Il tema dell’intelligenza artificiale (IA) è diventato sempre più centrale nel dibattito globale, tanto da coinvolgere direttamente figure di rilievo come Papa Francesco. Il 14 giugno, il Pontefice ha partecipato al vertice del G7 per discutere dell’impatto dell’IA, con un’attenzione particolare agli effetti sui poveri e sulle questioni sociali. Riportiamo i concetti dell’intervista esclusiva per il quotidiano francese La Croix, che P. Paolo Benanti, teologo e consulente del Vaticano su questioni tecnologiche, ha esplorato le preoccupazioni e le speranze del Papa riguardo a questa tecnologia emergente.

L’IA come Questione Sociale

Secondo Benanti, l’interesse del Papa per l’IA è guidato dal suo potenziale impatto sociale. Nonostante la mancanza di conoscenze tecniche dettagliate, il Papa comprende l’enorme influenza che l’IA può avere sulla povertà. Questo interesse si allinea con altre grandi questioni sociali, come l’immigrazione e l’ambiente, sottolineando come l’IA debba essere considerata attraverso la lente delle sue conseguenze sulla società e sugli individui più vulnerabili.

Dalla Critica al Transumanesimo all’Accoglienza dell’IA

Negli ultimi dieci anni, la Chiesa cattolica ha spostato la sua attenzione critica dal transumanesimo, visto come un’ideologia, all’intelligenza artificiale, considerata una tecnologia. Benanti sottolinea che, mentre il transumanesimo può essere giudicato negativamente come filosofia, l’IA deve essere valutata per i suoi effetti e l’intenzione dietro il suo utilizzo. Un assistente virtuale può essere sia un nemico che un salvatore, a seconda del contesto e dell’uso che se ne fa.

La Tecnologia e la Neutralità

Papa Francesco ha insistito sul fatto che la tecnologia non è neutrale. Ogni innovazione tecnologica sposta il potere e crea nuove dinamiche sociali. Ad esempio, l’avvento dell’automobile ha ridisegnato gli spazi pubblici, favorendo una mobilità che non sempre rispecchia la volontà individuale. Allo stesso modo, l’IA può generare disuguaglianze se non viene gestita con un approccio etico.

L’Importanza dell’Etica nella Tecnologia

Benanti riconosce che, sebbene l’etica non possa risolvere tutti i problemi legati all’IA, può comunque avere effetti positivi significativi. Le aziende che si allineano a principi etici possono trovare vantaggi competitivi e migliorare la regolamentazione del mercato. L’appello di Roma per un’etica dell’IA, lanciato nel 2020, si è esteso a diverse fedi religiose, dimostrando un impegno interreligioso per una tecnologia più giusta e sostenibile.

Un Sguardo Cattolico sull’IA

La riflessione cattolica sull’IA è ancora in una fase iniziale, ma ciò non impedisce ai teologi e ai filosofi di lavorare per alimentare il discernimento della Chiesa. Benanti evidenzia che l’IA non può cambiare la nostra essenza umana e dignità, ma può limitare la nostra libertà se non gestita correttamente.

La Sfida della Libertà e della Dignità

La libertà è un tema centrale nella riflessione teologica sull’IA. Benanti mette in guardia contro il rischio di scambiare la nostra libertà per il comfort, evidenziando come le notifiche e gli algoritmi possano influenzare le nostre decisioni. La libertà e la dignità devono rimanere al centro del dibattito sull’IA.

Algor-Etica e Regolamentazione

La definizione di “algor-etica”, introdotta da Benanti nel 2018, riguarda l’etica tecnologica applicata agli algoritmi. È essenziale capire come queste tecnologie modellano e spostano il potere nella società. Durante la pandemia di Covid-19, ad esempio, gli appuntamenti per le vaccinazioni in Italia erano gestiti da un algoritmo, evidenziando come la tecnologia possa influenzare aspetti critici della vita quotidiana.

Conclusione

L’IA rappresenta una sfida complessa e multifacetata che richiede una riflessione etica approfondita e interreligiosa. Il contributo del Papa e della Chiesa cattolica può offrire una prospettiva unica, centrata sulla dignità umana e sulla giustizia sociale. Come sottolinea Benanti, i cristiani hanno il dovere di illuminare il dibattito e promuovere una società che rifletta valori profondi e condivisi, affrontando le complessità dell’IA con discernimento e responsabilità.

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Bio di Paolo Benanti

Paolo Benanti, 50 anni, è un sacerdote e teologo italiano, membro del terzo ordine francescano. Insegna teologia morale e bioetica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e etica delle tecnologie all’Università di Seattle. Benanti è noto per il suo lavoro sull’“algor-etica” e partecipa attivamente al dibattito internazionale sull’IA come membro del comitato consultivo delle Nazioni Unite e presidente della Commissione sull’IA del governo italiano.