La Russia sta cercando di consolidare la sua presenza nel Mediterraneo attraverso negoziati con il generale Khalifa Haftar, il signore della guerra che controlla la Libia orientale. L’obiettivo di Mosca sarebbe trasferire le risorse navali e le attrezzature militari dal porto siriano di Tartus alla città libica di Tobruk, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche e militari.
Il generale Haftar, che ha avuto il supporto della Russia durante il suo tentativo di conquistare Tripoli nel 2019, sembrerebbe disposto ad accettare la proposta russa, confermata da una fonte libica. Questo spostamento potrebbe rappresentare una strategia russa per ridurre la dipendenza dalla Siria, dove la situazione geopolitica sta diventando sempre più instabile.
Attualmente, la flotta russa composta da sei navi si trova ancora nelle acque internazionali al largo della Siria, mentre proseguono i colloqui con le autorità siriane sul futuro delle basi militari russe. Tuttavia, alcuni asset, compresa l’attrezzatura militare della base aerea di Hmeimim, sono già stati trasferiti in Libia.
La Libia offre un’opportunità strategica per Mosca: un punto d’appoggio alternativo nel Mediterraneo, vicino alle rotte energetiche e con accesso diretto alle dinamiche del Nord Africa. Dal 2019, la Russia ha mantenuto una presenza significativa in Libia, schierando mercenari del gruppo Wagner per sostenere l’offensiva di Haftar. Tuttavia, la relazione tra Haftar e Mosca non è priva di tensioni. Il generale ha espresso insoddisfazione per l’ingerenza russa e, sebbene abbia collaborato con gli Stati Uniti in operazioni antiterrorismo, non è riuscito a ottenere il supporto militare occidentale che desiderava.
La Russia aveva stabilito in Siria la sua unica base aerea al di fuori dell’ex Unione Sovietica e una base navale a Tartus, che ha rappresentato un pilastro per le operazioni militari nel Mediterraneo e nel Medio Oriente. Tuttavia, con l’intensificarsi della guerra civile e il recente colpo di mano delle forze ribelli guidate da Hayat Tahrir al-Sham (HTS), Mosca ha deciso di ridurre il suo impegno diretto nel Paese.
Le forze ribelli, sfruttando la debolezza del regime di Assad, hanno preso il controllo di Damasco, imponendo nuove condizioni alla Russia e all’Iran. Questo ha reso la Siria un territorio meno sicuro per Mosca, spingendo il Cremlino a cercare alternative.
Nonostante la riduzione della presenza militare, la Russia sta negoziando con le nuove autorità siriane per mantenere una base a lungo termine nel Paese. Tuttavia, HTS, affiliato ad al-Qaeda, potrebbe usare questa concessione come leva per ottenere riconoscimenti internazionali e aiuti economici.
La possibile transizione delle risorse navali dalla Siria alla Libia segna un cambiamento significativo nella strategia geopolitica russa. Consolidando una presenza in Libia, Mosca rafforzerebbe la sua influenza nel Mediterraneo centrale, bilanciando l’egemonia della NATO e degli Stati Uniti nella regione. Questo spostamento potrebbe anche influenzare le dinamiche interne della Libia, già divisa tra fazioni sostenute da potenze regionali come Turchia ed Emirati Arabi Uniti.
Il riassetto delle risorse militari russe dal porto di Tartus alla Libia rappresenta una risposta pragmatica ai cambiamenti geopolitici in Medio Oriente e Nord Africa. Tuttavia, la mossa comporta rischi significativi: il Cremlino dovrà navigare tra le ambizioni di Haftar, le rivalità regionali e l’incertezza dell’instabile scenario libico. Resta da vedere se questa scommessa offrirà a Mosca il vantaggio strategico desiderato o se diventerà un ulteriore terreno di scontro in un Mediterraneo sempre più conteso.