La recente affermazione del candidato alla vice-presidenza JD Vance, che ha ammesso di creare storie false per ottenere l’attenzione dei media, evidenzia una tendenza allarmante nel panorama politico statunitense. Questo fenomeno richiama alla mente l’analisi di Hannah Arendt sul ruolo della menzogna in politica, in particolare il concetto di grande bugia, che è stata al centro delle sue riflessioni. Secondo Arendt, la menzogna non è solo un atto di disinformazione, ma uno strumento politico per controllare e manipolare la realtà stessa.

La menzogna in politica: uno strumento di potere

Arendt sottolinea che la menzogna politica non è un fenomeno nuovo, ma ciò che è particolarmente pericoloso nel mondo moderno è l’uso sistematico della menzogna da parte dei regimi autoritari. Quando le menzogne diventano un metodo costante di governo, come nel caso della propaganda dei regimi totalitari, queste possono riscrivere la realtà stessa, cancellando la verità fattuale. Questo è ciò che accade quando Vance perpetua falsità sui migranti haitiani o nega l’evidenza delle elezioni presidenziali del 2020: non solo si manipola un fatto specifico, ma si tenta di riscrivere interi pezzi di storia per legittimare un potere politico basato su una realtà distorta .

La fragilità della verità fattuale

Arendt distingue tra verità fattuale e verità razionale. La verità fattuale riguarda eventi e circostanze specifiche che, sebbene fragili, resistono alla manipolazione. La politica moderna cerca di manipolare queste verità perché, una volta distorte, diventano difficili da ripristinare. L’uso della disinformazione da parte di Vance e del movimento MAGA dimostra come la verità fattuale sia spesso sacrificata a favore della creazione di narrazioni politiche vincenti, ma profondamente false. Quando le verità fattuali vengono distorte, l’intero tessuto della democrazia è minacciato .

Menzogna e violenza politica

Arendt ci avverte che le menzogne politiche, quando organizzate sistematicamente, non possono esistere senza una componente di violenza. Il movimento MAGA e la disinformazione sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 ne sono esempi chiari: le menzogne non sono state solo parole, ma hanno portato alla violenza fisica. La persistenza di queste falsità è un tentativo deliberato di distruggere le istituzioni democratiche, sostituendole con una realtà fabbricata che giustifica atti di violenza .

L’obbligo morale di resistere alla menzogna

Nel testo si sottolinea il ruolo dei cristiani e di tutti i cittadini nel resistere alla menzogna. Come ricorda l’autore, Gesù ha affermato: “Io sono la via, la verità e la vita”, sottolineando l’importanza della verità non solo come valore morale, ma come fondamento per l’ordine sociale. La resistenza alla menzogna è dunque un atto di responsabilità morale. Arendt avrebbe concordato con questa posizione, affermando che la difesa della verità è essenziale per mantenere una società giusta e democratica .

Il caso di JD Vance e il più ampio uso della menzogna nella politica americana contemporanea sono segni preoccupanti di una crisi della verità. Come sottolinea Arendt, la verità fattuale è la base su cui si costruisce una società democratica, e la sua distruzione mina le fondamenta della convivenza civile. In questo contesto, è responsabilità di ogni cittadino resistere alle falsità e difendere la verità come un valore essenziale per la sopravvivenza della democrazia.