Commento attualizzato della Parola di Dio
XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell’orto.

Ez 17,22-24; Sal 91 (92), 2Cor 5,6-10, Mc 4,26-34

La Liturgia della parola di questa domenica esordisce in Ezechiele con la promessa di Dio di innalzare il ramoscello umile e farlo diventare un cedro magnifico. 
Questo parla della capacità di Dio di trasformare le nostre situazioni di umiltà e debolezza in opportunità di grandezza e crescita. 


In un mondo dove spesso prevale la competizione e il potere, questo messaggio ci invita a riconoscere il valore della semplicità e dell’umiltà. Anche nelle nostre vite quotidiane, possiamo sperimentare la trasformazione divina quando ci affidiamo a Dio. Questo ci incoraggia a non disprezzare i piccoli inizi o le posizioni umili, ma a vederli come opportunità per la crescita e l’opera di Dio.
Un esempio recente è la figura di Papa Francesco. Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha messo in luce il valore dell’umiltà e del servizio. Ha scelto di vivere in una residenza più semplice rispetto agli appartamenti papali e ha costantemente enfatizzato l’importanza di servire i poveri e gli emarginati. Il suo atteggiamento e le sue azioni incarnano la trasformazione di un ruolo di grande potere in un esempio di umiltà e servizio.
Malala Yousafzai, una giovane pakistana che ha combattuto per il diritto all’istruzione delle ragazze nonostante le minacce dei talebani. Malala, pur provenendo da un contesto modesto, è diventata un simbolo globale di resistenza e cambiamento, dimostrando come Dio può innalzare l’albero basso e trasformarlo in un cedro magnifico.

Il salmo di oggi è il 91 (92) il cui responsorio è: “ È bello rendere grazie al Signore”.

Questo poema ci invita a riconoscere la bontà di Dio e a vivere una vita di gratitudine e lode. In un’epoca dove l’incertezza e lo stress sono prevalenti, trovare tempo per ringraziare Dio e riconoscere le sue benedizioni può portare pace e gioia nelle nostre vite. La metafora del giusto che fiorisce come una palma e cresce come un cedro ci ricorda che la fede e la giustizia portano frutti duraturi. Questo ci invita a coltivare la nostra vita spirituale e morale, sapendo che anche nei momenti di difficoltà, Dio ci sostiene e ci fa crescere.
La Madonna, nel Magnificat, esprime profonda gratitudine a Dio per le sue opere. La sua perseveranza nella fede, anche durante la passione e la crocifissione di Gesù, è un esempio potente di come la fiducia in Dio porta frutti duraturi.
Santa Teresa di Calcutta (Madre Teresa) ha vissuto una vita di gratitudine e servizio, lavorando instancabilmente per i più poveri tra i poveri. La sua fede incrollabile e il suo amore per Dio e per l’umanità sono esempi di come la gratitudine e la perseveranza nella fede possano portare a una vita piena di significato e impatto.

Nella seconda lettura, San Paolo si rivolge alla comunità nascente di Corinto.

L’apostolo parla della fiducia in Dio e della responsabilità morale. 
Viviamo in un tempo in cui spesso prevale il relativismo etico e la ricerca di soddisfazioni immediate. Tuttavia, Paolo ci ricorda che la nostra vera casa è con Dio e che siamo chiamati a vivere con integrità e responsabilità. Siamo esortati a compiere il bene e a essere consapevoli delle conseguenze delle nostre azioni. Questo implica un impegno continuo per la giustizia, la solidarietà e la cura del prossimo, riflettendo l’amore di Dio nelle nostre relazioni quotidiane.
San Martino de Porres dedicò la sua vita a piccoli gesti di carità, come prendersi cura dei malati e dei poveri. La sua vita dimostra come la fedeltà nei piccoli gesti quotidiani possa portare a una grande santità e avere un impatto duraturo.

Il Vangelo, infine, è quello di Marco che ci offre la parabola del seminatore e del granello di senape.

Queste immagini ci insegnano che il regno di Dio opera spesso in modi invisibili e misteriosi.
Oggi cerchiamo, magari anche nell’apostolato,  il successo immediato e visibile, ma queste parabole ci ricordano l’importanza della pazienza e della fiducia nei processi lenti ma sicuri della crescita spirituale. Anche le nostre piccole azioni di amore, gentilezza e giustizia possono avere un impatto significativo, contribuendo alla crescita del regno di Dio nel mondo.
L’ego e il successo materiale sono spesso idolatrati, quindi siamo chiamati a valorizzare l’umiltà e a permettere a Dio di trasformare le nostre vite. 
San Francesco d’Assisi, che abbandonò una vita di ricchezza per abbracciare la povertà, è di aiuto ed esempio. La sua vita dimostra come l’umiltà e il servizio possono cambiare non solo la propria vita ma anche quella degli altri, ispirando movimenti di rinnovamento spirituale.
La sua vita relativamente breve, ma intensa, lo portò a un’autentica trasformazione in Cristo fino al dono mistico e visibile delle stimmate a quattro anni prima dalla morte. Era il 1224 quindi quest’anno celebriamo l’ottavo centenario. È solo l’azione di Dio che può permettere a distanza di ottocento anni di parlare del paradosso di un uomo semplice e dal saio rattoppato che si è fatto granello di senape per una grande famiglia religiosa il cui spirito pervade la vita della Chiesa ha ispirato il nome dell’attuale pontefice.