Mentre il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza entra nel suo secondo giorno, i ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno annunciato che limiteranno i loro attacchi nel Mar Rosso alle sole navi affiliate a Israele. Questa mossa rappresenta un’apparente distensione rispetto alla loro campagna aggressiva iniziata nel novembre 2023, ma solleva nuovi interrogativi sul futuro della sicurezza marittima in questa cruciale via commerciale tra Asia ed Europa.
Un annuncio che non convince
Domenica, attraverso un’e-mail inviata agli spedizionieri, gli Houthi hanno dichiarato la “sospensione delle sanzioni” contro navi non israeliane, specificando che le operazioni contro navi statunitensi e britanniche potrebbero riprendere in caso di nuove aggressioni. Tuttavia, questo gesto, seppur significativo, non sembra sufficiente per rassicurare le compagnie di navigazione globali. Da quando la guerra tra Israele e Hamas è iniziata nell’ottobre 2023, gli attacchi Houthi hanno dimezzato il traffico marittimo nel Mar Rosso, causando pesanti perdite economiche, in particolare per l’Egitto, che gestisce il Canale di Suez.
Jakob P. Larsen, esperto di sicurezza marittima della BIMCO, ha sottolineato che “anche minime violazioni del cessate il fuoco potrebbero innescare una ripresa delle ostilità, spingendo gli Houthi a tornare a minacciare un’ampia gamma di spedizioni internazionali.”
Un bilancio di devastazione
Dall’inizio del conflitto, i ribelli Houthi hanno preso di mira oltre 100 navi mercantili con missili e droni, causando l’affondamento di due imbarcazioni e la morte di quattro marinai. Anche se i ribelli affermano di colpire navi legate a Israele, agli Stati Uniti e al Regno Unito, molte delle navi attaccate non avevano alcun legame diretto con il conflitto, incluse alcune dirette in Iran. La campagna ha creato incertezza globale e ha reso il Mar Rosso una zona di rischio elevato per la navigazione internazionale.
Nel contempo, gli Houthi hanno continuato a lanciare attacchi missilistici contro Israele, che ha risposto con operazioni mirate contro la leadership ribelle. Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno intensificato le incursioni aeree, colpendo gli Houthi oltre 260 volte e contribuendo a ridurre il ritmo degli attacchi marittimi.
La variabile Trump
L’insediamento di Donald Trump come 47° presidente aggiunge un ulteriore elemento di incertezza. Trump potrebbe ripristinare la designazione degli Houthi come organizzazione terroristica straniera, revocata da Joe Biden, inasprendo ulteriormente la situazione. Questa eventuale mossa potrebbe giustificare nuovi attacchi contro gli interessi statunitensi e internazionali da parte dei ribelli.
Secondo Larsen, “l’incertezza è ulteriormente esacerbata dall’inaugurazione di Trump, poiché non è chiaro come agirà la nuova amministrazione riguardo al conflitto con gli Houthi e se prenderà in considerazione azioni punitive contro di loro.”
Una tregua precaria
Nonostante il rallentamento degli attacchi, il cessate il fuoco resta fragile. La situazione richiede un equilibrio delicato tra diplomazia e deterrenza. Israele ha avvertito che continuerà a colpire gli Houthi in caso di nuovi attacchi, mentre gli Stati Uniti monitorano con attenzione le mosse dei ribelli.
Con il Mar Rosso ridotto a un campo di battaglia geopolitico, il futuro della navigazione nella regione dipenderà dalla capacità delle parti coinvolte di mantenere il cessate il fuoco e trovare una soluzione diplomatica duratura. Tuttavia, con la situazione in continua evoluzione e molte variabili ancora in gioco, la stabilità sembra ancora lontana.