ANALISI: Il 28 maggio 2024, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha contattato il premier italiano Giorgia Meloni, sollecitando il riconoscimento dello Stato palestinese da parte dell’Italia. Questo appello, presentato in un momento di tensioni elevate a causa del conflitto in Gaza, non è solo un atto politico, ma una mossa strategica che si inserisce in un contesto più ampio di geopolitica e influenze regionali.
Dietro le quinte delle strategie turche
La richiesta di Erdogan non è un semplice invito, ma un tassello di un piano più complesso. Il presidente turco sta cercando di ottenere un risultato nel breve termine, con l’obiettivo di rafforzare la sua posizione tra gli alleati musulmani e di presentarsi come un leader capace di mediare e influenzare gli equilibri internazionali. La mossa di Erdogan mira a sfruttare la situazione attuale in Israele e Palestina per consolidare la sua immagine di difensore dei diritti dei musulmani e, al contempo, a unire le forze per aprire una nuova fase di dialogo e negoziato.
Le posizioni dell’Italia e dell’UE
Nel colloquio telefonico con Giorgia Meloni, Erdogan ha chiarito che la Turchia si aspetta che l’Italia riconosca la Palestina, seguendo l’esempio di paesi come Spagna, Irlanda e Norvegia. L’obiettivo turco è chiaro: ottenere un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza, il rilascio degli ostaggi e dei detenuti palestinesi, e la consegna di aiuti umanitari. Questo appello è stato sostenuto dal ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, che ha rivolto un invito a tutti gli Stati dell’UE affinché seguano la stessa linea.
Il gioco di Erdogan e le sue Implicazioni
L’iniziativa di Erdogan non è priva di rischi e riflette la sua capacità di muoversi abilmente tra le pieghe della diplomazia internazionale. La moral suasion turca si estende ben oltre i confini della Turchia, cercando di influenzare la politica estera degli Stati europei. Erdogan sta cercando di trasformare la crisi in Gaza in un’opportunità per accrescere la propria influenza, mettendo in luce le debolezze e le divisioni interne all’UE.
Le sfide per l’Italia
L’Italia, da parte sua, si trova in una posizione delicata. Riconoscere lo Stato palestinese potrebbe portare a conseguenze significative sia a livello nazionale che internazionale. Da un lato, potrebbe rafforzare le relazioni con i paesi arabi e musulmani, dall’altro, potrebbe inasprire i rapporti con Israele e creare tensioni all’interno dell’UE stessa, dove le posizioni riguardo alla questione palestinese non sono uniformi.
Il contesto in cui si inserisce la richiesta di Erdogan è complesso e carico di implicazioni politiche. La situazione in Gaza e le mosse strategiche del presidente turco mettono in luce la fragilità degli equilibri internazionali e la necessità di una risposta ponderata da parte dell’Italia e dell’UE. Erdogan ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di sfruttare ogni occasione per accrescere la sua influenza, ma resta da vedere se la comunità internazionale saprà rispondere in maniera coesa e decisa a queste sfide.
È tempo che l’Italia riconosca la Palestina e riprenda un ruolo di guida illuminata e autonoma da superpotenze nella politica del bacino del mediterraneo.
Come ha avuto in passato ai tempi di La Pira , Andreotti , Craxi etc.
Basta la sottomissione al volere degli USA e NATO !