La controversia che ruota attorno alla famiglia di Elon Musk non è solo una questione privata, ma tocca temi etici, politici e sociali di ampio respiro. La polemica scaturita dalle dichiarazioni di sua figlia transgender, Vivian Jenna Wilson, sul ruolo della fecondazione in vitro nella selezione del sesso e il successivo allontanamento dalla figura paterna evidenziano una serie di contraddizioni che meritano un’attenta riflessione.
La selezione del sesso: etica e implicazioni
La rivelazione di Wilson, secondo cui il sesso “assegnatole alla nascita” sarebbe stato il risultato di una “transazione monetaria”, porta alla luce una realtà poco discussa: l’uso della fecondazione in vitro non solo per la procreazione assistita, ma anche per la selezione del sesso. Negli Stati Uniti questa pratica è consentita, ma in molti Paesi è limitata solo a fini terapeutici, per evitare derive eugenetiche. Il fatto che Musk abbia apparentemente scelto di avere prevalentemente figli maschi pone interrogativi inquietanti: è lecito decidere in anticipo il sesso di un bambino per ragioni di preferenza personale o familiare? E soprattutto, come si concilia questa pratica con i valori proclamati da chi si schiera politicamente in difesa della “famiglia naturale”?
Musk, i Repubblicani e la contraddizione dei valori
Elon Musk non è solo un imprenditore, ma anche una figura influente nel panorama politico. Il suo sostegno finanziario a Donald Trump e ad altri candidati repubblicani lo colloca in una posizione di rilievo nel dibattito conservatore americano. Eppure, la sua scelta di ricorrere alla fecondazione in vitro con selezione del sesso stride con la retorica del partito repubblicano, che si oppone all’ingegneria genetica e alla manipolazione della vita umana. Se i Repubblicani criticano la fecondazione assistita quando si tratta di coppie LGBTQ+ o di donne single, perché chiudono un occhio quando la pratica viene utilizzata per scopi selettivi da un loro sostenitore?
Inoltre, la frattura con la figlia transgender mostra un ulteriore paradosso: Musk, che finanzia politici apertamente ostili ai diritti delle persone trans, ha scelto di generare figli attraverso una tecnologia che, nella logica conservatrice, rappresenta una forzatura del “naturale”. Dunque, il problema non sembra essere la scienza in sé, ma chi ne beneficia.
L’ipocrisia della battaglia contro il “woke”
Musk ha più volte attaccato il “virus della mente woke”, attribuendogli la responsabilità dell’allontanamento della figlia e della sua transizione di genere. Ma se il “woke” è sinonimo di autodeterminazione e di libertà personale, non è forse una forma di “wokeness” anche la decisione di ricorrere alla fecondazione assistita per avere figli in un determinato modo? In fondo, entrambe le scelte—la selezione del sesso e la transizione di genere—derivano da una volontà di autodeterminazione che sfida la biologia. Il problema per Musk e per molti conservatori sembra essere solo chi esercita tale libertà: se è un miliardario che sceglie il sesso dei figli, è accettabile; se è una persona transgender che sceglie la propria identità, diventa un affronto alla natura.
Un’America sempre più divisa
Il caso di Musk e di sua figlia è uno specchio delle profonde divisioni ideologiche che attraversano gli Stati Uniti. Da un lato, un imprenditore che manipola la scienza per raggiungere i propri obiettivi personali; dall’altro, una figlia che rifiuta il destino impostole dalla nascita e sceglie di andarsene da un Paese in cui si sente minacciata dalle politiche anti-trans. Nel mezzo, un partito repubblicano che invoca valori tradizionali ma li applica in modo selettivo.
Vivian Jenna Wilson ha detto di voler lasciare gli Stati Uniti perché non vede un futuro nel Paese sotto un’amministrazione Trump. È una scelta che molti nella comunità LGBTQ+ stanno prendendo in considerazione, preoccupati per le politiche discriminatorie che potrebbero essere attuate. Ma la domanda più ampia resta: fino a che punto l’America può continuare a tollerare queste contraddizioni senza implodere sotto il peso della sua stessa ipocrisia?
Cos’e pazz!
È la nuova tecnodestra che predica bene e razzola male. La legge vale per gli altri.