Il tradizionale Discorso alla Città, pronunciato a Milano il 6 dicembre 2024 da Monsignor Mario Delpini nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, è stato un forte richiamo alla responsabilità collettiva di fronte alle sfide sociali, economiche e ambientali che segnano il nostro tempo. Intitolato «Lasciate riposare la terra – Il Giubileo 2025, tempo propizio per una società amica del futuro», l’intervento dell’Arcivescovo si è sviluppato attorno a una riflessione sulla stanchezza che affligge l’umanità, la terra e la città, offrendo il Giubileo come opportunità per un rinnovamento profondo.
1. La stanchezza dell’umanità
Monsignor Delpini ha descritto una società logorata da molteplici forme di fatica, invitando a riflettere sulle cause strutturali che contribuiscono a questa situazione. Ha delineato una distinzione tra stanchezza esistenziale e stanchezza sistemica:
• Esistenziale: Molte persone vivono un’esistenza priva di significato, intrappolate in un ciclo di vita che sembra condurre inevitabilmente verso un futuro senza speranza. Questa condizione è aggravata da una mancanza di prospettive e da rapporti umani sempre più precari.
• Sistemica: Le persone sono stanche di una burocrazia opprimente, di un lavoro che non garantisce dignità economica, di condizioni che minano il senso stesso di partecipazione alla società.
L’Arcivescovo ha sottolineato che la vita è un dono di Dio, motivo di gratitudine e stupore. Tuttavia, è il modo in cui la società è organizzata a erodere il senso di appartenenza e fiducia. In questa chiave, il Giubileo diventa una pausa sacra per rileggere la propria vita e il proprio impegno.
2. La stanchezza della terra
La terra è descritta come una “casa comune” ferita da sfruttamento indiscriminato e comportamenti irresponsabili:
• Sfruttamento delle risorse: Monsignor Delpini ha denunciato l’avidità che spinge a violare i limiti naturali del pianeta, minacciando l’equilibrio delle connessioni vitali.
• Crisi climatica: Gli sconvolgimenti climatici sono stati presentati come una “ribellione della terra” contro un’alleanza infranta tra l’uomo e il creato. L’Arcivescovo ha ricordato come il grido della terra, insieme a quello dei poveri, debba essere ascoltato con urgenza.
Delpini ha richiamato le parole della Laudato Si’ di Papa Francesco, ribadendo che non esistono soluzioni separate per le crisi ambientali e sociali, ma è necessaria un’azione integrale. Ha invitato a “lasciare riposare la terra”, promuovendo stili di vita più rispettosi e scelte politiche che favoriscano una sostenibilità a lungo termine.
3. La stanchezza della città
Nel parlare della città, Monsignor Delpini ha sottolineato come il degrado urbano, la speculazione immobiliare e il disinteresse per i più fragili siano sintomi di un sistema disumanizzante. Ha evidenziato tre aspetti chiave:
• Case abbandonate e inospitali: Ha denunciato l’abbandono di edifici che potrebbero accogliere persone bisognose, in contrasto con la vocazione della città a essere luogo di accoglienza e sicurezza.
• Turismo irrispettoso: Ha criticato una visione consumistica della città, ridotta a scenario di rapide visite turistiche, che snatura la sua identità e non considera le esigenze dei residenti.
• Emergenze climatiche e urbane: Ha sottolineato l’importanza di una gestione responsabile per prevenire disastri legati a fenomeni climatici estremi.
La città, secondo Delpini, deve tornare a essere “casa” per tutti, con particolare attenzione ai poveri e ai vulnerabili.
4. Il Giubileo come tempo di riposo e rinnovamento
L’Arcivescovo ha presentato il Giubileo del 2025 come un’opportunità unica per riscoprire la dimensione del riposo e della riconciliazione, ispirandosi alla tradizione biblica del “tempo sabbatico”. Ha sottolineato come il Giubileo possa favorire:
• Condono dei debiti: Un invito a ripensare il sistema economico, affrontando il fenomeno del sovraindebitamento e promuovendo la giustizia sociale.
• Giustizia ambientale: Una rinnovata attenzione alla cura del creato come responsabilità collettiva, affinché la terra sia un luogo di vita per le generazioni future.
• Educazione alla pace: Un impegno a contrastare le radici dell’odio e della violenza, costruendo una cultura di dialogo e riconciliazione.
5. Un appello alla corresponsabilità
Monsignor Delpini ha rivolto un forte appello a tutti, dai leader politici ai cittadini comuni, per assumersi la responsabilità di costruire una società più giusta e solidale. Ha proposto azioni concrete:
• Riforme nel settore del lavoro, per garantire dignità e sicurezza.
• Investimenti nell’educazione e nel sostegno alle famiglie.
• Progetti di riqualificazione urbana per rendere le città più vivibili.
• Sostegno agli operatori del settore sanitario e assistenziale, spesso sovraccarichi di lavoro e sottovalutati.
Una benedizione per il futuro
Il Discorso si è concluso con una benedizione rivolta a tutti coloro che si impegnano per il bene comune, un’esortazione a coltivare speranza e solidarietà. Monsignor Delpini ha evocato l’immagine di una città e di una terra rigenerate, capaci di offrire riposo e ristoro a una società affaticata.
Con il Giubileo del 2025, ha ribadito l’Arcivescovo, si apre un tempo propizio per riflettere, cambiare e costruire una “società amica del futuro”.