Dal Brasile la vicenda che coinvolge il medico nigeriano Oluwatosin Tolulope Ajidahun, noto come Tosyn Lopes, e la sua clinica di riproduzione umana a San Paolo, è l’ennesimo sintomo di un male profondo che affligge la nostra società: la mercificazione della vita umana. L’indagine che sta emergendo non solo mette in luce le frodi e le mancanze etiche di cui Tosyn è accusato, ma rivela anche l’orrore più profondo della fecondazione artificiale e della vendita di materiale umano organico.

Il solo pensiero che embrioni umani, esseri viventi in potenza, siano trattati come meri oggetti da conservare in contenitori, abbandonati in locali fatiscenti e pieni di scarafaggi, dovrebbe suscitare un’indignazione universale. Questi embrioni, frutto della speranza di tante coppie, non sono altro che vite sospese in un limbo di azoto liquido, destinate a un destino incerto e spesso disumano. L’idea stessa di congelare un embrione per un uso futuro è una violazione della dignità umana, riducendo la vita a un mero “materiale genetico” da usare a piacimento.

La fecondazione artificiale, che molti considerano una benedizione della scienza moderna, si rivela invece essere un mercato crudele, dove la vita è trattata come merce di scambio. Il caso di Vanuza Pereira a Sao Paulo, che sospetta che le sue uova siano state rubate e vendute, è emblematico. La pratica di raccogliere, conservare e trasferire embrioni e ovuli è diventata un affare multimilionario, dove il profitto supera di gran lunga la considerazione per la vita umana e per le speranze delle coppie coinvolte.

La testimonianza di Pereira è straziante: una donna che, dopo essere stata sedata per ore, scopre che le sue possibilità di concepire sono state rubate. Quattordici embrioni potenziali persi, forse venduti al miglior offerente, in un sistema che tratta la vita nascente con la stessa indifferenza riservata a un bene di consumo. Questo non è progresso, è barbarie.

Una Società Senza Anima

La fecondazione artificiale, con i suoi processi di selezione, conservazione e commercio di materiale umano, rappresenta il punto più basso della nostra civiltà, dove la scienza viene distorta per servire un mercato senza scrupoli. La vita umana viene frammentata, congelata, venduta e manipolata come un prodotto da supermercato. E mentre la tecnologia avanza, ci allontaniamo sempre di più dal riconoscere il valore intrinseco di ogni essere umano.

L’abbandono degli embrioni trovati nella clinica di Tosyn Lopes è solo la punta dell’iceberg di un sistema profondamente corrotto, che non solo mina la dignità della vita umana, ma anche la fiducia dei pazienti che si affidano a queste cliniche con la speranza di creare una famiglia.

Altri Casi Internazionali

Oltre al caso del Brasile di questi giorni, ci sono stati diversi casi simili in altri Paesi in cui la conservazione e la manipolazione degli embrioni e del materiale genetico hanno portato a gravi incidenti, causando la perdita di embrioni o sollevando questioni etiche e legali. 

Uno dei casi più noti è avvenuto nel Regno Unito.

Nel 1996, una clinica di fecondazione in vitro (IVF) a Cardiff, nel Galles, fu al centro di uno scandalo dopo che un malfunzionamento nei sistemi di raffreddamento portò allo scongelamento accidentale di embrioni umani conservati in azoto liquido. Il guasto causò la perdita irreversibile di 1.500 embrioni, distruggendo così le speranze di molte coppie che avevano affidato i loro materiali genetici alla clinica nella speranza di concepire un figlio.

L’incidente suscitò grande indignazione pubblica e portò a un intenso dibattito sulla sicurezza e l’etica delle pratiche di conservazione degli embrioni. Le coppie coinvolte, molte delle quali avevano già affrontato un percorso difficile di trattamenti per la fertilità, si trovarono improvvisamente senza alcuna possibilità di recuperare i loro embrioni perduti. Questo incidente portò a richieste di una maggiore regolamentazione e supervisione delle cliniche di fecondazione assistita nel Regno Unito.

Stati Uniti: Nel marzo 2018, due cliniche di fertilità negli Stati Uniti, una a Cleveland, Ohio, e l’altra a San Francisco, California, subirono guasti nei loro sistemi di stoccaggio di azoto liquido, causando lo scongelamento e la perdita di migliaia di ovuli ed embrioni congelati. In entrambi i casi, le famiglie coinvolte intentarono cause legali contro le cliniche, accusandole di negligenza e incompetenza. Questi incidenti misero in luce le vulnerabilità dei sistemi di conservazione del materiale genetico e sollevarono interrogativi sulla responsabilità delle cliniche di fertilità.

Australia: Nel 2015, una clinica di fertilità a Melbourne affrontò un’indagine dopo che fu scoperto che gli embrioni di diverse coppie erano stati scambiati per errore. Questo errore ha portato a situazioni devastanti in cui le coppie ricevettero embrioni che non erano i loro, con conseguenze legali ed emotive enormi.

Italia: Nel 2002, una clinica di fertilità a Roma fu coinvolta in uno scandalo dopo che si scoprì che un medico aveva deliberatamente scambiato embrioni tra diverse coppie senza il loro consenso. Questo caso sollevò seri interrogativi sulla fiducia nei confronti delle cliniche di fertilità e portò a una revisione delle normative italiane sulla fecondazione assistita.

La necessità di un risveglio morale

Questi casi, in vari paesi, mettono in luce le complessità e i rischi associati alla manipolazione della vita umana in ambito medico. La perdita di embrioni o lo scambio di materiale genetico non solo rappresentano tragedie personali per le coppie coinvolte, ma sollevano anche questioni etiche più ampie riguardanti la sicurezza, la responsabilità e l’etica della fecondazione artificiale.

La possibilità che gli embrioni vengano persi, danneggiati o manipolati in modo errato evidenzia la necessità di standard più elevati e di una maggiore supervisione delle pratiche di fecondazione assistita. Questi incidenti ci ricordano l’importanza di trattare con il massimo rispetto e cura la vita umana in tutte le sue fasi, e la necessità di garantire che le tecnologie riproduttive siano gestite con la massima responsabilità.

È imperativo che la società prenda coscienza del crimine che si sta compiendo contro la vita umana e contro la nostra stessa umanità. Le autorità devono non solo indagare e punire i colpevoli di queste atrocità, ma anche rivedere profondamente le leggi e le pratiche che permettono tali abomini.

Non possiamo più chiudere gli occhi davanti alla realtà della fecondazione artificiale e alla mercificazione della vita. È tempo di un risveglio morale, di una riflessione profonda su ciò che significa davvero creare e proteggere la vita umana. Solo così potremo sperare di restaurare un senso di sacralità e rispetto per ciò che di più prezioso possediamo: la nostra umanità.