L’ascesa di Donald Trump ha segnato una trasformazione profonda nella politica statunitense, tanto da essere definita una “latino-americanizzazione” della democrazia americana. Questo fenomeno si inserisce in una tradizione politica ben nota in America Latina: il caudillismo, un modello di leadership che si fonda sul carisma personale, sulla retorica populista e su un rapporto diretto ed emotivo con il popolo, bypassando le istituzioni democratiche tradizionali.

Il caudillismo, incarnato da figure storiche come Juan Domingo Perón in Argentina o Hugo Chávez in Venezuela, si basa sulla promessa di soluzioni semplici e immediate a problemi complessi, spesso attraverso una retorica nazionalista e un atteggiamento autoritario. Trump, con la sua personalità carismatica e divisiva, ha introdotto un modello simile nella politica statunitense, trasformando il sistema in un’arena altamente polarizzata. Ma come si colloca Trump rispetto ad altri leader autoritari moderni, e quali lezioni possono trarre gli Stati Uniti dal confronto con paesi che hanno affrontato minacce simili?

Trump e Bolsonaro: due facce dello stesso fenomeno

Un confronto illuminante è offerto dall’analisi del parallelo tra Trump e Jair Bolsonaro, l’ex presidente brasiliano spesso definito il “Trump dei tropici”. Entrambi hanno attaccato la stampa, minato l’indipendenza della magistratura, messo in discussione la legittimità delle elezioni democratiche e cercato di restare al potere attraverso mezzi non democratici. Trump ha ispirato direttamente l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021, mentre i sostenitori di Bolsonaro hanno organizzato un evento simile l’8 gennaio 2022, attaccando le sedi del governo brasiliano a Brasilia.

Nonostante le somiglianze, le risposte istituzionali a queste minacce alla democrazia sono state molto diverse. Negli Stati Uniti, Trump è stato rieletto nel 2024 senza dover affrontare conseguenze legali significative, protetto anche da una decisione della Corte Suprema che gli ha garantito un’ampia immunità presidenziale. Al contrario, in Brasile, Bolsonaro è stato messo sotto accusa, interdetto dalle cariche pubbliche per otto anni e accusato di complottare un colpo di stato per rimanere al potere.

La robustezza del sistema brasiliano

Il Brasile ha risposto con forza a queste minacce, dimostrando che le democrazie possono reagire efficacemente anche di fronte a leader autoritari. Questo successo si basa su tre fattori principali.

Innanzitutto, il Brasile conserva una memoria collettiva della dittatura militare (1964-1985), che ha lasciato un segno profondo nella società. Questo ricordo ha generato una consapevolezza diffusa dell’importanza di proteggere la democrazia e un impegno civico attivo. La Commissione Nazionale per la Verità ha documentato le violazioni dei diritti umani durante quel periodo, rafforzando la volontà collettiva di evitare un ritorno al passato.

In secondo luogo, il Brasile ha istituzioni democratiche solide, rafforzate dalla Costituzione del 1988, che ha introdotto un sistema di voto elettronico trasparente e indipendente. Queste riforme hanno aumentato la fiducia pubblica nelle elezioni, rendendo le accuse di frode elettorale di Bolsonaro meno credibili e più facili da contrastare.

Infine, la società civile brasiliana ha giocato un ruolo fondamentale nel difendere la democrazia. Durante la corsa elettorale del 2022, associazioni imprenditoriali, religiose e accademiche si sono schierate apertamente contro le minacce autoritarie di Bolsonaro, denunciandone le falsità e sostenendo il sistema elettorale.

Il fallimento statunitense: la normalizzazione del caudillismo

Negli Stati Uniti, invece, la risposta alle minacce di Trump è stata meno decisa. L’assalto al Campidoglio del 6 gennaio avrebbe dovuto rappresentare un campanello d’allarme, ma la polarizzazione politica e il sistema bipartitico hanno impedito una reazione unitaria. Il Partito Repubblicano, invece di condannare Trump, ha continuato a sostenerlo, alimentando il movimento “Stop the Steal” e perpetuando la narrativa delle elezioni rubate.

Questa situazione riflette una debolezza culturale e istituzionale. Molti americani non comprendono appieno cosa significhi perdere la democrazia, poiché il paese non ha mai subito un colpo di stato o una dittatura. Questo distacco dalla realtà delle minacce autoritarie rende difficile mobilitare la società civile contro leader come Trump.

Lezioni dal Brasile

L’esperienza brasiliana offre lezioni preziose per gli Stati Uniti. Innanzitutto, è necessario rafforzare le istituzioni democratiche. Negli Stati Uniti, riforme come l’abolizione del Collegio Elettorale o il miglioramento della trasparenza elettorale potrebbero ridurre la vulnerabilità del sistema a leader autoritari. In secondo luogo, perseguire legalmente i leader che minano la democrazia non è solo un atto di giustizia, ma un deterrente per future violazioni. Infine, l’educazione civica e la memoria storica sono fondamentali per generare un senso di responsabilità collettiva nella difesa della democrazia.

Il confronto tra Stati Uniti e Brasile evidenzia una verità inquietante: spesso un paese impara a valorizzare la democrazia solo dopo averne sperimentato la perdita. Tuttavia, l’esperienza brasiliana dimostra che, anche di fronte a gravi minacce interne, le democrazie possono reagire e persino rafforzarsi. Gli Stati Uniti hanno ancora tempo per agire, ma il ritorno al potere di Trump nel 2024 rappresenta una prova decisiva. Solo con una risposta determinata e collettiva sarà possibile preservare le istituzioni democratiche e prevenire il consolidamento del caudillismo nel cuore della democrazia americana.