Oggi Hassan Nasrallah viene sepolto a Beirut, lasciandosi alle spalle un’eredità di polemiche e profonde divisioni in Libano. Mentre i suoi sostenitori lo salutano come un “leader della resistenza”, altri tirano un sospiro di sollievo, considerandone la scomparsa un’opportunità per riequilibrare il potere dopo decenni di dominio di Hezbollah sullo Stato libanese. Il suo nome, infatti, è stato associato a una lunga serie di omicidi politici che ancora non sono stati dimenticati.
In questo momento, la domanda sorge spontanea: la morte di Nasrallah potrebbe segnare la trasformazione di Hezbollah in un partito politico puramente libanese? Oppure la speranza di un cambiamento è vana e sarà necessaria un’ulteriore battaglia per porre fine alla sua egemonia?
Nasrallah tra resistenza ed egemonia: un’eredità complessa
È innegabile che Nasrallah abbia rappresentato una figura centrale nella storia recente del Libano. Tuttavia, la sua figura è stata oggetto di una forte polarizzazione.
- Per i suoi sostenitori, è stato il comandante che ha combattuto Israele, guidando Hezbollah verso “vittorie” nel 2000 e nel 2006, imponendo una nuova equazione di deterrenza nella regione.
- Per i suoi oppositori, è stato colui che ha svuotato lo Stato libanese della sua sovranità, trasformandolo in un avamposto per il progetto iraniano nella regione, utilizzando un’arma illegittima per ridefinire gli equilibri interni ed esterni.
Ma l’aspetto più controverso è il suo legame con una lunga serie di omicidi politici che hanno preso di mira leader dello Stato libanese, oppositori interni alla comunità sciita, giornalisti e intellettuali, nel tentativo di mettere a tacere ogni voce dissidente.
Un’eredità di sangue: da Rafiq Hariri a Lokman Slim
Rafiq Hariri: l’assassinio di un uomo di Stato
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Il 14 febbraio 2005 un’enorme esplosione uccise Rafiq Hariri, ex primo ministro del Libano, in quello che fu uno degli omicidi politici più sconvolgenti della storia del Paese. L’attentato arrivò dopo anni di scontro con il regime siriano e le indagini internazionali indicarono membri di Hezbollah come responsabili dell’attacco. Questo evento segnò l’inizio della Rivoluzione dei Cedri, la grande rivolta popolare contro l’occupazione siriana del Libano.
Le vittime del 14 marzo: una lunga lista di assassinii
L’uccisione di Hariri non fu un caso isolato: seguì una lunga serie di omicidi mirati, con l’obiettivo evidente di eliminare ogni opposizione all’influenza di Hezbollah e della Siria in Libano. Tra le vittime più note:
- Georges Hawi, ex segretario generale del Partito Comunista Libanese, assassinato nel 2005 dopo aver criticato il dominio del partito e del regime siriano.
- Samir Kassir, giornalista d’opposizione, ucciso con un’autobomba a Beirut.
- Gebran Tueni, direttore del quotidiano An-Nahar, assassinato nel 2005 con la stessa modalità.
- Pierre Gemayel, ministro dell’industria e deputato del partito Kataeb, assassinato nel 2006.
- Walid Eido, Antoine Ghanem, Mohammad Chatah e molti altri. Il filo conduttore tra tutte queste vittime era il loro rifiuto dell’egemonia di Hezbollah e della Siria sul Libano.
Lokman Slim e Hashem Salman: l’eliminazione degli oppositori sciiti
Hezbollah non si è limitato a colpire solo i suoi avversari politici esterni, ma ha anche perseguitato le voci dissidenti all’interno della comunità sciita.
- Lokman Slim, intellettuale e attivista sciita, non era solo un oppositore, ma rappresentava un movimento sciita indipendente che rifiutava l’asservimento della comunità a Teheran.
- È stato assassinato nel 2021, dopo aver ricevuto numerose minacce, in un attacco che dimostrava come il partito non tolleri alcuna opposizione interna.
- Hashem Salman, attivista sciita e leader dell’organizzazione “I libanesi liberi”, fu ucciso nel 2013 di fronte all’ambasciata iraniana a Beirut, mentre manifestava contro l’intervento di Hezbollah nella guerra siriana. Anche in questo caso, nessuno è stato ritenuto responsabile.
Questi omicidi non erano atti isolati, ma un messaggio chiaro: ogni opposizione a Hezbollah è una condanna a morte.
Hezbollah cambierà senza Nasrallah? Un’illusione pericolosa
Con la morte di Nasrallah, la domanda che emerge è: Hezbollah può diventare un partito puramente libanese?
In teoria, questa ipotesi potrebbe sembrare plausibile. Tuttavia, in pratica, non vi è alcun elemento concreto che suggerisca questa trasformazione. Hezbollah non è mai stato un semplice partito politico libanese con finanziamenti esterni, ma piuttosto un’estensione strategica delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane.
Non vi sono segnali che indichino che il partito sia pronto a disarmarsi, a ritirarsi dal conflitto regionale o a interrompere la sua fedeltà all’Iran. Al contrario, sembra voler consolidare ulteriormente il proprio potere dopo la morte di Nasrallah.
Dunque, parlare di una transizione naturale di Hezbollah verso un partito politico normale è un’illusione. La realtà è che il Libano si trova di fronte a un bivio:
- Accettare la dominazione del partito, permettendo che il Paese rimanga un avamposto iraniano nella regione.
- Continuare la battaglia per recuperare la sovranità dello Stato e porre fine all’esistenza di uno “Stato nello Stato”.
Cosa fare: affrontare la realtà o arrendersi?
Se la trasformazione interna di Hezbollah è improbabile, come può il Libano affrontare questa sfida?
- Ristabilire il progetto statale: il Libano deve ricostruire un’identità nazionale basata sulla cittadinanza, non sul settarismo, e su uno Stato sovrano, non sulle armi di una milizia.
- Indebolire il dominio economico di Hezbollah: le sanzioni internazionali e la crisi finanziaria stanno mettendo il partito in difficoltà. Questo deve essere sfruttato per limitarne il potere.
- Sostenere l’opposizione interna: nonostante il clima di terrore, stanno emergendo voci di dissenso all’interno della comunità sciita. Queste vanno protette e amplificate.
- Azione più decisa da parte degli attori internazionali: il Libano non può uscire da questa situazione senza un supporto regionale chiaro per contenere l’influenza iraniana.
il Libano al bivio
Oggi Nasrallah è sepolto, ma la sua eredità politica e militare è ancora viva.
La domanda fondamentale non è solo cosa farà Hezbollah dopo la sua morte, ma cosa farà il Libano per affrontare la sua eredità.
I libanesi hanno due scelte: sottomettersi all’egemonia di Hezbollah e dell’Iran, oppure continuare la lotta per riprendersi il proprio Paese.
È giunto il momento di decidere.
Hezbollah nous a fait verser trop de sang.