Le nozze del 3 giugno 2023 di due giovani down è un messaggio di inclusione e di umanizzazione che offre tanta speranza ai diversamente abili che cercano di costruirsi una vita sociale e affettiva normale.
Simone e Lorena sono due giovani da poco rientrati dalle isole della Grecia per il loro viaggio di nozze.
Una notizia bella, ma non notiziabile se non fosse per la particolarità che i due giovani sono affetti dalla Sindrome di Down.
È sempre più raro incrociare soggetti colpiti da questa particolarità genetica chiamata anche Trisomia 21.
Molte mamme durante la diagnosi prenatale preferiscono purtroppo abortire.
Premesso che la vita è sempre un dono e che la vita umana è indisponibile, il caso di questi due sposini fa capire come sia possibile avere una vita sociale e affettiva pienamente integrata pur nella diversità.
Simone e Lorena hanno sfidato distanza, differenza di età e disabilità e sono riusciti a coronare il loro progetto di amore.
Un sentimento consolidato e cresciuto negli anni: si erano conosciuti all’ostello In& Out di Barcellona nel 2010, durante un tirocinio lavorativo di tre settimane organizzato dall’Aipd (Associazione italiana persone down) nell’ambito del progetto europeo “Metteteci alla prova!”.
Durante il fidanzamento durato tredici anni hanno imparato a viaggiare da soli in treno essendo di Roma lui, di Bergamo lei.
Simone ha condiviso la passione per la danza della sua dolce metà e insieme gareggiano per la Dance Academy Asd, raggiungendo il titolo di campioni italiani come coppia nel merengue e nel latinoamericano.
Lo scorso 1° ottobre si sono anche esibiti con un passo a due di merengue durante la trasmissione televisiva “Tú sí que vales”.
Si spera anche in un cambiamento di mentalità: non dovrebbe essere strano o tabù che due persone con la sindrome di Down si sposino.
I genitori di Lorena e Simone hanno creduto fermamente in loro, li hanno presi sul serio e trattati da adulti, com’era giusto che fosse.
Non hanno liquidato il loro amore come un gioco di bambini, come purtroppo a volte accade, ma hanno sostenuto il loro sogno fino a vederlo realizzato.
La loro storia parla molto di autodeterminazione, che può realizzarsi solo se la rete intorno alle persone con disabilità, in particolare intellettiva, partecipa e si mette a disposizione per il suo compimento.
Da parte della Chiesa per la celebrazione di un matrimonio tra persone con sindrome di Down non c’è nessun ostacolo di tipo pastorale.
Il percorso di preparazione, naturalmente, deve essere fatto in modo serio, con l’obiettivo di far comprendere per quanto possibile a questi giovani il significato del sacramento.
Va anche detto che ogni situazione va considerata in modo specifico, secondo quanto insegna Amoris laetitia, e che non va sottovalutato il significato positivo che assume per la comunità il cammino tenace di due ragazzi che non dovranno essere lasciati soli.
L’amore supera ogni barriera e confine.