ANALISI: L’intreccio tra Italia e Israele nel contesto militare, da tempo al centro degli interessi geopolitici globali, emerge con crescente chiarezza sotto la lente d’ingrandimento. L’alleanza tra Roma e Tel Aviv, originariamente intessuta sotto l’egida degli Stati Uniti e della NATO, ha raggiunto una maturità tale da manifestare una notevole autonomia, alimentata da interessi congiunti finanziari e industriali.
Il recente memorandum d’intesa in materia di cooperazione militare tra i due governi ha innalzato ulteriormente il profilo di questa partnership, aprendo le porte a una serie di iniziative senza precedenti. Uno degli aspetti più eclatanti di questa cooperazione è il ponte aereo inaugurato da Sigonella, in Sicilia, verso la base aerea di Nevatim, nel deserto del Negev. Qui, gli Stati Uniti hanno dispiegato il loro C-17A “Globemaster III”, trasportando armi e munizioni destinate alle forze armate israeliane, dimostrando il ruolo centrale dell’Italia nelle operazioni di rifornimento.
Ma il coinvolgimento italiano non si limita al supporto logistico. Le forze armate dei due paesi si scambiano regolarmente esperienze e competenze, con esercitazioni congiunte in Sardegna e nel deserto del Negev. Questa sinergia si estende anche al settore industriale-militare, con l’Italia che acquista sofisticati velivoli spia e sistemi di difesa dalla controparte israeliana.
Tuttavia, il rapporto va ben oltre l’ambito militare, abbracciando una vasta gamma di settori, dal commercio di armamenti all’industria aerospaziale. La recente fusione tra Leonardo DRS e RADA Electronic Industries Ltd. è solo l’ultima di una serie di partnership destinate a rafforzare il legame tra le due nazioni nel panorama internazionale.
Ma mentre questa alleanza si consolida, si innescano anche interrogativi su come ciò possa influenzare l’equilibrio regionale e globale. Le forniture di armi all’Israele sono spesso oggetto di critiche, soprattutto in relazione al conflitto in corso con i Palestinesi. E la crescente dipendenza dell’Italia dalle tecnologie militari israeliane solleva questioni sulle implicazioni etiche e politiche di questa collaborazione sempre più stretta.
In conclusione, l’alleanza militare tra Italia e Israele si sta sviluppando rapidamente sotto gli occhi del mondo. Mentre entrambe le nazioni traggono vantaggi evidenti da questa partnership, resta da vedere quali saranno le conseguenze a lungo termine per la stabilità regionale e per la politica internazionale nel suo complesso.
I massacri di Gaza, infatti, pongono seri dubbi e interrogativi sull’opportunità di continuare questa collaborazione.
L’Italia non deve essere complice in nessun modo del Genocidio che si sta compiendo nella Striscia di Gaza !
In nessun modo e nessuna forma !