Si infiamma il dibattito politico sui recenti metodi repressivi dello Stato
Le recenti cariche della polizia contro i giovani manifestanti a favore dei palestinesi a Pisa e Firenze hanno scatenato un acceso dibattito politico e sociale, con reazioni divergenti da parte dei politici e dei funzionari pubblici italiani. La telefonata del Presidente Sergio Mattarella al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha sottolineato il fallimento delle azioni violente da parte delle forze dell’ordine, mentre i ministri hanno espresso opinioni contrastanti sulla gestione dell’ordine pubblico e sul ruolo dei manifestanti.
“Il presidente della Repubblica ha fatto presente al ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. Lo si legge in una nota dell’ufficio stampa del Quirinale.
Il Presidente Mattarella ha contattato il Ministro Piantedosi per esprimere la sua preoccupazione riguardo all’uso di manganelli contro i giovani manifestanti, definendo tali azioni come un fallimento. Tuttavia, mentre Mattarella critica le azioni della polizia, alcuni ministri, come Daniela Santanché e Elisabetta Casellati, hanno difeso la loro condotta e condannato il tipo di protesta. Santanché ha anche criticato l’assenza di reazione alla rappresentazione in effigie bruciata della premier Meloni, mentre Casellati ha enfatizzato il problema serio rappresentato da Hamas e Israele.
Le reazioni dei partiti politici hanno ulteriormente alimentato il dibattito. Fratelli d’Italia ha puntato il dito contro la sinistra, attribuendo la colpa dei disordini a essa, mentre il Partito Democratico ha criticato il silenzio del governo e ha invitato la leader di FdI, Meloni, a esprimersi sulle azioni della polizia. Forza Italia ha sottolineato la necessità di indagare sugli errori individuali senza mettere sotto processo l’intera forza dell’ordine.
Anche i funzionari pubblici hanno offerto opinioni divergenti. Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato l’importanza del rispetto del diritto di manifestare e della capacità delle forze di polizia di svolgere il proprio lavoro. Eugenio Giani, presidente della Toscana, ha criticato l’uso eccessivo di forza da parte della polizia, suggerendo un possibile indirizzo da parte del governo. Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha espresso preoccupazione democratica per le violente cariche contro gli studenti e ha chiesto un incontro urgente con il Ministro dell’Interno.
Il dibattito rimane acceso, con opinioni divergenti su come gestire le manifestazioni e mantenere l’ordine pubblico. Mentre alcuni condannano l’uso eccessivo di forza da parte della polizia, altri difendono la loro condotta e sottolineano la necessità di mantenere la sicurezza pubblica. Con la questione ancora aperta, resta da vedere quali azioni saranno intraprese per affrontare le preoccupazioni sollevate e garantire che i diritti democratici dei cittadini siano rispettati in futuro.
Ma è un tabù protestare contro le nefandezze di Israele? Siamo così pecoroni e vassalli degli USA e delle lobby ebree? C’è un MASSACRO genocidiario in atto a Gaza, ma il mondo si gira dall’altra parte.
Succedeva anche con altri governi con la differenza che adesso c’è un’impostazione istituzionale da Stato-Polizia che lungi da quello che succedeva negli Anni Settanta nel nostro Paese, oggi non ha più senso.