ESCLUSIVA: Mohammad Qader Nazif, responsabile delle relazioni pubbliche del Partito Democratico del Kurdistan iraniano e membro del suo ufficio politico, ha comunicato al nostro sito oggi che c’è una situazione di completo boicottaggio in Kurdistan, in Baluchistan e ad Ahvaz. In queste regioni votano solo la Guardia Repubblicana, i membri dei servizi di sicurezza e i dipendenti statali per evitare di mostrare un boicottaggio. 

Ha inoltre affermato al nostro sito che il sangue di Mahsa Amini continua a guidare il nostro popolo verso la libertà e il rifiuto di sostenere il regime che cerca di ottenere la sua legittimità attraverso queste elezioni, evidenziando così l’importanza del boicottaggio per mostrare la debolezza del regime.

Riguardo a chi potrebbe vincere, ha detto che la competizione è tra le ali del regime e i conservatori, con Saeed Jalili e Mohammad Bagher Ghalibaf in testa. Non c’è speranza per il candidato riformista Masoud Pezeshkian.

Oggi gli iraniani votano per scegliere il successore del presidente iraniano Ebrahim Raisi, che è morto in un incidente di elicottero il mese scorso. Le elezioni iraniane sono iniziate la mattina di venerdì.

Il ministro degli Interni iraniano Ahmad Vahidi ha detto alla televisione di stato che gli iraniani hanno iniziato oggi a votare per scegliere un nuovo presidente dopo la morte del precedente presidente. 

Quattro candidati, tutti uomini tra i cinquanta e i sessant’anni, competono in queste elezioni: Mostafa Pourmohammadi, Masoud Pezeshkian, Saeed Jalili e Mohammad Bagher Ghalibaf. 

Se nessuno di questi candidati otterrà la maggioranza assoluta dei voti, si terrà un secondo turno il 5 luglio, un evento che è successo solo una volta, nel 2005, dalla fondazione della Repubblica Islamica 45 anni fa.

Circa 61 milioni di elettori sono stati chiamati a recarsi alle urne distribuite in 58.640 seggi elettorali sparsi in tutto il vasto paese che si estende dal Mar Caspio a nord al Golfo a sud.

Queste elezioni sono seguite con attenzione all’estero, poiché l’Iran è al centro di molte crisi geopolitiche, dalla guerra in corso a Gaza alla questione nucleare, che da anni è fonte di disaccordo tra la Repubblica Islamica e l’Occidente.

L’invito alle elezioni arriva in un momento in cui Teheran teme la ripetizione dello scenario delle ultime elezioni parlamentari, caratterizzate da una partecipazione record bassa, specialmente poiché la maggioranza dei candidati sono conservatori estremisti, ad eccezione di un solo candidato riformista, Masoud Pezeshkian.

Si prevede che le prime stime dei risultati del voto saranno rilasciate sabato, mentre i risultati ufficiali saranno annunciati al più tardi domenica.