GERUSALEMME: Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, ha realizzato un desiderio che coltivava da tempo: raggiungere la piccola comunità cristiana di Gaza per portare conforto e solidarietà. Accompagnato da fra’ Alessandro de Franciscis, Grande ospedaliere del Sovrano Ordine di Malta, da padre Gabriel Romanelli e da altri rappresentanti, ha trascorso quattro giorni intensi nella Striscia, dal 16 al 19 maggio 2024.

Un annuncio a sorpresa

L’annuncio della visita è arrivato inaspettatamente, con un breve video in cui il cardinale esprimeva il suo desiderio di incontrare di persona i cristiani di Gaza. Il viaggio è stato preparato con riserbo e con l’assenso delle autorità militari israeliane.

Incontro con la comunità cristiana

Il patriarca ha visitato le parrocchie cattoliche e ortodosse di Gaza, celebrando la messa nella chiesa della Sacra Famiglia e visitando la parrocchia greco-ortodossa di San Porfirio, dove ha incontrato l’arcivescovo Alexios di Tiberiade e il parroco padre Silas Habib. Durante la sua permanenza, ha presieduto celebrazioni liturgiche, pregato il rosario e partecipato all’adorazione eucaristica, incontrando personalmente tutte le famiglie sfollate.

Missione umanitaria congiunta

La visita del cardinale è stata anche la prima tappa di una missione umanitaria congiunta del Patriarcato latino di Gerusalemme e del Sovrano Ordine di Malta, in collaborazione con Malteser International e altri partner. Questa missione mira a fornire generi alimentari essenziali e assistenza medica alla popolazione di Gaza.

Un messaggio di speranza

Durante l’ultima messa celebrata insieme nel giorno di Pentecoste, il patriarca ha amministrato il sacramento della Confermazione a due ragazzi e ha pronunciato parole di incoraggiamento e gratitudine. Ha riconosciuto la fatica e la sofferenza della comunità, ma ha sottolineato la loro fortezza e la mancanza di rancore, un segno di grande forza interiore.

La situazione a Gaza

Secondo Farid Jubran, portavoce del patriarca, attualmente sono circa 500 le persone rifugiate nel complesso della parrocchia cattolica, mentre altre 200 si trovano nel complesso ortodosso di San Porfirio. Prima della guerra, i cattolici a Gaza erano 135; oggi ne rimangono circa 90. Il cardinale ha pregato sulle tombe dei 36 cristiani morti durante il conflitto, sottolineando il dramma e la resilienza della comunità.

Verso il futuro

Nel suo discorso finale, il cardinale Pizzaballa ha esortato la comunità a guardare al futuro con speranza, affermando: “Non abbiamo il potere di mutare le sorti del mondo, ma possiamo pur sempre decidere del nostro futuro”. Ha promesso che, una volta rientrati a Gerusalemme, la prima preoccupazione sarà pensare al futuro della comunità di Gaza, lavorando insieme per ricostruire case, scuole e garantire un futuro ai bambini.

La visita del patriarca Pizzaballa rappresenta un importante gesto di vicinanza e sostegno per la comunità cristiana di Gaza, un segno tangibile della solidarietà e dell’amore della Chiesa verso chi soffre in una delle aree più tormentate del mondo.