Il piano di Friedrich Merz di creare un fondo speciale da 500 miliardi di euro per rafforzare la difesa e le infrastrutture tedesche è stato presentato come una risposta necessaria alle minacce alla sicurezza europea. Tuttavia, se analizziamo il contesto militare attuale, emerge un punto critico: il rischio di un’invasione russa su vasta scala dell’Europa occidentale appare altamente improbabile se consideriamo solo le forze convenzionali di Mosca. Il timore che giustifica questo massiccio riarmo tedesco è dunque realistico o si tratta di una costruzione politica e strategica?

Il potenziale militare russo: quanto è davvero minaccioso per l’Europa occidentale?

L’argomento centrale a sostegno dell’aumento della spesa militare è che l’Europa deve prepararsi a difendersi da una Russia sempre più aggressiva, specialmente dopo il congelamento degli aiuti statunitensi all’Ucraina deciso da Donald Trump. Ma i numeri e la realtà militare raccontano una storia diversa.

La Russia ha dimostrato di avere difficoltà logistiche e operative nel gestire l’invasione dell’Ucraina, un conflitto in cui, dopo due anni, non è riuscita a ottenere il controllo totale nemmeno del Donbass. L’esercito russo ha subito perdite significative in termini di uomini, mezzi e capacità industriale, tanto che Mosca si è vista costretta a chiedere aiuto a Iran, Corea del Nord e Cina per rifornire le proprie truppe.

Se la Russia fatica a controllare un territorio confinante e militarmente meno attrezzato come l’Ucraina, risulta difficile immaginare che possa minacciare direttamente paesi della NATO come la Germania, la Francia o la Polonia, tutti dotati di eserciti avanzati e di un supporto tecnologico superiore.

L’unico vero deterrente che la Russia possiede rispetto all’Occidente è il suo arsenale nucleare. Ma se il discorso passa sul piano nucleare, allora il riarmo convenzionale della Germania rischia di essere un’operazione priva di senso strategico: nessuna quantità di carri armati o caccia potrà mai neutralizzare la minaccia atomica.

Un investimento militare giustificato o un gioco politico?

Il rischio reale è che il piano di Merz si trasformi in una giustificazione per un aumento della spesa militare senza una minaccia concreta. La Germania, che per decenni ha mantenuto un atteggiamento prudente in politica estera, si sta ora avviando verso una trasformazione radicale della sua dottrina difensiva senza un’analisi approfondita dei rischi reali.

Non è un caso che i mercati abbiano reagito positivamente: l’industria della difesa europea è la vera vincitrice di questo annuncio. Le aziende di armamenti vedranno un’impennata di investimenti, mentre il dibattito sul reale bisogno di un simile riarmo viene lasciato in secondo piano.

Inoltre, l’esenzione delle spese per la difesa dal freno al debito potrebbe aprire la strada a una revisione più ampia delle regole fiscali tedesche, con potenziali conseguenze per l’intera UE. Se Berlino decide di allentare il controllo sul deficit per finanziare il riarmo, cosa impedirà ad altri paesi di fare lo stesso, magari per scopi economici e non militari?

Berlino sceglie la militarizzazione senza una minaccia concreta?

Il piano di Merz sembra più una reazione politica alla nuova amministrazione Trump e alla crisi ucraina che una risposta a un rischio concreto e immediato per la sicurezza della Germania. La Russia, nella sua condizione attuale, non ha le capacità convenzionali per minacciare direttamente l’Europa occidentale, a meno di un conflitto nucleare – scenario che nessun riarmo convenzionale potrebbe prevenire.

Se la Germania vuole davvero rafforzare la sicurezza europea, dovrebbe piuttosto investire in una difesa comune a livello UE, anziché lanciarsi in una corsa al riarmo che rischia di generare più instabilità che protezione. Altrimenti, si rischia di cadere in un circolo vizioso in cui la paura, più che la realtà dei fatti, guida le scelte strategiche.