Francesco invia un video all’archeparchia di Ernakulam-Angamaly, il ramo cattolico di maggioranza che si rifiuta di applicare la riforma della messa approvata dal Sinodo Siro-Malabar. “Con grande dolore, dovremo prendere le sanzioni appropriate. Non voglio arrivare a questo”, minaccia il Pontefice.
Chi temeva uno scisma nel cattolicesimo teocon degli USA o progressista ultrasecolare della Germania, sarà rimasto sorpreso da una minaccia più reale ed immediata rappresentata dai fedeli indiani di rito siro-malabar.
Il Papa in persona è dovuto scendere in campo via video per fugare ogni dubbio su quella che è la sua posizione come successore dell’apostolo Pietro.
I fatti
Alcuni cattolici dell’archeparachia di Ernakulam-Angamaly, stanno rifiutando categoricamente la riforma liturgica stabilita dal recente Sinodo siro-malabar.
“Per favore fate attenzione! Fate attenzione che il diavolo non vi porti a diventare una setta”, dice Francesco in un messaggio rivolto a questo gruppo cattolico di rito orientale di maggioranza in India che è a reale rischio di frattura.
“Con grande dolore, dovremo prendere le sanzioni appropriate. Non voglio arrivare a questo“, arriva a minacciare Jorge Mario Bergoglio di fronte agli episodi di disobbedienza che si sono tradotti anche in atti violenti negli ultimi mesi.
‘Per favore, non continuare a ferire il corpo di Cristo! Non separatevi più! E anche se ci sono state lamentele contro di voi, perdonate generosamente”, implora il Santo Padre.
Aggiunge: “Che l’Eucaristia sia un modello della vostra unità. Non distruggete il Corpo di Cristo che è la Chiesa, per non mangiare o bere la vostra dannazione”.
Una vera divisione
Ma perché la Chiesa è divisa in India?
Il Sinodo della Chiesa Arcivescovile Maggiore Siro-Malabar, tenutosi nel 2021, ha concordato un rito consensuale per celebrare l’Eucaristia.
Si è deciso che sia nella liturgia della Parola che nella parte finale i sacerdoti si sarebbero posizionati di fronte al popolo, mentre la nella parte eucaristica il presbitero si sarebbe posizionato guardando verso est, cioè verso l’altare.
Con questo accordo, 34 eparchie hanno deciso di attuare la decisione sinodale, mentre nell’arcieparchia di Ernakulam-Angamaly si sono aggrappati alla loro “particolarità liturgica” e hanno insistito affinché il celebrante si collochi sempre di fronte all’assemblea.
“So che da anni, alcuni che dovrebbero essere esempi e veri maestri della comunione, specialmente i sacerdoti, vi spingono a disobbedire e ad opporsi alle decisioni del Sinodo. Fratelli e sorelle, non seguiteli!” avverte il pontefice nel video.
Violenza tra credenti
Nel mondo tradizionalista di rito latino qualcuno ha iniziato a fare propaganda nuovamente per il rito tridentino e la posizione del sacerdote coram Deo, cioè spalle al popolo, ma stiamo parlando di due tradizioni diverse, di cui quella in India è più antica, la cui fondazione è attribuita a S. Tommaso apostolo.
Il Papa ha quindi ribadito che la discussione, quando non è tranquilla, genera violenza.
“C’è stata e c’è violenza contro di voi, specialmente tra di voi, contro coloro che vogliono rimanere in comunione e celebrare come ha stabilito la vostra Chiesa”, denuncia Papa Francesco.
In questo senso si chiede “come può esserci l’Eucaristia se la comunione è rotta, se c’è mancanza di rispetto per il Santissimo Sacramento, in mezzo a lotte e litigi”.
Nel suo discorso, il Pontefice lascia intendere che le ragioni reali non sono liturgiche. “So che ci sono motivi di opposizione che non hanno nulla a che fare con la celebrazione dell’Eucaristia o con la Liturgia“.
Sono ragioni mondane. Non provengono dallo Spirito Santo. Se non vengono dallo Spirito Santo, vengono da un’altra parte”, dice il Papa.
Subito dopo, sottolinea che ha studiato attentamente e opportunamente le ragioni che sono state usate per anni per convincere i recalcitranti.
Blocco ecclesiale
“Ho già scritto diverse volte in passato, ma so che non tutti hanno letto le mie lettere”.
Allo stesso modo, sottolinea il lavoro svolto da tutti i delegati vaticani per abbassare la tensione, tra cui l’arcivescovo slovacco Cyril Vasil, non è stato accolto con benevolenza e rispetto istituzionale.
“La Chiesa è comunione. Se non c’è comunione, non c’è Chiesa. È una setta”, commenta il Papa.
“Sono vicino a voi!” dice in tono propositivo il Pontefice nel video, che allo stesso tempo riconosce “la fede e l’impegno apostolico della amata Chiesa siro-malabar, che è motivo di gioia e orgoglio per la Chiesa Universale”.
Eppure, proprio per questo, il Papa ammette: “oggi il mio cuore è rattristato nel parlarvi”.
Il sacrificio della comunione
“Il vostro Sinodo, dopo un lungo ed estenuante lavoro, ha raggiunto un accordo sul modo di celebrare la Santa Qurbana – come si chiama la messa di rito siro-malabar”, dice Francesco, che ricorda che “la carità e l’amore per la comunione hanno spinto i suoi membri a fare questo passo, anche se alcuni non considerano questa forma di celebrazione ideale. “Questi sono i sacrifici che la comunione richiede!”, sottolinea il Papa.
“Ripristinate la comunione, rimanete nella Chiesa cattolica!”, insiste, rivolgendosi direttamente a tutta la comunità cattolica per guarire questa rottura.
Così, i sacerdoti sono chiamati a “non farvi separare dalla via della vostra Chiesa”.
Fede e unità
“Siete chiese, non diventate sette”, ripete per la terza volta Francesco, che indurisce il suo avvertimento alla fine del video: “Non costringete l’autorità ecclesiastica competente a prendere atto che avete abbandonato la Chiesa, perché non siete più in comunione con i vostri Pastori e con il Successore dell’Apostolo Pietro, chiamati a confermare tutti i fratelli nella fede e a preservarli, nell’unità della Chiesa”.
Tale è la crisi generata in India che, mentre la Santa Sede nel diffondere il video del Papa, rende noto che Papa Francesco ha accettato le dimissioni dal governo pastorale della Chiesa Arcivescovile Maggiore Siro-Malabar di Mar George Alencherry, nominando vescovo Sebastián Vaniyapurackal come amministratore.
Allo stesso modo, ha accettato le dimissioni dell’amministratore apostolico dell’Arcieparchia di Ernakulam-Angamalyx Andrews Thazhath, sostituendolo con Bosco Puthur, vescovo emerito dell’Eparchia di San Tommaso Apostolo di Melbourne dei siro-malabari.