Il discorso di Papa Francesco durante l’incontro con vescovi, sacerdoti, diaconi, consacrati e catechisti nella Cattedrale dell’Immacolata Concezione a Dili, Timor Est, del 10 settembre 2024, ha toccato un punto essenziale della missione cristiana: essere il “profumo di Cristo”. Questa potente immagine, tratta dal Vangelo di Giovanni, invita a riflettere sul significato della vocazione religiosa come diffusione della bellezza del Vangelo e della grazia di Dio nel mondo.
Papa Francesco ha evidenziato la centralità delle periferie, dove il Vangelo trova la sua piena espressione. In una Chiesa che non teme di spingersi verso i confini del mondo, le periferie diventano il cuore del Vangelo, e i fedeli sono chiamati a essere discepoli missionari che diffondono l’aroma della fede. Questo tema, tanto caro al Papa, sottolinea come la vera Chiesa sia quella che esce da sé stessa per incontrare i poveri, gli emarginati, e coloro che vivono ai margini della società.
Uno degli elementi più forti del discorso è l’invito a custodire e diffondere il profumo di Cristo. Papa Francesco ha ricordato l’importanza di tornare sempre alle radici della vocazione, vivendo la fede come un dono da proteggere e alimentare, affinché non si dissolva nella mediocrità o nella mondanità spirituale. Questa esortazione è particolarmente significativa per un paese come Timor Est, con una lunga tradizione di fede cristiana e una storia di sofferenza e riscatto.
Il Papa ha anche toccato un tema cruciale per la Chiesa universale: l’inculturazione della fede. Ha sottolineato che il Vangelo deve essere incarnato nella cultura locale, e al contempo, la cultura stessa deve essere purificata alla luce del Vangelo. Questo processo non è statico, ma un dialogo continuo tra fede e cultura, in cui la tradizione si rinnova e si adatta, senza perdere la sua autenticità.
Infine, il richiamo alla corruzione e alla giustizia sociale ha posto l’accento su una delle piaghe più insidiose delle società contemporanee. Papa Francesco ha esortato i religiosi a non cadere nella tentazione del potere e della mondanità, ricordando che il vero ministero è un servizio ai più poveri e vulnerabili. Questa visione è in linea con il magistero del Papa, che pone sempre l’accento su una Chiesa povera per i poveri, lontana dalle tentazioni della ricchezza e del prestigio sociale.
In conclusione, il discorso di Papa Francesco a Timor Est è un vibrante invito a riscoprire la purezza della vocazione e a vivere la missione cristiana come diffusione del “profumo” del Vangelo. Essere il profumo di Cristo significa vivere con autenticità, servendo gli altri con amore e compassione, proprio come Cristo ha fatto. Questo messaggio risuona forte non solo per il clero di Timor Est, ma per tutti coloro che cercano di vivere una fede autentica e radicata nella realtà del mondo contemporaneo.