Stamattina in molti si chiedevano come mai la rappresaglia paventata dall’Iran contro Israele non avesse avuto ancora luogo. Teheran studia un’azione controllata e senza vittime. Israele minaccia un’azione preventiva. Gli USA con mediatori dell’Oman cercano di pacificare gli animi per evitare un’escalation irreversibile. La contropartita occulta è la ripresa per l’Iran del progetto sull’energia nucleare per scopi pacifici.
Da alcune nostre fonti presenti nelle istituzioni europee si apprende che in Israele si discute tra l’attendere con tutte le precauzioni o attaccare preventivamente, il che potrebbe però portare a una guerra totale.
Questo richiede il coordinamento con gli alleati, principalmente gli USA.
Per questo, il Ministro degli Esteri della Giordania è andato in Iran, seguito da negoziati tra Iran, USA e Oman.
Un delegato americano ha visitato l’Iran tramite mediazione omanita per tentare una de-escalation e avvertire i leader iraniani dei rischi di una guerra totale sostenuta da Netanyahu e dalle lobby sioniste negli USA.
Mentre crescono le preoccupazioni per un’escalation militare tra Iran e i suoi alleati da una parte, e Israele dall’altra, dopo l’assassinio del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, attribuito a Israele, e l’uccisione del leader di Hezbollah Fouad Shukr in un attacco israeliano a Beirut, gli Stati Uniti e i loro partner internazionali, tra cui Francia, Regno Unito, Italia ed Egitto, continuano i contatti diplomatici per prevenire un’ulteriore escalation nella regione.
Nel contesto degli sforzi internazionali per disinnescare un potenziale conflitto regionale, il presidente francese Emmanuel Macron e il re giordano Abdullah II hanno esortato ieri, domenica, a evitare a tutti i costi un’escalation militare in Medio Oriente.
Il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha incontrato ieri a Teheran il ministro degli Esteri iraniano ad interim e il presidente iraniano Massoud Pezeshkian.
Inoltre, i ministri degli Esteri del G7 hanno tenuto una videoconferenza per discutere la situazione in Medio Oriente, esprimendo “grande preoccupazione” per le potenziali escalation, secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani.
Il sito di notizie americano Axios ha riportato che il segretario di Stato americano Antony Blinken ha informato i suoi omologhi del G7 che Iran e Hezbollah potrebbero iniziare ad attaccare Israele oggi, lunedì, secondo tre fonti informate sulla chiamata. Tuttavia, Blinken ha dichiarato che non è chiaro come Iran o Hezbollah attaccheranno e che non conosce la tempistica esatta.
In risposta a una domanda su questo rapporto, il Dipartimento di Stato ha fatto riferimento al testo della chiamata, in cui si afferma che i ministri hanno discusso “l’urgenza di ridurre le tensioni in Medio Oriente”.
In un contesto correlato, Blinken ha sottolineato in una telefonata con il primo ministro iracheno Mohammed Shia’ Al Sudani “l’importanza che tutte le parti adottino misure” per la de-escalation, secondo il suo portavoce.
Con l’aumento delle preoccupazioni, gli Stati Uniti hanno rafforzato il loro apparato militare nella regione, schierando più navi da guerra e aerei da combattimento per proteggere le proprie truppe e l’alleata Israele.
Jonathan Finer, vice consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha dichiarato alla CBS: “L’obiettivo generale è ridurre la tensione nella regione, oltre a scoraggiare e respingere gli attacchi, evitando un conflitto regionale”. Ha aggiunto che Stati Uniti e Israele si stanno preparando a tutte le eventualità.
Finer ha ricordato che la regione ha evitato un’importante escalation lo scorso aprile, quando l’Iran ha lanciato un attacco contro Israele con droni e missili in risposta a un attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco il primo aprile, che ha causato la morte di sette membri delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane.
Notizie dalla stampa iraniana
Titoli principali: 1. L’assassinio di Ismail Haniyeh e il superamento delle linee rosse – La “Khurasan” ha definito l’omicidio un superamento di tutte le linee rosse da parte di Israele, rafforzando la resistenza palestinese e aumentando la tensione in Asia occidentale.
2. Possibili risposte iraniane – “Middle East News” ha discusso opzioni di risposta limitate per evitare una guerra totale, bilanciando la necessità di vendetta con le implicazioni geopolitiche.
3. Dichiarazioni del Ministero degli Esteri iraniano – Il portavoce Nasser Kanani ha promesso che l’Iran farà pagare il prezzo ai responsabili, rafforzando i legami con la resistenza palestinese.
4. Posizione delle Brigate Al-Qassam – Le Brigate hanno affermato che l’uccisione di Haniyeh porta il conflitto a nuovi livelli e che Israele ha sottovalutato la reazione della resistenza.
5. Conseguenze politiche e militari – La “Kayhan” ha descritto l’assassinio come un errore che cambierà le dinamiche regionali, rafforzando la determinazione della resistenza contro Israele.
Gli articoli della stampa iraniana indicano che l’assassinio di Ismail Haniyeh avrà conseguenze significative a livello politico, militare e diplomatico, con l’Iran e i suoi alleati che cercano di bilanciare la risposta mantenendo l’equilibrio delle forze nella regione e supportando la resistenza palestinese.