ANALISI: Il contesto economico attuale non è per nulla incoraggiante: si parla di “frammentazione economica globale” e del “ritorno del protezionismo”, fenomeni che hanno conseguenze particolarmente rilevanti per l’area dell’euro, data la sua ampia apertura internazionale. Negli ultimi 20 anni, il peso dell’Europa sull’economia mondiale è sceso dal 26 al 18%, mentre quello degli Stati Uniti è rimasto pressoché invariato al 26%, e quello della Cina è quadruplicato, raggiungendo il 17%. In questo contesto di guerre e instabilità crescenti, l’Europa non ha altra strada che progredire verso una vera unione di bilancio, che operi con adeguate risorse proprie. 

Le prospettive dell’Italia secondo Panetta

L’Italia, dopo il Covid, ha mostrato una crescita superiore alle previsioni e a quella delle altre grandi economie dell’area, dimostrando che non è condannata alla stagnazione. Tuttavia, secondo il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, è necessario un piano credibile di riduzione del debito pubblico. Panetta, nelle sue prime “Considerazioni finali” da governatore, ha alternato elementi di preoccupazione e speranza, fornendo precise indicazioni per i decisori politici. Il testo del suo discorso, per la prima volta accompagnato da grafici e note, sottolinea l’importanza di una politica fiscale prudente e orientata alla crescita.

Avanti nell’integrazione europea

Panetta ha esortato le istituzioni europee a proseguire nell’integrazione e nella messa in comune delle risorse per grandi investimenti strategici, dall’autosufficienza energetica alla difesa comune. Ha sottolineato che l’impegno finanziario sarà ingente: solo per le transizioni climatica e digitale e per aumentare la spesa militare al 2% del PIL, la Commissione europea stima un fabbisogno di investimenti pubblici e privati di oltre 800 miliardi ogni anno fino al 2034. Panetta ha anche invitato la Banca centrale europea a evitare che la politica monetaria diventi eccessivamente restrittiva, rischiando di soffocare la timida ripresa in atto.

La crisi demografica e i bassi tassi di occupazione

Il governatore ha dipinto un quadro chiaro della crisi demografica in atto in Italia. Secondo l’Istat, da qui al 2040 il numero di persone in età lavorativa diminuirà di 5,4 milioni di unità, malgrado un afflusso netto dall’estero di 170.000 persone all’anno. Questa contrazione potrebbe tradursi in un calo del PIL del 13% e del 9% in termini pro capite. Nonostante l’aumento dei posti di lavoro, il tasso di occupazione rimane troppo basso, in particolare per le donne e i giovani, molti dei quali emigrano. Panetta ha anche sottolineato che due lavoratori su tre saranno coinvolti nelle trasformazioni portate dall’intelligenza artificiale, con un aumento della produttività per la maggior parte, ma anche con la perdita del posto per altri.

Un debito pubblico da ridurre

Sul fronte dei conti pubblici, il problema principale per l’Italia è il debito. Panetta ha descritto il debito come una “zavorra” che costringe il paese a destinare considerevoli risorse pubbliche al pagamento degli interessi, sottraendole all’innovazione e allo sviluppo. Ha proposto un piano credibile volto a stimolare la crescita e la produttività, realizzando al contempo un miglioramento graduale e costante dei conti pubblici. Panetta ha concluso che solo coniugando prudenza fiscale e crescita l’Italia potrà liberarsi del fardello del debito.

La liquidità delle banche

Infine, per quanto riguarda le banche, il governatore ha riconosciuto la solida condizione del sistema bancario italiano, ma ha avvertito di non abbassare la guardia. Ha invitato a una attenta valutazione dei rischi di credito e a una gestione prudente del passivo, consapevoli che la liquidità aggregata continuerà a ridursi, spingendo al rialzo il costo della raccolta.