Negli ultimi anni, la Chiesa Cattolica ha affrontato diversi scandali legati a fondatori di nuove comunità e movimenti ecclesiali che, nella loro autoproclamata missione, hanno sviluppato atteggiamenti e comportamenti messianici, spesso portando a gravi abusi di potere, psicologici, fisici e sessuali. Un caso recente e emblematico è quello di Luis Fernando Figari, fondatore del Sodalicio de Vida Cristiana, una società di vita apostolica nata in Perù nel 1971.
Il Caso Figari e l’intervento della Chiesa
Le accuse contro Figari risalgono al 2011, ma è stato solo nel 2015, con la pubblicazione del libro “Mitad monjes, mitad soldados” (metà monaci, metà soldati) da parte dei giornalisti Pedro Salinas e Paola Ugaz, che lo scandalo ha guadagnato risonanza internazionale. Le denunce contro di lui includevano abusi psicologici, fisici e sessuali, che hanno portato a un lungo processo di indagine e alla crescente pressione sui vertici ecclesiastici per prendere misure decisive.
La decisione finale è arrivata il 9 agosto 2024, quando Papa Francesco, attraverso il Dicastero per la Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha firmato il decreto di espulsione di Luis Fernando Figari dalla Chiesa, in base ai canoni 331, 695 e 696 del Codice di Diritto Canonico. Questo gesto è stato accolto come un atto di giustizia e carità pastorale, volto a proteggere la Chiesa e a sostenere le vittime degli abusi.
Un modello ricorrente di abusi e manipolazioni
La dinamica riscontrata nel caso Figari non è isolata. In diversi contesti, fondatori di nuove comunità e movimenti si sono presentati come figure carismatiche, con una missione quasi messianica, portando a forme di controllo e abuso all’interno delle loro organizzazioni. Questi leader spesso riescono a ottenere un’influenza significativa, presentandosi come guide spirituali superiori e questo può sfociare in situazioni di abuso di potere.
Un altro caso noto soprattutto in Italia, con i dovuti distinguo, è quello di Stefano Manelli, fondatore dei Francescani dell’Immacolata, frati e suore. Deposto dal governo nel 2013, il religioso era stato spalleggiato dai social e siti ultratradizionalisti per creare una fronda contro Papa Francesco. In seconda battuta il chiasso mediatico autoprodotto lo ha esposto al dileggio pubblico sui canali RAI, Mediaset e la stampa nazionale. Progressivamente è stato abbandonato dai suoi alleati, sia per i rinnovati assetti istituzionali e di governo all’interno della Curia romana, sia per i provvedimenti canonici disattesi e i procedimenti giudiziari a suo carico che lo rendevano ormai poco credibile e inutilizzabile alla causa restaurazionistica prima e antibergogliana poi.
In ambo i casi, la Chiesa è intervenuta con un commissariamento, cercando di separare l’opera dalla figura del fondatore e proteggere l’integrità della comunità.
L’importanza dell’intervento ecclesiastico
L’intervento della Chiesa è fondamentale in questi casi, non solo per punire gli abusi, ma anche per garantire che le comunità coinvolte possano proseguire nel loro cammino spirituale senza essere macchiate dalle colpe dei loro fondatori. La lezione chiave è che si serve la Chiesa, non un uomo: le comunità devono essere centrate su Cristo e sulla missione evangelica, non sulla venerazione di un fondatore che potrebbe deviare dal percorso autentico.
Nel caso del Sodalicio, la presa di distanza dai membri attuali rispetto a Figari è un passo importante nel processo di rinnovamento e riconciliazione. La Chiesa, attraverso queste azioni, sottolinea che il bene comune e la protezione dei fedeli sono prioritari, riaffermando la sua missione di guida spirituale e morale in un mondo complesso e spesso travagliato.
I casi come quelli di Figari e Manelli dimostrano la necessità di vigilanza costante e di intervento deciso da parte della Chiesa per prevenire e affrontare abusi di potere e altre deviazioni all’interno delle sue fila. L’espulsione di Figari è un monito per tutti coloro che si lasciano tentare da un eccessivo culto della personalità a scapito della vera missione cristiana.
Una storia brutta che mi ricorda la saga del “Convento degli Orrori” .
È un bene che la Chiesa intervenga e che soprattutto si separi la figura del fondatore dal resto della comunità. I figli non possono pagare il peccato dei padri.