La privazione dell’acqua nella Striscia di Gaza solleva accuse di genocidio contro Israele.

Nella Striscia di Gaza, la popolazione civile sta affrontando una crisi umanitaria senza precedenti. La privazione dell’accesso all’acqua potabile, imposta dalle autorità israeliane dall’ottobre 2023, ha portato a una drastica riduzione della disponibilità idrica, passando da 83 litri per persona al giorno a soli due litri. Questa situazione ha causato migliaia di morti per disidratazione, malnutrizione e malattie correlate. 

Human Rights Watch (HRW) ha recentemente pubblicato un rapporto in cui accusa Israele di atti di genocidio e sterminio, evidenziando come la distruzione deliberata delle infrastrutture idriche e le restrizioni all’accesso all’acqua siano parte di una politica volta alla distruzione parziale della popolazione palestinese a Gaza. 

Le autorità israeliane, da parte loro, negano tali accuse, affermando di rispettare il diritto internazionale e di facilitare l’afflusso di aiuti umanitari nella regione. Tuttavia, le testimonianze sul campo e le analisi delle organizzazioni per i diritti umani dipingono un quadro diverso, suggerendo che le azioni intraprese stiano aggravando una situazione già critica. 

La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’evolversi degli eventi, mentre la popolazione di Gaza continua a lottare per la sopravvivenza in condizioni sempre più disperate.