Dopo nove mesi di fuga, Mohamed Amra, detto La Mouche (La Mosca), è stato arrestato in Romania e riportato in Francia sotto scorta pesantemente armata. Il boss della droga franco-algerino, protagonista di un’evasione spettacolare con un assalto armato al furgone della polizia, è stato catturato sabato pomeriggio a Bucarest mentre entrava nel negozio di un barbiere.

Amra era diventato il criminale più ricercato di Francia dopo il raid del 14 maggio 2024, quando un commando armato lo liberò in un’imboscata mortale a Incarville, uccidendo due agenti penitenziari e ferendone altri tre. Da allora, era riuscito a sfuggire alla cattura, tessendo una rete di contatti criminali che lo collegavano a bande organizzate in tutta Europa.

La cattura è avvenuta grazie a una massiccia operazione di intelligence che ha coinvolto polizia francese, Interpol e forze dell’ordine rumene. Il boss, che si era tinto i capelli di arancione nel tentativo di camuffarsi, aveva affermato di trovarsi a Bucarest per sottoporsi a chirurgia plastica prima di trasferirsi in Colombia, noto rifugio per narcotrafficanti.

Dopo il suo arresto, è stato immediatamente estradato in Francia su un aereo privato e trasferito in una prigione di massima sicurezza, dove è ora detenuto in isolamento per ordine del Ministro dell’Interno Gérald Darmanin. “Persone come il signor Amra sono estremamente pericolose. Devono essere completamente isolate”, ha dichiarato il ministro.

La criminalità organizzata: un mostro fuori controllo

Il nome di Mohamed Amra non è quello di un semplice criminale. Non si tratta di un piccolo spacciatore cresciuto nelle banlieue e finito nel giro della droga. È il leader di una nuova generazione di boss, capaci di gestire traffici internazionali di stupefacenti, estorsioni, sequestri di persona e regolamenti di conti.

Le connessioni con la Black Manjak Family e la DZ Mafia rivelano la trasformazione del crimine francese in qualcosa di più strutturato, più violento, più spregiudicato. Per anni la Francia ha osservato con una certa distanza il fenomeno delle mafie italiane, ritenendosi immune dalla loro logica, ma oggi Marsiglia, Parigi e molte altre città sono teatro di esecuzioni in stile cartello, sparatorie in pieno giorno e traffici che si estendono dal Sud America all’Africa Occidentale.

L’arresto di Amra e dei suoi complici è un risultato positivo per lo Stato, ma la vera domanda è: quanti altri come lui sono ancora in libertà? Quante bande hanno già consolidato il proprio controllo sulle periferie e sulle rotte della droga?

La Francia e la guerra alla droga: un sistema che scricchiola

L’arresto di Amra è un successo per le forze dell’ordine, ma non cancella il fallimento della sicurezza francese, che ha permesso a un boss della droga di evadere con un’operazione militare in pieno giorno. La Francia sta scoprendo di essere sempre più vulnerabile di fronte alla criminalità organizzata, con bande sempre più strutturate e audaci, capaci di gestire traffici internazionali di stupefacenti, sequestri e omicidi con una violenza che ricorda i cartelli messicani.

La questione non è solo il singolo criminale, ma il sistema. La fuga di Amra e la sua capacità di sfuggire alle autorità per quasi un anno dimostrano che le gang stanno prendendo sempre più il controllo delle città francesi, mentre lo Stato fatica a rispondere con efficacia.

L’arresto di La Mouche è solo una vittoria momentanea in una guerra che la Francia sta perdendo. E se lo Stato non agirà con decisione, la prossima evasione potrebbe essere ancora più clamorosa.

La Francia come il Messico? Un futuro inquietante

C’è chi, come il giornalista e scrittore Roberto Saviano, ha già parlato di una Marsiglia più potente della Cosa Nostra siciliana. Non è un’esagerazione: la guerra tra bande in Francia ha raggiunto un livello di violenza inaudito.

Il paragone con il Messico e la Colombia non è più solo un’ipotesi giornalistica, ma una realtà sempre più concreta. L’uso di armi automatiche, l’infiltrazione nel tessuto economico, la collusione con sistemi criminali internazionali rendono la situazione sempre più simile a quella di un narco-Stato.

Se lo Stato francese non reagirà con fermezza, si rischia una degenerazione simile a quella vista in America Latina, dove i cartelli non solo combattono lo Stato, ma lo sostituiscono nel controllo del territorio.

E quando la criminalità organizzata prende il controllo delle città, le conseguenze sono devastanti:

• I quartieri diventano zone di guerra.

• La corruzione si insinua nelle istituzioni.

• I giovani vengono reclutati nel crimine invece di avere un futuro alternativo.

• Le imprese legali soffrono, mentre il denaro sporco si infiltra nell’economia.

Marsiglia, Parigi, Lione, Tolosa: le città francesi stanno diventando terre di nessuno, e la politica sembra sempre più incapace di affrontare il problema alla radice.