ANNIVERSARIO: Il 4 giugno 1944, una domenica che rimarrà impressa nella storia d’Italia, segna la liberazione di Roma dopo 271 giorni di oppressione nazifascista. All’alba, le prime pattuglie statunitensi fecero il loro ingresso nella città, mentre le truppe della Wehrmacht si ritiravano verso nord. Avanzando con cautela, gli Alleati trovarono le strade della Capitale insolitamente sgombre, ad eccezione di alcuni cecchini ancora nascosti. Questa giornata, culminata con l’ingresso delle truppe nel centro storico attraverso Porta Maggiore dopo il tramonto, segnò la fine di un lungo periodo di oppressione e l’inizio di una nuova era di speranza e libertà per i romani.
Lo Sbarco di Anzio e il Sacrificio per la Liberazione
L’operazione di liberazione ebbe inizio il 22 gennaio 1944, con lo sbarco degli Alleati ad Anzio, a soli 60 chilometri da Roma. Questo evento aveva alimentato grandi speranze tra i partigiani, incoraggiandoli a uscire allo scoperto. Tuttavia, fu solo all’inizio di giugno che iniziarono a circolare notizie concrete di una svolta imminente. I romani, segnati dalle delusioni del 25 luglio e dell’8 settembre 1943, accolsero queste notizie con una miscela di incredulità e speranza. Virginia Nathan, nipote dell’ex sindaco di Roma Ernesto Nathan, descrisse così quei momenti di attesa e gioia:
“Appena giungemmo al convento, mamma e la madre superiora corsero ad ascoltare la radio. La BBC diceva che gli alleati stavano per entrare a Roma. Restammo alzate in attesa di altre notizie… Quando furono le cinque e mancava poco alla fine del coprifuoco, annunciarono alla radio che Roma era libera e che gli alleati avevano varcato la soglia della città eterna.”
L’Ultima Strage e l’Eroica Resistenza
La liberazione fu segnata da episodi tragici, come la strage alla Storta, dove quattordici prigionieri furono fucilati dai nazisti in fuga. Il giorno successivo, Ugo Forno, un bambino di dodici anni, venne ucciso da un mortaio tedesco mentre tentava di proteggere un ponte sull’Aniene. Questi atti di resistenza sono testimonianze del coraggio e del sacrificio della popolazione civile durante quei giorni cruciali.
L’Ingresso degli Alleati e l’Incontro con la Resistenza
Guidati dal generale Mark W. Clark, le truppe della V Armata statunitense avanzarono lungo le vie Appia, Casilina e Prenestina, fino al cuore di Roma. Jim Delavay, un soldato americano di origini apache, dirigeva il traffico delle autocolonne a Porta Maggiore, simbolo del contributo multietnico delle forze alleate. L’ingresso degli Alleati rappresentò un’occasione di incontro tra la Resistenza italiana e i militari anglo-americani. Come raccontato dal giovane partigiano Rosario Bentivegna, l’incontro fu carico di emozioni e speranze per un futuro migliore:
“La gente corse impazzita intorno, nelle strade a urlare che erano arrivati gli americani. Forse questa volta il Medioevo nazista era finito davvero.”
La Fine di un’Era e l’Inizio di una Nuova
L’arrivo degli Alleati non segnò solo la fine dell’occupazione nazifascista, ma anche l’inizio di una nuova era per Roma e per l’Italia intera. La collaborazione tra partigiani e truppe alleate fu fondamentale per la sconfitta delle forze dell’Asse, rappresentando un momento chiave nella storia della Resistenza italiana. La liberazione di Roma, celebrata con entusiasmo dalla popolazione, rimane un simbolo di libertà ritrovata e di rinascita per una nazione che aveva sofferto a lungo sotto la dittatura.
Questa storia, raccontata attraverso le testimonianze di coloro che vissero quei giorni cruciali, ci ricorda l’importanza della libertà e del sacrificio di chi lottò per conquistarla. Ottant’anni dopo, è fondamentale mantenere viva la memoria di quegli eventi per le generazioni future.