RECENSIONE: Esiste un divario tra il discorso pubblico e la realtà della politica, una distanza tra ciò che viene dichiarato e ciò che effettivamente viene pensato e deciso nei luoghi del potere. Fratelli di Chat, il libro-inchiesta di Giacomo Salvini, appena uscito, illumina proprio questo spazio opaco, svelando il dietro le quinte di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, e la sua vertiginosa scalata fino a Palazzo Chigi. Un’operazione resa possibile non solo dagli errori altrui, ma anche da una gestione strategica che si muove tra pragmatismo, opportunismo e un’abile costruzione dell’immagine.

Il libro è costruito attraverso una selezione dei messaggi scambiati nella chat interna del partito, rimasta attiva dal 2017 fino alla sua improvvisa chiusura nell’ottobre 2024, quando gli scoop giornalistici iniziarono a rivelarne il contenuto. Quello che ne emerge è un documento dal valore politico inestimabile, che smonta la narrazione di una destra coerente e identitaria, mostrando invece un partito diviso, attraversato da rivalità interne e guidato da una leader lucida e spietata nel gestire alleanze e contraddizioni.

Un partito in guerra con se stesso: il nemico Salvini

Uno dei fili conduttori del libro è il rapporto tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, suo principale rivale nella corsa alla leadership del centrodestra. Se in pubblico la competizione tra i due è stata spesso attenuata in nome dell’unità della coalizione, nelle conversazioni interne di FdI il leader leghista viene demolito senza pietà. I messaggi parlano chiaro: Salvini viene definito “bimbominkia, cialtrone e senza onore”, un politico imprevedibile e dannoso per l’intera area conservatrice.

Meloni, da stratega, non attacca mai frontalmente il suo alleato, ma aspetta che si indebolisca da solo, sfruttando ogni suo errore. La crisi del Papeete del 2019 e il flirt con il Movimento 5 Stelle vengono letti come il principio della sua fine, mentre il presunto “ricatto” di Mosca su Salvini – che il libro tocca con discrezione – è visto come una potenziale bomba politica capace di travolgerlo definitivamente.

Il sovranismo come strategia, non come ideologia

Uno degli aspetti più rivelatori del libro riguarda la gestione del sovranismo e della retorica anti-establishment. Se in pubblico Meloni si è sempre presentata come difensore della sovranità nazionale contro Bruxelles e le élite finanziarie, i messaggi della chat rivelano un atteggiamento molto più pragmatico, persino cinico.

Il caso del governo Draghi è emblematico. Fratelli d’Italia è stata l’unica forza politica a restare all’opposizione, ma non per convinzione ideologica: la chat rivela che la decisione era puramente strategica. Meloni e il suo entourage sanno bene che il governo Draghi sarebbe stato un “mega-inciucio” destinato a logorare tutti i partiti coinvolti, aprendo così la strada a una crescita elettorale di FdI.

Questa abilità di adattamento emerge anche nei temi economici: la chat mostra come, pur dichiarandosi contro il “pizzo di Stato” e a favore di un fisco più leggero, il partito sia consapevole della necessità di introdurre misure impopolari per mantenere la stabilità dei conti pubblici. Una contraddizione evidente tra propaganda e realtà di governo.

Autonomia differenziata, ambiente e pandemia: le giravolte di FdI

Il libro tocca alcuni punti critici su cui Fratelli d’Italia ha mostrato posizioni altalenanti, se non apertamente contraddittorie. L’autonomia differenziata, inizialmente definita una misura per “spaccare l’Italia”, è stata poi digerita nel nome della stabilità della coalizione con la Lega. Stesso discorso sull’ambiente: la chat rivela che la svolta verde del partito è stata decisa solo per attrarre voti e per evitare lo scontro con l’Europa, non certo per convinzione profonda.

Un capitolo chiave riguarda la pandemia. In pubblico FdI ha dato spazio alla protesta contro lockdown e green pass, strizzando l’occhio ai no-vax, ma nei messaggi interni emerge un atteggiamento molto più cauto. Meloni sa che una posizione estrema può danneggiare il partito e cerca di bilanciare l’opposizione con la necessità di apparire responsabile. La gestione della comunicazione prevale sempre sulla coerenza ideologica.

La destra e il problema della memoria storica

Uno dei nodi irrisolti di Fratelli d’Italia, come evidenzia il libro, è il rapporto con il fascismo e la memoria storica. La strategia della Meloni è chiara: evitare sempre di affrontare il tema, lasciando che il tempo e la normalizzazione del partito dissolvano ogni polemica.

Ma nelle chat si discute apertamente della necessità di controllare la narrazione, in particolare sulle stragi neofasciste, e di mantenere una linea di silenzio su alcuni passaggi scomodi della storia della destra italiana. In questo senso, il libro mostra come FdI sia un partito ancora segnato dal passato, anche se la sua leader fa di tutto per distaccarsene ufficialmente.

L’informazione come nemico: l’assedio paranoico al giornalismo

Un altro capitolo cruciale è il rapporto tra Fratelli d’Italia e la stampa. La chat rivela un’ossessione per il controllo dell’informazione, con i dirigenti del partito che vedono giornalisti e magistrati come avversari da neutralizzare. Il clima è quasi paranoico: le critiche vengono interpretate come parte di un complotto mediatico contro la destra, anche quando provengono da testate vicine all’area conservatrice.

Un atteggiamento che ricorda le strategie di Berlusconi, ma con una differenza: Meloni non ha bisogno di possedere giornali o televisioni, le basta condizionare il dibattito pubblico con una gestione chirurgica della comunicazione.

Conclusione: Giorgia Meloni, la stratega del potere

Alla fine della lettura di Fratelli di Chat, il ritratto di Giorgia Meloni che emerge è molto diverso da quello raccontato dalla narrazione pubblica. Non è una politica istintiva o ideologica, ma una leader estremamente lucida e pragmatica, capace di adattare la propria immagine e le proprie posizioni alle circostanze.

Meloni non ha bisogno di scontri frontali con il potere, perché ha compreso che il modo migliore per vincere è ascoltare, aspettare e colpire al momento giusto. Lontana dagli eccessi populisti di Salvini e più disciplinata rispetto a Berlusconi, ha saputo muoversi con una freddezza che sorprende anche i suoi avversari.

Ma il libro di Salvini mostra anche le fragilità di FdI: un partito che, dietro l’unità di facciata, è diviso da rivalità interne e attraversato da ambiguità e incoerenze. Il rischio per la destra al governo è proprio questo: la realtà del potere potrebbe erodere la sua credibilità più rapidamente di quanto previsto.

 Fratelli di Chat non è solo un libro di cronaca politica: è uno specchio implacabile della politica italiana, dove la fedeltà agli ideali è sempre sacrificata sull’altare della convenienza. E se Giorgia Meloni non ama vedersi attribuire parole mai dette, stavolta non potrà protestare: queste sono le sue stesse parole, senza filtri.