L’attentato alla manifestazione di Donald Trump in Pennsylvania rappresenta l’apice della polarizzazione che l’ex presidente ha instillato nella politica americana. Le autorità stanno correndo per capire come e perché un assassino ha aperto il fuoco durante una manifestazione per l’ex presidente Donald J. Trump in Pennsylvania ieri intorno alle 18:15.

L’attacco ha provocato la morte di uno spettatore e il ferimento grave di altri due. L’incidente scioccante è avvenuto a Butler, Pennsylvania, seminando il panico tra la folla. Secondo i funzionari, Trump aveva il sangue intorno all’orecchio destro mentre veniva scortato fuori dal palco, alzando il pugno in segno di sfida. In un successivo post su Truth Social, Trump ha rivelato che un proiettile gli aveva trafitto l’orecchio destro. È stato portato d’urgenza in ospedale, ma è stato visto scendere dal suo aereo senza assistenza all’arrivo nel New Jersey domenica mattina. Questo attacco sanguinoso, che ha già generato una marea di teorie complottiste, è la conseguenza logica di ciò che Trump ha seminato. L’FBI ha identificato il tiratore in Thomas Matthew Crooks, un ventenne bianco di Bethel Park, Pennsylvania. L’assalitore ha sparato otto colpi con un fucile semiautomatico stile AR-15 da un piccolo edificio a poche centinaia di piedi dal palco prima di essere ucciso dagli agenti dei servizi segreti.

Teorie del complotto

Secondo l’FBI, che ha confermato l’identità di Crooks, si è trattato di tentato omicidio (ci sono state polemiche da parte della destra perché alcuni media non l’hanno definito così sin dall’inizio). L’attentatore Crooks non aveva precedenti penali e figura nei registri pubblici come un elettore repubblicano. Risulta però una donazione da 15 dollari al Progressive Turnout Project attraverso la piattaforma di donazioni democratiche ActBlue nel 2021. Secondo il New York Times, Crooks si era diplomato alla Bethel Park High School nel 2022 e aveva ricevuto un premio da 500 dollari nell’ambito di un’iniziativa di matematica e scienze.

Trump, con il sangue sul volto e il pugno alzato, verrà probabilmente
ritratto come una vittima coraggiosa,
nonostante il caos che la sua leadership ha contribuito a creare

I fatti

In un pomeriggio soffocante della Pennsylvania, decine di migliaia di persone si erano radunate nei terreni del Butler Farm Show, nonostante il caldo, aspettando con impazienza Donald J. Trump. La folla, satura di gadgets di Trump, ha urlato di eccitazione quando è salito sul palco, fischiando alla menzione di Biden e ruggendo quando Trump ha detto che avrebbe reso l’America di nuovo grande. Poi si è udito un suono insolito. Sembrava un petardo. Trump si è afferrato l’orecchio. Una giornata di grandi emozioni si è trasformata improvvisamente in paura. Gli spettatori intorno al palco, sotto una gigantesca bandiera americana, si sono accovacciati mentre gli agenti dei servizi segreti si affrettavano a portare via Trump. Migliaia di persone si sono buttate a terra quasi all’unisono. Sid Miller, commissario del Dipartimento dell’Agricoltura del Texas, ha descritto di aver visto una persona dietro di lui sanguinare abbondantemente. Altri hanno visto un uomo direttamente dietro Trump sanguinare dalla testa. Molti al raduno hanno detto di aver visto due persone portate via, zoppicanti e coperte di sangue. Secondo i servizi segreti, il sospetto e un partecipante alla manifestazione sono stati uccisi, e due spettatori sono stati gravemente feriti. L’FBI sta indagando sull’incidente come un tentato assassinio.

Gli americani devono ora affrontare la sfida di
impedire che questo momento diventi l’inizio di una tragedia più grande

Mentre il paese si chiede come possa essere accaduto un simile evento, la narrativa che si svilupperà probabilmente vedrà Trump emergere come un eroe, nonostante i due morti e i tre feriti gravi. La folla presente alla manifestazione, che inizialmente ha reagito con paura e confusione, ha poi ripreso a cantare “USA! USA!” mentre Trump alzava il pugno in aria. La sua capacità di sfruttare le emozioni e di manipolare la percezione pubblica è innegabile; questo episodio tragico potrebbe persino aumentare i suoi consensi.

Il Partito Repubblicano ha confermato che aprirà la sua Convention a Milwaukee, con Trump in vantaggio nei sondaggi. I democratici, invece, sono divisi sulla rielezione di Biden o la scelta di un altro candidato. Alcuni repubblicani già accusano Biden per aver alzato troppo i toni contro Trump, dipingendolo come una minaccia per la democrazia. Allo stesso modo, alcuni democratici rimproverano Trump per aver diviso l’America per ottenere voti. Questo tragico evento, invece di unire il paese in una condanna comune della violenza, rischia di essere sfruttato per guadagni politici, esacerbando ulteriormente la frattura già profonda nella società americana.

Gli attentati ai presidenti USA

Nella storia degli Stati Uniti, oltre alla Guerra Civile, quattro presidenti sono stati uccisi, l’ultimo John Kennedy a Dallas.
Abraham Lincoln è stato il primo presidente degli Stati Uniti ucciso in un attentato. Venne raggiunto da un colpo di pistola il 14 aprile 1865 mentre assisteva a uno spettacolo a Washington. Il 2 luglio 1881 James Abram Garfield, 20mo presidente Usa, fu gravemente ferito da un colpo di pistola sparato da un disoccupato. Morì due mesi dopo. Il 6 settembre 1901 William McKinley, 25° presidente americano, venne colpito durante un concerto a New York. Un giovane anarchico gli si avvicinò e gli sparò due colpi di pistola centrando l’addome. Morì pochi giorni dopo. Il 22 novembre 1963 è la data che cambiò l’America. A Dallas, mentre era in visita ufficiale, venne ucciso John F. Kennedy, 35mo presidente degli Stati Uniti. A sparare un ex marine, Lee Harvey Oswald, arrestato poco dopo l’omicidio.

I falliti attentati

Tra falliti assassinii quello a Theodore Roosevelt. Il 14 ottobre 1912, il 32mo presidente Usa, uscì miracolosamente illeso da un attentato durante la sua terza campagna elettorale a Milwaukee, in Wisconsin. Oltre 60 anni dopo quello a Gerald Ford, 38mo presidente Usa. Il 5 settembre del 1975 una seguace della setta di Charles Manson, tentò di ucciderlo a Sacramento, in California, confondendosi tra la folla vestita da suora. Fu fermata dagli 007 prima di sparare con una pistola semi-automatica. Il 30 marzo 1981 Ronald Reagan – 40º presidente degli Stati Uniti – venne gravemente ferito da uno dei colpi di arma da fuoco sparati da uno squilibrato, mentre si trovava a Washington per un discorso.

La retorica infiammatoria e la politica del “noi contro loro” hanno portato a un clima di violenza e sospetto, e ora ne vediamo le conseguenze dirette. Trump, con il sangue sul volto e il pugno alzato, verrà probabilmente ritratto come una vittima coraggiosa, nonostante il caos che la sua leadership ha contribuito a creare. Gli americani devono ora affrontare la sfida di impedire che questo momento diventi l’inizio di una tragedia più grande. Questo episodio dimostra chiaramente che la democrazia americana è in pericolo, non solo dagli attacchi fisici, ma anche dalla retorica divisiva che mina le fondamenta stesse del processo democratico.