UCRAINA: Vovchansk, un tempo conosciuta per la sua tranquilla vita di provincia, è diventata il fulcro di uno scontro sempre più violento tra le forze ucraine e russe al confine nord-orientale del Paese. Con i suoi 19mila abitanti, la città è ormai ridotta a un’ombra di sé stessa, con la maggior parte dei residenti fuggiti via per sfuggire agli incessanti attacchi aerei russi.
Secondo il capo della polizia della regione nordorientale ucraina, Volodymyr Tymoshko, Vovchansk sta lentamente trasformandosi in un’altra Bakhmut o Maryinka, a causa della costante minaccia dei bombardamenti aerei russi. Gli ultimi tre giorni hanno visto un aumento senza precedenti degli attacchi, con l’utilizzo da parte dell’esercito russo di bombe aeree guidate pesanti fino a mezzo tonnellata, capaci di ridurre interi edifici in macerie.
La sostituzione del comandante responsabile della linea del fronte è un chiaro segnale della gravità della situazione. Le autorità ucraine hanno ammesso che il Paese sta affrontando un “momento difficile” e hanno riconosciuto i “successi tattici” delle forze russe. Tuttavia, nonostante il pericolo imminente, non è ancora avvenuto uno sfondamento delle difese ucraine.
Secondo Oleksandr Lytvynenko, capo del consiglio di sicurezza ucraino, oltre 30.000 soldati russi stanno attaccando la regione nord-est del Paese. Le forze russe si stanno spingendo in diverse direzioni, minacciando anche il villaggio di Lyptsi e altri centri abitati. Le città vengono bombardate quotidianamente, costringendo migliaia di persone all’evacuazione.
Il nuovo comandante delle difese al Nord, il generale di brigata Mykhailo Drapatyi, nominato di recente, è stato elogiato per il suo ruolo nella liberazione della regione meridionale di Kherson nel 2022. Tuttavia, ora si trova di fronte a una sfida ancora più grande mentre cerca di proteggere Vovchansk e le aree circostanti dall’avanzata russa.
La capitale ucraina, Kiev, non è immune alla minaccia. Le autorità ucraine hanno recentemente sventato un piano orchestrato dall’intelligence russa per eseguire una serie di attentati dinamitardi sia a Kiev che a Leopoli. Due agenti militari russi sono stati arrestati in relazione al presunto complotto, mentre sono stati sequestrati 19 ordigni esplosivi.
Intanto, da Mosca, non è arrivata alcuna reazione ufficiale riguardo a questi eventi. Tuttavia, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha espresso il suo disprezzo per il prossimo summit internazionale in Svizzera, considerandolo un “ultimatum per la Russia”. Lavrov ha sottolineato la determinazione della Russia nel difendere i propri interessi contro ciò che percepisce come una crescente pressione da parte dell’Occidente.
Mentre la comunità internazionale cerca di mediare la crisi ucraina, con la Cina che emerge come un potenziale mediatore, la situazione sul campo continua a deteriorarsi, mettendo a rischio non solo Vovchansk, ma l’intero distretto e forse anche la stabilità geopolitica dell’intera regione.