Di fronte al dramma dei senza dimora a Roma, la risposta del governo di centrodestra si è rivelata tristemente insufficiente e intrisa di insensibilità e classismo. L’installazione di quattro tendoni temporanei per ospitare solo una minima parte dei 22mila senzatetto della capitale non può essere vista come una soluzione, ma piuttosto come un gesto superficiale che maschera l’incapacità di affrontare il problema in modo strutturale e umano.

L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gualtieri, ha cercato di mettere una pezza al problema con l’installazione di queste tensostrutture vicino alle stazioni principali di Roma. Tuttavia, il numero limitato di posti – appena 280 – è una goccia nel mare rispetto alle migliaia di persone che ogni notte dormono per strada. Inoltre, la durata limitata di questo progetto, meno di due anni, e il costo spropositato di oltre 8 milioni di euro, rendono evidente che non si tratta di una vera soluzione, ma di un palliativo temporaneo.

Il vero scandalo è che, nonostante la manifesta inadeguatezza di questa misura, il centrodestra ha reagito con veemenza, opponendosi all’installazione di uno dei tendoni a Piazza dei Cinquecento, di fronte alla stazione Termini, un luogo simbolico e cruciale per l’accoglienza dei senza dimora. La scelta di spostare la struttura in via Marsala, a poche centinaia di metri, è stata salutata dalla destra come una vittoria, ma in realtà non fa che dimostrare l’assoluta mancanza di empatia e comprensione per le necessità di chi vive in condizioni di estrema fragilità.

Questa decisione riflette un classismo sottile ma evidente: il problema dei senzatetto viene spostato di lato, lontano dallo sguardo dei turisti e dei cittadini benestanti, come se la povertà fosse un’inconvenienza da nascondere piuttosto che una tragedia da affrontare con coraggio e determinazione. Si preferisce ignorare il dramma umano che si consuma ogni giorno nelle strade della capitale, piuttosto che impegnarsi a trovare soluzioni reali e durature.

La Caritas diocesana, con la sua lunga esperienza e dedizione verso i più deboli, ha espresso chiaramente che questa misura è tutt’altro che risolutiva. L’organizzazione ha accettato il progetto solo come una misura emergenziale, ribadendo che è indispensabile un intervento organico e strutturale. La Caritas ha indicato cinque misure fondamentali che dovrebbero essere messe in atto immediatamente, tra cui l’aumento delle strutture abitative permanenti, il potenziamento dei servizi sociali e sanitari, e un miglioramento generale delle condizioni di sicurezza e igiene nelle aree più critiche della città.

Il governo di centrodestra, invece di ascoltare queste richieste e lavorare per un cambiamento significativo, continua a rimanere sordo e cieco, preferendo soluzioni rapide e mediaticamente efficaci piuttosto che affrontare la realtà complessa della povertà urbana. Questa è l’ennesima dimostrazione del fallimento di una politica che si preoccupa più dell’apparenza che della sostanza, più dei voti che delle vite umane.

Con l’avvicinarsi del Giubileo, evento che richiamerà milioni di pellegrini da tutto il mondo, la situazione diventa ancora più critica. La città di Roma si prepara ad accogliere i fedeli, ma sembra ignorare coloro che già vivono nelle sue strade. Gli 8 milioni di euro destinati ai tendoni potrebbero essere stati meglio spesi in soluzioni abitative permanenti, o in programmi di reinserimento sociale e lavorativo per le persone senza dimora. Invece, si sceglie di investire in strutture temporanee che non affrontano il problema alla radice.

Il sindaco Roberto Gualtieri ha giustamente sottolineato la necessità di un intervento più significativo da parte del governo e del Parlamento, ma le sue richieste sembrano cadere nel vuoto. La realtà è che la destra al governo non ha mostrato alcuna reale intenzione di affrontare questo problema con la serietà che merita.

L’incapacità del governo di affrontare il dramma dei senza dimora non è solo un fallimento politico, ma anche morale. La mancanza di visione e di empatia si traduce in sofferenza per le persone più vulnerabili della società, che continuano a vivere in condizioni inaccettabili mentre le istituzioni si limitano a soluzioni di facciata.

La Caritas, i volontari e le organizzazioni che quotidianamente si occupano di queste persone non possono e non devono essere lasciati soli. È necessaria una svolta politica che metta al centro la dignità umana, che investa seriamente nelle soluzioni a lungo termine, e che riconosca la povertà non come un problema da nascondere, ma come una sfida da affrontare con coraggio e umanità. Solo così Roma potrà essere una città veramente inclusiva e giusta per tutti.