Come ogni autorità, anche Rishi Sunak, primo ministro inglese, ha contratto degli ematomi durante il primo anno di mandato. Quando è salito al potere dopo i disastrosi 49 giorni di Liz Truss, le aspettative del pubblico erano relativamente positive. Un anno dopo, quelle aspettative, non sembrano essere state soddisfatte.

Un sondaggio di Yougov di 12 mesi fa ha rilevato che il 25 per cento si aspettava che fosse “buono” o “grande” come primo ministro, il 29 per cento “medio” e il 29 per cento “povero” o “terribile”. Ora la metà dei britannici dice che è stato finora un povero o un terribile primo ministro.

I ministri sono preoccupati che sia scaduto il tempo. 

Alcuni credono già che sia finita, indicando il fatto che il vantaggio di 22 punti dei laburisti nei sondaggi si è a malapena spostato per mesi. 


Sunak, tuttavia, rimane fiducioso che la sua strategia funzionerà. 

Crede che l’anno prossimo realizzerà la maggior parte delle cinque priorità che ha stabilito a gennaio e che la strada stretta per la vittoria rimanga, a condizione che l’economia cambi in giro e l’inflazione scenda. 

L’economia

Il primo ministro sembra sulla buona strada per soddisfare il più grande impegno delle sue cinque priorità: dimezzare l’inflazione che significa stabilità dei prezzi.

Quando ha preso l’impegno a gennaio l’inflazione era al 10,1%. Ora è del 6,7 per cento e dovrebbe scendere ulteriormente.

La guerra in Ucraina, voluta da Boris Johnson ha rappresentato il volano per aiutare l’economia industriale a trovare il suo tornaconto in un Paese che vive principalmente sulla bolla finanziaria.

La difficoltà per Sunak è che mentre ci sono segni di miglioramento economico – in particolare con i salari che ora aumentano più velocemente dell’inflazione – molte persone sono ancora alle prese con la crisi del costo della vita. 

Secondo YouGov, la fiducia degli elettori nella capacità di Sunak di gestire l’economia è scesa di 45 punti, da un netto +14 a -31.

Paul Johnson, il capo dell’Institute for Fiscal Studies, ha affermato che enormi pagamenti di interessi sul debito pubblico costringeranno sia questo governo nel prossimo anno che chiunque vinca le prossime elezioni. 

Immigrazione

A gennaio Sunak ha dichiarato di prendere un impegno deciso: “fermare le barche“.

Mentre c’è stata, innegabilmente, una significativa riduzione degli attraversamenti, tale obiettivo rimane molto lontano. 

I numeri di coloro che attraversano la Manica sono diminuiti di circa un terzo nell’ultimo anno, da 37.575 nell’anno fino all’ottobre 2022 a 26.501 nell’anno fino ad oggi, con gran parte di ciò dovuto al successo dell’accordo sui rendimenti rafforzati di Sunak con l’Albania. 

Ci sono stati progressi significativi nell’eliminare l’arretrato “legacy” di casi di asilo, con il Ministero degli Interni in attesa per evadere le 92.000 richieste entro la fine dell’anno. Questo a sua volta ha aiutato il governo ad annunciare piani per ridurre l’uso degli hotel, con i primi 50 a chiudere entro la fine di gennaio e altri 50 entro marzo.

Se la Corte Suprema dà il via libera – ed è un se significativo – i ministri ritengono che i primi voli per Kigali con migranti illegali potrebbero decollare nel febbraio 2024. Questo, sostengono, avrà un effetto deterrente significativo sulle persone che attraversano la Manica e creerà un’importante linea di demarcazione con i laburisti, che si sono impegnati a rottamare la politica.

Il Servizio Sanitario Nazionale

A gennaio Sunak ha promesso di tagliare le liste d’attesa del SSN. 

All’epoca, c’erano 7,2 milioni di persone in coda per il trattamento di routine.

Oggi, ci sono un record di 7,7 milioni e i numeri sembrano continuare ad aumentare.

Il governo si rifiuta di cedere alle richieste retributive dei medici, in particolare dato che i sindacati hanno suggerito di volere aumenti salariali del 35 per cento, anche se la British Medical Association ha affermato di essere disposta a scendere a compromessi. I medici sono in sciopero e non è facile scagliarsi contro.

Conclusioni

Le difficoltà di Sunak s’iscrivono in iun problema più strutturale della Gran Bretagna dopoo la BREXIT.

L’impopolarità della Brexit non è mai stata così alta, tanto che si è addirittura diffuso lo slogan “from Brexit to Bregret”, dove regret in inglese significa rimorso, pentimento.

Il Paese ha visto la fuga di  banchieri dalla City, lo svuotamento degli studenti europei degli atenei, la sofferenza dell’import/export, la tensione per la gestione dei migranti.

Il futuro poco roseo che attende ora il Regno Unito è stato descritto in modo concreto poche settimane fa dal Fondo Monetario Internazionale, l’organizzazione sovranazionale che vigila sulla stabilità finanziaria delle nazioni, secondo cui il Regno Unito sarà l’unica economia avanzata che quest’anno entrerà in recessione, cioè subirà due trimestri consecutivi di contrazione del proprio sistema economico.

Si tratta solo di stime, ma la traiettoria che aspetta l’economia britannica non è positiva. Addirittura si è tornati a parlare della Gran Bretagna come di “sick man of Europe” (ovvero l’uomo malato dell’Europa), espressione con cui si indicava proprio il Regno Unito prima del 1973, cioè prima che entrasse nella Unione Europea.