Il silenzio che rivela il mistero
La Risurrezione del Signore è l’evento centrale della fede cristiana. Tuttavia, i Vangeli, pur descrivendo molte apparizioni del Risorto, non menzionano esplicitamente Maria, la Madre di Gesù. Questo silenzio è tanto più sorprendente quanto più si considera la sua partecipazione unica al mistero della Redenzione. Ma proprio questo silenzio, nella lettura della Tradizione e della teologia mariologica, diventa segno di una presenza più profonda e mistica, che ha molto da dire anche alla coscienza credente contemporanea.
1. L’apparente assenza nei Vangeli
Nessun evangelista riporta un’apparizione del Risorto a Maria. Eppure, la tradizione della Chiesa, fin dai primi secoli, ha contemplato questo incontro come logicamente e teologicamente necessario. San Giovanni Paolo II scrive:
«La Madre fu quindi la prima a fare l’esperienza della risurrezione del Figlio divino, non nel senso che le fu risparmiata la necessità della fede, ma nel senso che dalla fede più perfetta fu illuminata»[1].
Il silenzio evangelico non è quindi una lacuna, ma una scelta teologica: preservare il mistero dell’incontro più intimo e spirituale tra Gesù e la Madre. Come nota il teologo Juan Luis Bastero de Eleizalde:
«Non c’è bisogno di raccontare l’apparizione a Maria, perché è implicita nella sua fede e nella sua missione. È un incontro “fuori scena”, ma al cuore stesso del dramma pasquale»[2].
2. La logica dell’amore: Maria prima testimone silenziosa
Se Cristo è apparso a Maria Maddalena per sollevare una fede ferita, quanto più avrà voluto consolare e glorificare la fede della Madre, che aveva condiviso con lui tutto il Calvario. La Tradizione orientale è unanime nell’affermare che Maria ha visto il Risorto per prima. San Giovanni Damasceno dichiara:
«Ella fu la prima a vedere il Cristo risorto, e anche a godere di tutte le gioie della Risurrezione»[3].
Sant’Ignazio di Loyola, negli Esercizi Spirituali, inserisce la contemplazione dell’apparizione a Maria come prima apparizione del Risorto, anche se non narrata nei testi:
«Cristo nostro Signore apparve alla Vergine Maria. Benché non sia detto nella Scrittura, si tiene per detto, poiché è detto che apparve a tanti altri»[4].
Questa apparizione silenziosa è rivelazione di un’intimità che precede la missione ecclesiale. È un’apparizione non per fondare la fede, ma per glorificare l’amore perfetto.
3. Maria e il Sabato santo: la fede senza segni
Maria, durante il Sabato santo, rimane l’unica creatura che continua a credere, pur nel dolore più estremo. Non corre al sepolcro perché sa che la promessa si compirà. Questo la rende modello della fede pasquale per eccellenza. Joseph Ratzinger, nel Gesù di Nazaret, scrive:
«Maria non fa parte delle donne che vanno al sepolcro, perché non ha bisogno dei segni: ha già creduto, e attende nella speranza»[5].
È la fede “senza vedere” che la colloca già dentro la Pasqua, come figura della Chiesa fedele che veglia nel buio. Ella rappresenta la purezza della fede e della speranza che vince il silenzio della tomba.
4. Una teologia eucaristica e mistica
Maria riceve il Risorto in forma spirituale, non visibile, come oggi la Chiesa riceve Cristo nel sacramento. È la prima anima eucaristica: accoglie, crede, custodisce. La sua esperienza è modello per la mistica pasquale dei credenti, che non vedono ma credono.
Come nota René Laurentin:
«Maria non è testimone oculari del Risorto secondo i Vangeli, ma è la più perfetta testimone dell’intimità pasquale: la sua testimonianza è spirituale, profetica, ecclesiale»[6].
Questa visione ci libera dalla tentazione del “sensazionalismo spirituale” e ci radica nella profondità della fede silenziosa e contemplativa, propria dei santi.
Conclusione: Il cuore della fede e del mistero
L’apparizione del Risorto a Maria, taciuta ma creduta, ci parla oggi con forza inaudita. In un tempo in cui si cercano segni e prove, Maria ci insegna la forza del silenzio, dell’attesa, della certezza che nasce dall’amore. Non tutto ciò che è santo si lascia narrare. Alcune verità sono così intime da essere condivise solo nello Spirito.
Maria, Madre del Risorto, è anche Madre della Chiesa risorta, prima credente della Pasqua, Donna del Sabato santo, e icona della speranza in ogni notte dell’anima.
Note
[1] Giovanni Paolo II, Udienza Generale del 21 maggio 1997, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XX, 1 (1997), p. 970.
[2] J. L. Bastero de Eleizalde, María, Madre del Señor, Ediciones Internacionales Universitarias, Madrid 1999, p. 280.
[3] Giovanni Damasceno, Omelie sulla Dormizione della Vergine, II, 14 (PG 96, 742).
[4] Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali, n. 299.
[5] Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, Gesù di Nazaret. Dall’ingresso a Gerusalemme alla Risurrezione, Rizzoli, Milano 2011, p. 288.
[6] René Laurentin, Marie dans le mystère de la rédemption, O.E.I.L., Paris 1990, p. 287.
Bibliografia
- Bastero de Eleizalde, Juan Luis. María, Madre del Señor. Madrid: Ediciones Internacionales Universitarias, 1999.
- Damasceno, Giovanni. Omelie sulla Dormizione della Vergine. In Patrologia Graeca, vol. 96.
- Giovanni Paolo II. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XX, 1 (1997). Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana.
- Ignazio di Loyola. Esercizi Spirituali. Roma: Edizioni ADP, 1983.
- Laurentin, René. Marie dans le mystère de la rédemption. Paris: O.E.I.L., 1990.
- Ratzinger, Joseph. Gesù di Nazaret. Dall’ingresso a Gerusalemme alla Risurrezione. Milano: Rizzoli, 2011.