Papa Francesco ha nominato il cardinale Robert McElroy nuovo arcivescovo di Washington, un incarico che ha implicazioni significative sia per la Chiesa cattolica che per la politica americana. McElroy, già arcivescovo di San Diego, succede al cardinale Wilton Gregory, primo afroamericano a ricoprire questa posizione.

Papa Francesco ha nominato il cardinale Robert McElroy come nuovo arcivescovo di Washington, una decisione che non passa inosservata nel contesto politico e sociale statunitense. La nomina arriva a pochi giorni dall’insediamento del presidente Donald Trump per il suo secondo mandato e rappresenta un chiaro messaggio di sfida morale e pastorale da parte del Vaticano.

Una figura progressista e vicina ai migranti

McElroy, 70 anni, lascia la diocesi di San Diego, che ha guidato per un decennio lungo il confine tra California e Messico, dove si è distinto per il suo approccio pastorale inclusivo, soprattutto verso i migranti e la comunità LGBTQ+. È stato uno dei principali sostenitori della “inclusione radicale”, tema che aveva già suscitato polemiche all’interno della Chiesa cattolica americana. La sua nomina arriva in un momento in cui l’amministrazione Trump annuncia politiche restrittive sull’immigrazione e una linea dura su questioni sociali.

Una diocesi ferita da scandali

McElroy eredita un’arcidiocesi ancora segnata dallo scandalo di abusi sessuali legati all’ex cardinale Theodore McCarrick. Dopo le denunce emerse nel 2018, l’arcidiocesi ha affrontato una crisi di fiducia e difficoltà finanziarie. Il suo predecessore, il cardinale Wilton Gregory, ha lavorato per ricostruire la credibilità della Chiesa, ma il compito per McElroy si preannuncia altrettanto arduo.

Un messaggio politico e teologico

La scelta di McElroy è stata letta come una risposta diretta al clima politico statunitense. Michael Sean Winters, commentatore del National Catholic Reporter, ha descritto il cardinale come “l’unico vescovo americano che ha riflettuto profondamente sull’intersezione tra vita pubblica e teologia cattolica”. Durante la prima presidenza Trump, McElroy si era espresso con forza contro le politiche migratorie dell’allora presidente, invitando i cattolici a diventare “perturbatori” delle ingiustizie.

Difensore della sinodalità e dell’inclusione

McElroy è un forte sostenitore della visione di Papa Francesco, in particolare sulla sinodalità e sulla necessità di aprire la Chiesa a tutti, anche alle persone spesso emarginate. Nel 2023 aveva scritto su America Magazine che la Chiesa dovrebbe rivalutare la sua enfasi sul peccato legato alla sessualità, sostenendo che “la vita morale cristiana non può essere definita esclusivamente attraverso l’attività sessuale”.

Una nomina simbolica in un momento cruciale

La nomina del cardinale arriva mentre Trump prepara il ritorno alla Casa Bianca, con promesse di deportazioni di massa e politiche più rigide sull’immigrazione. McElroy, con la sua esperienza nella diocesi di San Diego, è visto come una figura ben preparata per affrontare queste sfide.

“La sua nomina è un chiaro messaggio”, ha detto Massimo Faggioli, teologo cattolico alla Villanova University. “È una risposta di alto profilo alla situazione politica americana”.

Un pastore per un’America divisa

Nonostante le critiche dei conservatori, molti vedono in McElroy un leader capace di portare i principi cattolici nelle conversazioni nazionali su temi come la dignità della vita umana, i diritti dei migranti e il sostegno ai poveri. Kim Daniels, consulente della Santa Sede, ha elogiato McElroy come “un pastore eccezionale e un leader nella vita pubblica”, capace di promuovere il dialogo e la collaborazione.

La sua missione a Washington sarà quindi duplice: ricostruire la fiducia all’interno dell’arcidiocesi e affrontare un clima politico polarizzato, con l’obiettivo di incarnare il messaggio evangelico di misericordia e giustizia.