Nella solennità del Natale, Papa Francesco ha dato inizio al Giubileo Ordinario con l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro. Una notte carica di spiritualità e speranza, in cui il Pontefice ha esortato i fedeli a riscoprire la gioia dell’incontro con Dio e a farsi portatori di luce nelle desolazioni del mondo, perché con la nascita di Gesù la speranza rinasce e non delude.
In una notte carica di emozione e spiritualità, dalla Basilica di San Pietro, con l’apertura della Porta Santa e la celebrazione della Santa Messa, Papa Francesco ha dato inizio al Giubileo Ordinario 2025, un tempo di grazia e rinnovamento spirituale per i credenti di tutto il mondo.
La notte di Natale, già intrisa della sacralità della nascita del Signore, ha assunto un significato ancora più profondo con l’invito del Papa a ritrovare la speranza anche nelle desolazioni del nostro tempo.
Nell’omelia, il Santo Padre ha richiamato la gioia dell’annuncio angelico ai pastori: «Vi annuncio una grande gioia: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore».
Questo evento, ha spiegato, è il fondamento della speranza cristiana. Dio si è fatto uomo, abbracciando la nostra fragilità per donare una luce nuova al mondo. «Se Dio viene, anche quando il nostro cuore somiglia a una povera mangiatoia, allora possiamo dire: la speranza non è morta, la speranza è viva, e avvolge la nostra vita per sempre!» ha affermato il Papa. L’apertura della Porta Santa, simbolo dell’ingresso nella misericordia di Dio, è stata paragonata alla notte di Betlemme, quando la porta della speranza si spalancò sul mondo.
Il Papa ha poi esortato i fedeli a seguire l’esempio dei pastori, che andarono “senza indugio” a vedere il Salvatore, sottolineando che la speranza non è un’attesa passiva, ma una responsabilità attiva da vivere e seminare nelle ferite del nostro tempo. Richiamando le desolazioni contemporanee – le guerre, i bambini colpiti dalla violenza, le bombe su scuole e ospedali – il Papa ha invitato a non rimanere indifferenti: «La speranza non tollera l’indolenza del sedentario, la prudenza di chi non si sbilancia, o il calcolo di chi pensa solo a sé stesso. Essa esige audacia e compassione».
Questo Giubileo Ordinario, ha spiegato, non è solo un’occasione liturgica, ma un appello concreto a trasformare il mondo. Ha parlato di giustizia sociale, di sostenibilità ambientale, e di liberazione dalle schiavitù moderne, affermando che «lo spirito giubilare deve portare speranza dove è stata perduta: nelle vite ferite, nei sogni infranti, nelle attese tradite, nei luoghi devastati dalla guerra e dalla povertà».
Papa Francesco ha concluso con un appello universale a riconoscere nella nascita di Gesù l’apertura della “porta santa” del cuore di Dio. Ha invitato ciascuno a contemplare la tenerezza divina nel volto del Bambino Gesù e a lasciarsi trasformare dalla speranza: «Con Lui fiorisce la gioia, con Lui la vita cambia, con Lui la speranza non delude».
In una Basilica illuminata dalla luce della fede e dalla commozione dei fedeli, la notte di Natale è diventata il punto di partenza di un viaggio spirituale collettivo. Il Giubileo Ordinario 2025 si apre come tempo di rinnovamento, di speranza e di impegno verso un mondo più giusto e solidale, un messaggio chiaro che risuona tra i canti e la bellezza del rito: la porta della speranza è spalancata per tutti.