La scomparsa di Jean-Marie Le Pen, avvenuta il 7 gennaio 2025 all’età di 96 anni, chiude un capitolo controverso e turbolento della storia politica francese. Fondatore del Fronte Nazionale, Le Pen ha incarnato per decenni un nazionalismo radicale, caratterizzato da xenofobia, euroscetticismo e provocazioni ideologiche che hanno polarizzato la Francia.
Il momento più significativo della sua carriera politica si verificò il 21 aprile 2002, quando, contro ogni previsione, si assicurò un posto al ballottaggio presidenziale, sconfiggendo Lionel Jospin, primo ministro socialista. Fu un terremoto politico che sconvolse non solo la Francia, ma l’intera Europa. Le Pen si presentava come il paladino di una Francia “tradizionale”, attaccando immigrati, musulmani e istituzioni europee, mentre accusava l’élite politica di corruzione e decadenza morale. Al secondo turno, però, la Francia si schierò in massa contro di lui, garantendo a Jacques Chirac una vittoria schiacciante con l’82% dei voti.
Le Pen fu un oratore straordinario, capace di mobilitare le folle e costruire un seguito leale in un’epoca di profonda crisi economica e sociale. Tuttavia, il suo messaggio era spesso intriso di razzismo, antisemitismo e omofobia. Le sue dichiarazioni sull’Olocausto, definito un “dettaglio della storia”, e le sue simpatie per i collaborazionisti nazisti gli valsero condanne giudiziarie e un ampio disprezzo pubblico. Nonostante ciò, riuscì a intercettare il malessere di una parte della popolazione francese, soprattutto nei sobborghi e nelle aree rurali, erodendo il consenso ai partiti tradizionali. Dopo il picco del 2002, la parabola politica di Le Pen cominciò a declinare. Nel 2011 lasciò la guida del Fronte Nazionale alla figlia Marine, sperando di garantirne la continuità. Tuttavia, Marine si impegnò a “disintossicare” l’immagine del partito, prendendo le distanze dalle posizioni più estreme del padre. La rottura culminò nel 2015, quando Jean-Marie fu espulso dal partito che aveva fondato, un evento che egli stesso descrisse come il suo “patricidio politico”.
Nonostante le sue idee divisive, Le Pen ha avuto un impatto duraturo sulla politica francese. Il Fronte Nazionale, oggi Rassemblement National, è diventato una forza politica rilevante, con Marine Le Pen che ha raggiunto il ballottaggio nelle elezioni presidenziali del 2017 e del 2022. La retorica nazionalista e populista di Jean-Marie ha gettato le basi per un cambiamento più ampio nello spettro politico francese, spingendo anche i partiti tradizionali a confrontarsi con questioni come l’immigrazione e la sovranità nazionale. Jean-Marie Le Pen ha rappresentato un volto della destra francese che ha oscillato tra l’ostracismo e la normalizzazione politica. La sua figura, pur profondamente divisiva, ha influenzato il dibattito politico e culturale del paese, riflettendo le ansie e le tensioni di un’epoca. Con la sua scomparsa, la Francia chiude un capitolo della sua storia recente, ma le domande che il suo movimento ha sollevato restano aperte, continuando a plasmare il futuro del paese.