Vince la sorpresa e un sussulto di responsabilità politica al secondo turno delle elezioni in Francia con la vittoria relativa del populista di sinistra Mélenchon costretto con Macron ad accettare il compromesso. La Destra rimane la terza forza politica.
Il risultato del secondo turno di elezioni in Francia è una doccia fredda per il Rassemblement National di Marine Le Pen che contava in una vittoria del suo partito e nella carica di Primo Ministro del suo delfino Jordan Bardella.
A sorpresa vince la sinistra, mentre il partito di Macron, pur rimanendo la seconda forza politica, vede diminuire i suoi seggi all’Assemblea Nazionale.
Oggi Gabriel Attal rimetterà le sue dimissioni al Presidente della Repubblica che valuterà se accettarle o meno.
Jean-Luc Mélenchon, vincitore a sorpresa con il suo movimento di sinistra populista “France Insoumise” chiede di prenderne il posto.
Ciò che è certo, vista la maggioranza relativa dei due primi schieramenti, è un governo di alleanze e compromessi, una novità per la Francia della V Repubblica.
Se le sinistre europee esultano, in Francia avrebbero preferito un vincitore più moderato che non è escluso possa essere tradotto in un Primo Ministro inedito scelto da un consenso della sinistra francese tutta intera.
Con il senno di poi il sorprendente richiamo alle elezioni anticipate di Macron ha ribaltato il risultato delle elezioni europee che, come in Italia, presentavano l’estrema destra come favorita.
L’Europa tira un respiro di sollievo per gli equilibri che il nuovo Parlamento e consiglio dell’Unione sta cercando di costruire non senza difficoltà.
Marine Le Pen che nei giorni scorsi ha palesato una maggiore intesa col la Lega di Salvini piuttosto che con l’amica storica Giorgia Meloni, ha incassato una pesante batosta con ripercussioni che si allargano oltre le frontiere dell’Esagono.
Macron scongiura un governo di destra in Francia, perde seggi, ma conserva un potere negoziale con la sinistra.
Le prossime settimane riveleranno se il Paese sarà effettivamente governabile o se gli interessi di ogni partito metteranno gli egoismi politici al di sopra di tutto fragilizzando ulteriormente la democrazia.
Dopo l’Italia, anche in Francia suona un campanellino d’allarme sullo stato di salute del “governo del popolo”.