore e sofferenza.
Significato globale e contesto:
La storia di Fawzia non è isolata. Migliaia di donne yazide furono rapite e ridotte in schiavitù dall’ISIS durante l’assalto del 2014. Molte di queste donne sono ancora disperse o schiave. L’operazione di salvataggio di Fawzia dimostra l’importanza della cooperazione internazionale e offre speranza per il futuro, non solo per le vittime yazide, ma per tutte le persone ancora coinvolte in situazioni di prigionia e sfruttamento.
Finalmente una buona notizia da Gaza!