Roma – Il 21 gennaio 2025 è stata ufficialmente aperta la causa di canonizzazione del Cardinale Bernardin Gantin, una delle figure più significative della Chiesa cattolica nel XX secolo. L’editto, firmato dall’Arcivescovo di Cotonou, ha dato avvio al processo che potrebbe portare all’elevazione agli altari del porporato beninese, riconosciuto per il suo immenso contributo alla Curia Romana e alla Chiesa in Africa.
La notizia è stata accolta con gioia non solo in Benin, sua terra natale, ma in tutta la Chiesa universale, che ha visto in Gantin un pastore esemplare, un diplomatico di altissimo livello e un uomo di profonda spiritualità.
Un gigante della Curia Romana
Nato a Toffo (Benin) l’8 maggio 1922, Bernardin Gantin è stato uno dei più autorevoli cardinali del Novecento, primo africano a ricoprire incarichi di grande prestigio nella Curia Romana.
Dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1951, fu nominato vescovo a soli 34 anni, divenendo poi arcivescovo di Cotonou nel 1960. Il suo talento e la sua saggezza non passarono inosservati, tanto che Paolo VI lo volle a Roma, dove iniziò un lungo servizio nella Curia vaticana.
Le sue tappe più significative:
• 1976: creato cardinale da Paolo VI.
• 1984-1998: Prefetto della Congregazione per i Vescovi, il primo non europeo a ricoprire tale ruolo.
• 1993-2002: Decano del Collegio Cardinalizio, diventando una delle figure più influenti della Chiesa universale.
Alla guida della Congregazione per i Vescovi, ebbe la delicatissima responsabilità di suggerire al Papa le nomine episcopali nel mondo, garantendo una visione universale e non eurocentrica della Chiesa. La sua prudenza e il suo discernimento hanno formato generazioni di pastori.
Gantin fu anche amico e collaboratore stretto di San Giovanni Paolo II, che lo considerava un modello di equilibrio, saggezza e spirito evangelico.
Un padre per la Chiesa in Africa
Pur avendo servito a Roma per decenni, il Cardinale Gantin non dimenticò mai la sua terra d’origine. Il suo desiderio più grande era vedere una Chiesa africana forte, autonoma e fedele alle proprie radici culturali, senza perdere l’universalità del cattolicesimo.
Il suo impegno per l’Africa si concretizzò in tre grandi direttrici:
1. Formazione del clero locale: sostenne la crescita di seminari e istituti di formazione per futuri vescovi e sacerdoti africani.
2. Dialogo tra cristianesimo e cultura africana, affinché la fede fosse vissuta come parte della storia e dell’identità del continente, e non come un’eredità coloniale.
3. Promozione della pace e della riconciliazione, in un continente spesso lacerato da conflitti etnici e politici.
Nel 2002, dopo aver lasciato la guida del Collegio Cardinalizio, Gantin scelse di tornare in Benin, per vivere i suoi ultimi anni accanto al suo popolo. Morì il 13 maggio 2008, lasciando un’eredità di fede, servizio e dedizione assoluta alla Chiesa.
Il processo di canonizzazione
L’apertura della causa di canonizzazione del Cardinale Gantin rappresenta il riconoscimento ufficiale della sua vita di santità. Il processo, avviato dalla Chiesa di Cotonou, prevede la raccolta di testimonianze e documenti che attestino le virtù eroiche del porporato.
Se la causa procederà positivamente e saranno riconosciuti miracoli attribuiti alla sua intercessione, il Cardinale potrà essere beatificato e successivamente canonizzato.
L’editto del 21 gennaio 2025 segna così l’inizio di un cammino che potrebbe portare Gantin tra i santi della Chiesa cattolica, un evento che rappresenterebbe un simbolo straordinario per la fede africana e per la Chiesa universale.
Un modello per la Chiesa di oggi
Nel momento storico attuale, caratterizzato da sfide globali e crisi di leadership, la figura del Cardinale Gantin emerge come un punto di riferimento per vescovi, sacerdoti e laici. Il suo servizio disinteressato, la sua visione di una Chiesa collegiale e universale e la sua profonda spiritualità fanno di lui un modello per il mondo ecclesiale contemporaneo.
San Giovanni Paolo II, parlando di lui, disse:
“Era un uomo di Dio, di saggezza e di profonda umanità, un vero pastore per la Chiesa e per il mondo intero.”
Oggi, con l’avvio della sua causa di canonizzazione, il suo esempio continua a illuminare la Chiesa, ricordandoci che il vero servizio nasce dall’umiltà e dall’amore per il Vangelo.
Ho conosciuto il card. Gantin in Benin grazia a una visita alla missione dei Frati Francescani dell’Immacolata di Allada a lui molto legati. Mi ha impressionato la sua saggezza e la sua umiltà.