Dietrich Bonhoeffer, teologo morto martire contro il nazismo, elaborò una riflessione straordinaria sulla stupidità, individuandola come un problema più pericoloso del male stesso. Secondo lui, il male si può combattere, smascherare, contrastare con la ragione e la forza della verità, mentre la stupidità è più subdola: può colpire persone intelligenti, può diventare sistemica, può diffondersi come una piaga nei gruppi umani e nelle istituzioni. La persona stupida, dice Bonhoeffer, non è necessariamente priva di intelletto, ma ha rinunciato alla sua capacità critica e al senso di responsabilità, divenendo strumento di forze più grandi e spesso malvagie.

Questa riflessione risulta drammaticamente attuale nel contesto di alcune derive religiose, specie nel mondo della vita consacrata, dove il carisma iniziale di alcuni fondatori è stato corrotto fino a diventare un percorso di devastazione umana e spirituale. Ci sono stati casi in cui uomini e donne, nati per servire Dio, hanno finito per strumentalizzare altri esseri umani, abusandone la fiducia, manipolandoli psicologicamente e, in alcuni casi, approfittandosi di loro persino sul piano fisico ed economico. Non si tratta solo di singole persone malintenzionate, ma di strutture costruite sulla stupidità collettiva, che impedisce di vedere la realtà, giustifica il male in nome di un bene più grande e sopprime la coscienza critica.

La stupidità come causa delle derive religiose

La stupidità descritta da Bonhoeffer si manifesta in modo evidente in alcuni fondatori di comunità religiose che, convinti di una propria missione speciale, hanno perso il contatto con la realtà e hanno creato strutture verticali e chiuse, dove ogni dissenso viene represso e dove il controllo diventa la regola. Questo ha portato a fenomeni di:

• Abusi di potere: il fondatore diventa figura indiscutibile, un’autorità non più soggetta alla Chiesa, ai suoi superiori o alla morale comune.

• Manipolazione psicologica: si impone un’obbedienza cieca, in cui il dubbio è visto come mancanza di fede e qualsiasi critica è interpretata come un attacco diabolico.

• Abusi finanziari e materiali: si accumulano ricchezze, si sfruttano i membri della comunità, si deviano fondi destinati alle opere caritative.

• Scandali morali: spesso si scoprono comportamenti gravi che vanno dall’immoralità sessuale fino all’abuso fisico e psicologico.

Lo scandalo ai laici e la distruzione della credibilità religiosa

Bonhoeffer affermava che la stupidità è spesso il frutto di dinamiche di gruppo e di strutture sociali che impediscono il pensiero critico. Questo si è verificato nei casi di fondatori che hanno creato ambienti chiusi, nei quali la voce della coscienza viene progressivamente silenziata. Ma le conseguenze di queste derive sono devastanti non solo per i membri delle comunità coinvolte, ma anche per tutti i fedeli laici, che vedono nella Chiesa un’istituzione sempre più colpita da scandali, ipocrisie e inganni.

Molti giovani, animati inizialmente da una buona fede, si sono ritrovati schiavi di dinamiche perverse, in cui la loro dignità è stata calpestata. Questo ha generato sfiducia nella vocazione, crisi della fede, e persino danni psicologici permanenti. Il risultato è un’erosione progressiva della credibilità della vita religiosa, con la conseguente fuga di giovani dalle vocazioni e la perdita di fiducia nel valore autentico della consacrazione a Dio.

Il pericolo di confondere il carisma con il culto della personalità

Una delle più gravi derive è la trasformazione del fondatore in una figura quasi intoccabile, un santo in vita, la cui parola diventa più importante del Vangelo stesso. Questo è un esempio perfetto della stupidità collettiva descritta da Bonhoeffer: non si giudicano più i frutti, ma si accetta tutto acriticamente perché si è persa la capacità di discernimento. L’adesione al gruppo diventa più importante della verità, e il bene della comunità più importante della giustizia.

Questa forma di idolatria spirituale ha portato alla protezione di figure corrotte, alla giustificazione degli scandali e all’occultamento dei crimini. Invece di essere i primi a purificare la Chiesa, queste realtà hanno contribuito a rovinarne l’immagine.

Come uscire da questa deriva? Il ritorno al Vangelo e alla ragione

Bonhoeffer ci offre una chiave di lettura e una soluzione: la lotta contro la stupidità non è con la forza, ma con il risveglio della responsabilità e della coscienza critica. La vita religiosa deve essere prima di tutto una vita evangelica, non un sistema di potere, e deve essere sempre sottoposta a discernimento e correzione.

• Superare il culto del fondatore: nessun uomo è superiore alla Chiesa e al Vangelo. Il bene della comunità viene prima della difesa di un singolo leader.

• Formare coscienze critiche: è necessario educare i religiosi e i laici a non accettare mai nulla per cieca obbedienza, ma a giudicare ogni cosa alla luce della verità.

• Tolleranza zero sugli abusi: non basta riconoscere gli errori, bisogna avere il coraggio di intervenire prima che diventino disastri.

• Ritornare a una Chiesa povera e umile: la vera vita religiosa non è potere, non è gerarchia intoccabile, ma servizio, sacrificio, e testimonianza del Vangelo.

La riflessione di Bonhoeffer sulla stupidità è un monito potente per la Chiesa di oggi. Se si vuole salvare la vita religiosa dalla perdita di credibilità, bisogna estirpare le radici della stupidità collettiva, smascherare gli inganni, educare al pensiero critico e tornare all’autenticità del Vangelo. Solo così la vita consacrata potrà essere ancora un faro per il mondo e non una causa di scandalo per i fedeli.