Un colpo di stato in Gabon ha segnato la fine di oltre mezzo secolo di dominio dinastico ininterrotto durante il quale la famiglia Bongo ha accumulato enormi ricchezze mentre la popolazione soffriva e l’economia del Paese stagnava.
I soldati hanno preso il potere nella nazione dell’Africa centrale il 30 agosto 2023 poco dopo le prime contestazioni dei risultati di voto di un’ennesima elezione presidenziale farlocco.
Il presidente rimosso Ali Bongo era salito al potere nel 2009 dopo la morte di suo padre Omar Bongo, il cui governo autoritario di quasi 42 anni era stato sostenuto dalla Francia.
Sebbene il Gabon sia ricco di petrolio, almeno un terzo della popolazione vive nella povertà.
I Bongo, tuttavia, hanno ostentato il loro status di una delle prime famiglie più ricche dell’Africa.
Ali Bongo, come rivelato da fonti investigative di giornalismo nello scandalo dei Pandora Papers, era il direttore di una società di comodo nelle Isole Vergini britanniche.
Gran parte della ricchezza dei Bongo fu incanalata in proprietà straniere. Le case di Washington, D.C. dei Bongo venero addirittura acquistate in contanti.
La ricchezza dei Bongos non è sfuggita al controllo in Francia, dove le indagini iniziate sotto la presidenza di Omar Bongo hanno messo a dura prova le relazioni tra l’ex potenza coloniale e la famiglia che storicamente considerava un alleato affidabile in Africa. Un’inchiesta della polizia francese del 2007 ha scoperto che la famiglia possedeva 39 proprietà e aveva 70 conti bancari.
Di fronte alla riluttanza ufficiale a perseguire la questione, le organizzazioni della società civile, tra cui Transparency International, sono andate in tribunale per forzare la mano dello stato francese, vincendo un caso precedente nel 2010 in cui il più alto tribunale francese ha spianato la strada alle indagini contro le famiglie dominanti del Gabon, della Guinea Equatoriale e della Repubblica del Congo.
Il caso ha portato al sequestro di alcune proprietà della famiglia Bongo nel 2016, tra cui palazzi di lusso a Nizza e Parigi.
L’anno scorso, le autorità francesi hanno incriminato diversi membri della famiglia e associati di Bongo, tra cui almeno nove fratellastri e sorelle di Ali Bongo, per corruzione, appropriazione indebita di fondi pubblici e riciclaggio di denaro.
Il caso di 15 anni riguardava presunte “commissioni indebite” pagate dalla società energetica francese Elf e transazioni immobiliari corrotte del valore di almeno 85 milioni di euro.
Un tentativo di colpo di stato già era fallito in Gabon nel 2019, quando Bongo era all’estero per cure mediche.
Il leader del colpo di Stato, Brice Clotaire Oligui Nguema, capo della Guardia repubblicana, è ora a capo del paese.
Il suo intervento pone fine al dominio dei Bongo, ma il potere rimane all’interno dell’élite e della famiglia allargata: Nguema è un lontano cugino di Ali Bongo.
Anche lui è stato menzionato nel rapporto OCCRP per aver acquistato tre proprietà negli Stati Uniti per oltre 1 milione di dollari, pagate in contanti.
Dal colpo di Stato, la televisione di stato in Gabon ha trasmesso immagini di sacchi pieni di denaro presumibilmente sequestrati dalle case dei funzionari.
Nguema, nel prestare giuramento come nuovo leader del paese, aveva promesso che i militari avrebbero restituito il potere a un governo civile, ma non voleva “ripetere gli errori del passato” affrettando la transizione.
Ne abbiamo abbastanza di queste dinastie di presidenti che rubano i soldi ai nostri paesi. La gente soffre e loro si arricchiscono. Fanno studiare i figli all’estero per preparare la successione e trasferiscono soldi, oro e diamanti in depositi anonimi offshore. Una vergogna che deve finire!
Sui Pandora Papers anche negli altri paesi è emersa la corruzione con la differenza che altrove c’è almeno sviluppo. In Africa c’è troppa ingordigia a favore solo del clan familiare.