Nei giorni successivi alla caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria, i miliziani siriani hanno scoperto ingenti quantità di droghe sintetiche, in particolare Captagon, nelle proprietà appartenenti ai familiari del dittatore. In particolare, nella villa di Maher al-Assad, fratello di Bashar e ex comandante della 4ª Divisione Corazzata, è stato rinvenuto un laboratorio per la produzione di questa sostanza. Al piano terra dell’edificio sono stati trovati barili di materie prime e numerosi macchinari utilizzati per la produzione di Captagon.
Il Captagon, noto anche come “droga della jihad” o “cocaina dei poveri”, è una potente anfetamina che ha trovato largo consumo in Medio Oriente, sia a scopo ricreativo che per migliorare le prestazioni in lavori fisicamente impegnativi. Inoltre, è stato documentato l’uso di questa sostanza da parte di gruppi terroristici come lo Stato Islamico e Hamas, guadagnandosi il soprannome di “droga dell’Is”.
Il regime di Assad ha guadagnato miliardi di dollari dal contrabbando di Captagon, destinato principalmente ai Paesi del Golfo ricchi di petrolio. Questa droga è utilizzata sia a scopo ricreativo sia da persone impegnate in lavori fisicamente impegnativi per mantenersi vigili.
La scoperta di questi laboratori e depositi di droga evidenzia come il regime siriano avesse trasformato il paese in un vero e proprio narco-stato, utilizzando il traffico di stupefacenti come principale fonte di reddito per sostenere le proprie attività e mantenere il potere. La rete di produzione e contrabbando di droga, guidata da Maher al-Assad, ha spedito la maggior parte delle sostanze prodotte in Siria al mondo attraverso il Libano.
Con la caduta del regime e la fuga dei membri del clan Assad, le nuove autorità siriane si trovano ora ad affrontare la sfida di smantellare queste reti di produzione e distribuzione di droga, nel tentativo di ricostruire il paese e liberarlo dall’eredità di corruzione e criminalità lasciata dal precedente governo. La comunità internazionale sottolinea l’urgenza di un’azione coordinata per affrontare questa minaccia, poiché la determinazione della Siria nel superare questo ostacolo non solo influisce sulla stabilità interna, ma anche sulla sicurezza regionale e sulla vita di milioni di persone dipendenti dall’aiuto umanitario.