L’ultimo studio del Pew Research Center, pubblicato il 26 febbraio 2025, offre una fotografia dettagliata delle trasformazioni in corso nel panorama religioso statunitense. Sebbene il declino del cristianesimo sembri essersi stabilizzato, le dinamiche di lungo periodo, in particolare quelle legate ai giovani e ai cambiamenti demografici, suggeriscono che il processo di secolarizzazione sia tutt’altro che concluso. Questa ricerca evidenzia un fenomeno complesso, che non si riduce alla semplice diminuzione della fede, ma investe profondamente le strutture sociali e culturali della società americana.
Un cristianesimo in apparente stabilizzazione, ma con tendenze di fondo preoccupanti
Secondo lo studio, il 62% degli americani si identifica ancora come cristiano, un dato che segna un calo costante rispetto al 78% del 2007 e al 71% del 2014, ma che negli ultimi cinque anni ha raggiunto un plateau tra il 60% e il 65%. Tuttavia, dietro questa apparente stabilizzazione si celano dinamiche di erosione che potrebbero riattivare il declino nel prossimo futuro.
Tutte le denominazioni cristiane, infatti, registrano una contrazione: i cattolici sono passati dal 24% del 2007 al 19% del 2024; i protestanti storici (presbiteriani, anglicani, metodisti, luterani) sono scesi dal 18% all’11%; e persino gli evangelici, seppur rimasti la principale forza religiosa del paese, sono calati dal 26% al 23%. Questo ridimensionamento del cristianesimo non è un fenomeno omogeneo, ma segue precise linee generazionali, culturali ed etniche.
L’ascesa dei “nones” e la nuova geografia della religiosità americana
Se il cristianesimo arretra, a beneficiarne sono i cosiddetti “nones”, ovvero coloro che non si identificano con alcuna religione. Nel 2007 rappresentavano il 16% della popolazione, nel 2014 il 23%, e oggi raggiungono il 29%. Questo gruppo, tuttavia, non è monolitico: solo 5% si dichiara ateo e il 6% agnostico, mentre la maggioranza rifiuta un’affiliazione senza necessariamente respingere ogni dimensione spirituale.
L’età media dei “nones” è di 38 anni, molto più bassa di quella dei cristiani, che è salita a 54 anni. La distribuzione generazionale è ancora più marcata: i nati negli anni ‘90 sono “nones” al 44%, mentre tra i giovani nati dopo il 2000 il dato è già al 43%. Questo lascia presagire che, con il naturale ricambio generazionale, il declino del cristianesimo potrebbe riprendere in modo significativo.
Il gap di genere nella religiosità si riduce, ma con nuove implicazioni
Tradizionalmente, le donne negli Stati Uniti sono sempre state più religiose degli uomini, sia in termini di appartenenza sia di pratiche spirituali. Tuttavia, i dati del Pew Research Center mostrano che questo divario si sta riducendo.
Nel 2014, il 74% delle donne dichiarava un’appartenenza religiosa, contro il 69% degli uomini. Oggi questa differenza si è ridotta a cinque punti percentuali (72% contro 67%). Analogamente, il divario nella pratica della preghiera quotidiana si è ristretto da 18 punti percentuali a 13 punti (50% delle donne contro il 37% degli uomini).
Questo fenomeno è influenzato da una nuova tendenza: alcuni giovani uomini sembrano avvicinarsi alla religione in chiave identitaria e nazionalista, specialmente in contesti politici conservatori. Tuttavia, non esistono ancora fasce d’età in cui gli uomini risultino più religiosi delle donne, segno che il processo di secolarizzazione rimane più avanzato tra i maschi.
Un cristianesimo sempre meno bianco: il ruolo della demografia
Un altro dato significativo riguarda la progressiva diversificazione etnica della popolazione cristiana negli Stati Uniti. Nel 2007, il 70% dei cristiani era composto da bianchi non ispanici, oggi la percentuale è scesa al 60%. Il cambiamento è ancora più evidente tra gli evangelici, che sono passati da un 80% di bianchi nel 2007 al 70% nel 2024.
I cristiani ispanici sono aumentati dal 13% al 18%, con una crescita particolarmente significativa tra i cattolici, dove oggi rappresentano il 36% del totale. La presenza afroamericana è rimasta stabile, mentre quella asiatica mostra un lieve incremento.
Questi cambiamenti riflettono la trasformazione demografica degli Stati Uniti e suggeriscono che, se il cristianesimo vuole mantenere la sua rilevanza, dovrà sempre più rivolgersi alle comunità non bianche, che stanno diventando il nuovo cuore pulsante della fede americana.
La trasmissione della fede e il declino della pratica religiosa tra i giovani
Uno degli aspetti più preoccupanti dell’indagine riguarda la trasmissione della religione tra generazioni. I giovani adulti americani (18-24 anni) sono due volte meno propensi dei loro nonni (over 74) a definirsi cristiani (46% contro 80%). Anche la pratica religiosa è molto più debole: solo il 27% dei giovani prega ogni giorno, contro il 58% degli over 74.
Un elemento chiave in questa trasformazione è l’educazione religiosa: meno di un giovane su cinque ha ricevuto un’istruzione religiosa formale per almeno sette anni, mentre tra gli adulti più anziani questa percentuale era del 50%. Ancora più significativo è il fatto che il 42% dei giovani non ha ricevuto alcuna educazione religiosa, contro il 20%della generazione precedente.
Questi dati indicano che la trasmissione della fede in famiglia si sta erodendo, rendendo sempre più difficile un’inversione di tendenza nel declino della religiosità.
Un nuovo equilibrio tra religione e società negli Stati Uniti?
L’indagine del Pew Research Center conferma che il cristianesimo negli Stati Uniti sta subendo un processo di trasformazione profonda. Sebbene il tasso complessivo di appartenenza religiosa sembri essersi stabilizzato, le tendenze generazionali e demografiche suggeriscono che la secolarizzazione potrebbe riprendere il suo corso nei prossimi decenni.
La crescita dei “nones”, il declino del cristianesimo bianco e la riduzione della trasmissione intergenerazionale della fede sono tutti segnali che indicano una progressiva ridefinizione del ruolo della religione nella società americana. Tuttavia, il fenomeno non è univoco: l’aumento della componente cristiana tra gli ispanici e la possibile riorganizzazione del cristianesimo in nuove forme potrebbero aprire scenari inaspettati.
La religione, quindi, non sta scomparendo, ma sta mutando, assumendo nuovi significati e funzioni. In un contesto sociale e politico sempre più polarizzato, il rapporto tra fede e identità continuerà a essere un elemento cruciale nella costruzione dell’America del futuro.